di Sara Ciambotti - "Le colonnine sono state installate in strade trafficate per tutelare la sicurezza dei cittadini, ora aspettiamo che vengano messe in funzione".
Lo annuncia a NewsTown, l'assessore alla Polizia Municipale nonché vicesindaco del Comune dell'Aquila Nicola Trifuoggi, in seguito alla comparsa, nella mattinata di ieri, di dieci rilevatori della velocità su altrettante arterie della periferia aquilana. "Abbiamo preso questa decisione a fronte di uno studio effettuato sul traffico cittadino – spiega l'assessore – per verificare la velocità minima e massima su strade in cui il limite è di 50 chilometri orari".
Studio nel quale è emerso che le vetture hanno abbondantemente superato il limite, arrivando a toccare anche i 150 chilometri orari con le moto che, invece, sono rimaste al di sotto dei 130. Via Cardinal Mazzarino, via della Polveriera, via Antica Arischia, via Aldo Moro sono solo alcune delle vie su cui sono stati installati i rilevatori, "stiamo dialogando con la Provincia – sottolinea Trifuoggi – per posizionarne uno anche lungo la strada per Sassa".
In seguito alla diffusione della notizia su Facebook, e alle polemiche dei cittadini inferociti per paura che si voglia mettere mano al loro portafogli, il vice sindaco ha inteso chiarire che al Comune "non interessa 'fare cassa', vogliamo solo tutelare gli automobilisti e i cittadini che rispettano la legge e i limiti imposti".
È di qualche mese fa, però, un servizio della nota trasmissione televisiva di Italia 1, Le Iene, che si era occupata del caso degli autovelox non funzionanti e spesso vuoti, installati sulle strade provinciali di tutta Italia. Anche questi arancioni e dalla forma simile a quelli aquilani. "Gli autovelox che abbiamo istallato funzioneranno a rotazione – spiega Trifuoggi - Il Comune non può sobbarcarsi la spesa di farli funzionare tutti contemporaneamente".
Intanto, a neanche 24 ore dalla loro apparizione, AquilaTv segnala su Facebook la prima sparizione di una cabina posizionata sulla Strada Statale 17. Non si sa che fine abbia fatto, al suo posto un coperchio bianco.
di Sara Ciambotti