"Le risposte dal Governo alle nostre richieste non sono sufficienti. Evidentemente, non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali e di conseguenza, soprattutto, sulla possibilità di erogare con continuità i servizi pubblici ai cittadini".
Per questo motivo, giovedì 10 febbraio, alle ore 20, anche in Abruzzo si spegnerà simbolicamente l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo significativo per la comunità.
"Speriamo che in questo modo si possa comprendere a quali rischi si va incontro se non si interverrà presto con un sostegno adeguato a coprire almeno tutti gli aumenti previsti in questi mesi. I comuni non hanno la facoltà di fare scostamenti di bilancio a debito, il maggior costo produce taglio dei servizi o dissesto finanziario".
L’Anci stima per le amministrazioni comunali un aggravio di almeno 550 milioni di euro, su una spesa complessiva annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro. "Non vorremmo ritrovarci ancora una volta a dover scegliere tra salvaguardare gli equilibri di bilancio ed erogare servizi ai cittadini".
Tra i comuni che aderiscono anche L'Aquila: a partire dalle 20, sarà spenta la Fontana Luminosa dell’Aquila. Lo rende noto il sindaco Pierluigi Biondi.
“La pandemia ha creato immani difficoltà a imprese e famiglie ma anche agli enti come il nostro – ha osservato il primo cittadino –. Non si può pensare di rilanciare il Paese unicamente con lo stanziamento di fondi, per quanto corposi, con ristori e sgravi. Il Governo deve comprendere che i bilanci delle nostre amministrazioni subiranno delle inevitabili contrazioni di spese e investimenti a vantaggio della collettività, dovendo prevedere somme consistenti per il pagamento delle bollette. È una situazione assurda, cui va posto riparo con estrema urgenza. Per questo – ha concluso il sindaco Biondi – abbiamo deciso convintamente di aderire all’iniziativa dell’Anci, tenendo conto che sul bilancio del Comune dell’Aquila è stato stimato un aggravio di 3 milioni di euro all’anno, in aggiunta ai 10 milioni di euro che vengono impiegati per garantire luce e riscaldamento negli edifici comunali, nelle scuole, negli alloggi post sisma e per la pubblica illuminazione. Un incremento di spesa che potrebbe mettere a dura prova la realizzazione di programmi a beneficio della nostra comunità e che non possiamo permettere”.