Mercoledì, 17 Settembre 2014 02:08

L'Aquila, ricostruzione scuole: i soldi ci sono ma non si spendono

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Il nuovo anno scolastico è appena iniziato ma questo primo accenno di autunno sta causando diversi disagi a molti istituti dell'Aquila ancora ospitati nei musp, i moduli provvisori costruiti dopo il terremoto.

Con il forte temporale di ieri si è allagata una parte della scuola Rodari di Sassa. Il danno non è stato ancora quantificato ma l'acqua, a quanto sembra, è penetrata in più classi e non si sa se nei prossimi giorni le lezioni potranno svolgersi regolarmente.

Un altro problema segnalato da insegnanti e genitori è il freddo. Il Comune non ha ancora autorizzato l'accensione del riscaldamento e, con le temperature minime già scese sotto i dieci gradi, dentro molti musp - che, da un punto di vista termico, non sono isolati come un edificio in muratura - specie al mattino presto, si gela. Tanto che molti bambini sono stati invitati ad andare a scuola giacche e maglioni pesanti.

Allagamenti, riscaldamento, ma anche infiltrazioni, umidità, avvallamenti nei tetti e sui pavimenti, filtri d'aria sporchi, problematiche relative a componenti strutturali. Il cahier de doléances è lungo.

I musp (costati 32 milioni di euro), costruiti per far fronte all'emergenza, dovevano servire a sostituire temporaneamente le scuole danneggiate o distrutte dal terremoto. A offrire, insomma, una soluzione tampone nell'immediato in attesa che fosse messa in moto la ricostruzione pubblica, che comprende anche quella scolastica. Sono stati costruiti asili nido, scuole d’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie di primo grado e istituti superiori.

Quasi sei anni dopo, però, non è partito nessun cantiere e quel che doveva essere provvisorio rischia di diventare definitivo.

"Sembra incredibile" dice Action Aid (organizzazione impegnata nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale attiva anche all'Aquila) "ma un'intera generazione di bambini aquilani non ha mai messo piede in una scuola vera, di quelle fatte con pareti di mattoni e tegole sui tetti e dotate di palestre, refettori e laboratori".

E dire che i soldi per far partire subito i lavori ci sarebbero: 44 milioni di euro (provenienti da delibere Cipe e dal piano scuole della Regione) giacciono da tempo nelle casse dell'Usra, l'ufficio speciale per la ricostruzione, e del provveditorato alle Opere Pubbliche, in attesa che il Comune dell'Aquila presenti i progetti esecutivi e istruisca i bandi di gara per l'affidamento dei lavori, precondizione non aggirabile per avviare la ricostruzione.

I fondi, insomma, ci sono ma non si riescono a spendere per le solite beghe. Il Comune accusa l'Usra di aver causato lungaggini e inutili perdite di tempo, oltre che di voler mettere becco in materie che non rientrerebbero nelle sue competenze. Critiche che Paolo Aielli, il responsabile dell'Usra, si lascia scivolare addosso: "Quando i progetti saranno esecutivi" aveva detto qualche mese fa "il giorno prima della pubblicazione dei bandi per l'affidamento dei lavori trasferiremo i fondi al Comune dell'Aquila. Non prima".

Lo scorso anno, in un incontro pubblico tenutosi al Ridotto del Teatro Comunale, l'assessore alle opere pubbliche Alfredo Moroni aveva promesso: "Entro la fine del 2014 partiranno lavori per un totale di quasi 19 milioni di euro".

A giugno, però, rispondendo a un'interrogazione del consigliere Ettore Di Cesare (Appello per L'Aquila), il Comune ha dovuto ammettere di aver approvato, in sei mesi, un solo progetto esecutivo (per il quale comunque non è stato fatto ancora nessun bando), quello della scuola primaria Mariele Ventre. Un fallimento totale.

Non c'è da stupirsi, allora, se all'incontro pubblico orgnizzato ieri presso il plesso scolastico Rodari di Pile da Action Aid e dalla commissione "Oltre il Musp" - un'assemblea alla quale hanno paretcipato insegnanti, presidi e genitori - i rappresentanti delle istituzioni siano stati volutamente esclusi.

"Sono cinque anni che incontriamo le istutuzioni, a tutti i livelli" dice Silvia Frezza, insegnante "ma quello che abbiamo ottenuto sono solo annunci. Non si tratta solo della ricostruzione di una serie di edifici, perché nella scuole si studia, certo, ma si vive, si agisce e si cresce. Nel territorio aquilano abbiamo ancora una trentina di musp nei quali si recano ogni giorno più di sei mila studenti. Chi si prenderà la responsabilità di aver limitato loro in modo così drastico quella che dovrebbe essere una delle esperienze più importanti della loro vita?".

Action Aid aveva lanciato, mesi fa, una petizione (#matteofaiscuola) perché il presidente del Consiglio, Matteo Renzi prendesse l'impegno di visitare le scuole della città. "L'edizilia scolastica è una delle priorià di questo governo" dice Sara Vegni "La nostra situazione, all'Aquila, è diversa da quella di altre città e di altri luoghi d'Italia, dove si fa fatica a trovare i fondi per le scuole. Qui invece viviamo il paradosso per cui per le scuole primarie e gli istituti comprensivi i soldi ci sono però non si presentano i progetti. Con quella petizione chiedevamo che il presidente del Consiglio si interessasse della questione e risolvesse, laddove ci sono, i problemi di governance tra strutture speciali e Comune. Il governo finora non ha mai risposto, sappiamo che forse Renzi nei prossimi giorni verrà qui all'Aquila, staremo a vedere. Nel frattempo quello che vorremmo fare è sensibilizzare, all'interno delle scuole, studentesse e studenti, genitori e isnegnanti, per creare una cittadinanza viva e attiva che monitori quella che noi consideriamo essere un aspetto cruciale della ricostruzione pubblica".

 

Ultima modifica il Giovedì, 18 Settembre 2014 03:09

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