Una lettera aperta a Carlo Pesenti, Coordinatore della Struttura di missione, per denunciare che la ricostruzione nel cratere 2009 è a rischio.
A firmarla il presidente di Ance Abruzzo Antonio D'Intino che ribadisce come "l’andamento della ricostruzione nel cratere 2009 stia attraversando una fase di stallo molto pericolosa per rallentamenti e sospensione dei lavori in corso e mancato avvio di nuovi cantieri. Il mutato contesto economico e geopolitico internazionale, segnato dalla pandemia da Covid-19 e sconvolto dal conflitto bellico, ha scatenato un incontrollabile aumento dei prezzi dei principali materiali da costruzione, diminuzione della disponibilità sul mercato delle materie prime, rincaro dei costi dell’energia, con ripercussioni sui trasporti e, in aggiunta, stretta del mercato creditizio. Nonostante questo scenario, appena tratteggiato, rileviamo, con estrema amarezza, che nessun provvedimento è stato finora adottato al fine di riequilibrare i contratti in corso di esecuzione e per aggiornare i costi parametrici manifestando, in tal modo, una sorta di rassegnazione rispetto alle drammatiche conseguenze in corso, a scapito delle imprese e dei proprietari e, di conseguenza, a danno della ripresa economica e sociale del territorio".
Non possiamo permetterci ulteriori stalli, mette nero su bianco D'Intino; "abbiamo dimostrato di saper ben spendere le risorse assegnate nella ricostruzione privata. A L’Aquila rileviamo una percentuale di completamento al 70% e, pertanto, non dobbiamo scontare penalizzazioni ma, piuttosto, dobbiamo premere sull’acceleratore in modo da concludere i lavori avviati e stimolare quelli della periferia e dei comuni del cratere che scontano ritardi tali da registrare una percentuale di completamento di appena il 36%! Il tempo non può trascorrere improduttivo, e nemmeno dobbiamo impiegarlo per rincorrere nuovi obiettivi, quali quelli del PNRR, prima di aver assolto ai compiti attuali".
Abbiamo intrapreso una missione, rivendica Ance Abruzzo: "a partire dal 6 aprile 2009 siamo tutti chiamati a lavorare per recuperare i danni materiali perché almeno su quelli abbiamo il potere di intervenire. Non alimentiamo polemiche tra territori colpiti per la diversità di provvedimenti adottati ma prendiamo ad esempio le migliori soluzioni per replicarle in tempo utile. Non siamo noi a dover indicare il percorso normativo da seguire ma evidenziamo che occorrono soluzioni urgentissime perché interrompere, adesso, la ricostruzione nel cratere 2009 rappresenta una macchia indelebile, un vulnus irreparabile per la molteplicità di effetti negativi diretti e per le conseguenze socio economiche a scapito di aree interne che devono essere poste al centro della Strategia, perché in questi luoghi si possa continuare, e tornare, a vivere in quanto rappresentano una grande ricchezza nazionale, una identità territoriale unica e sempre più apprezzata, soprattutto in un mondo globalizzato. Abbiamo, pertanto, la responsabilità di non spegnere l’entusiasmo, di non fermare la rinascita, perché la tradizione non è il culto delle ceneri ma la custodia del fuoco".