Giovedì, 02 Ottobre 2014 12:23

Forniture fasulle e una frode dietro il crollo del balcone: l'inchiesta di Repubblica

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Il quotidiano La Repubblica nell'edizione odierna ha fatto uscire un'inchiesta del giornalista abruzzese Giuseppe Caporale che scava dietro l'incredibile caduta del balcone nel Progetto case di Cese di Preturo avvenuta un mese fa, e che coinvolge 23 palazzine costrutite dalla medesima ATI (associazione di imprese) da cui ora è vietato affacciarsi come predisposto dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente con un'ordinanza.

Caporale riporta stralci di un'informativa della Guardia di finanza di Piacenza che, indagando sul crack di una società — la Safwood — ha scoperto una fornitura "fasulla" di 11 milioni di euro di materiale utilizzato per realizzare le 23 piastre in questione con "legno scadente" che "non corrisponde a quel che era previsto nel bando pubblico per la realizzazione in emergenza delle 185 palazzine del progetto C. a. s. e. e non ha conseguito il rilascio di un certificato d'idoneità tecnica all'impiego", perché quel legno, oltra a non esser chiaro da dove viene, è "incollato e non bullonato".

Non finisce qui. Scrive sempre Caporale su Repubblica: "A commissionare alla Safwood il lavoro è stato un consorzio (Iter Gestioni e Appalti Spa) già finito sotto i riflettori della Procura distrettuale antimafia di Napoli per collegamenti con la camorra. Ed è proprio a questo raggruppamento di imprese che all'indomani del sisma la Protezione Civile — all'epoca gestita da Bertolaso — ha affidato 46 milioni di lavori pubblici per realizzare una parte importane dell'appalto delle new town".

E' tutto? Non ancora. La causa del crollo del balcone messo sotto sequestro dal Procuratore della Repubblica Roberta D'Avolio, primo atto dell'inchiesta giudiziaria aquilana sulla vicenda, sarebbe in principio una frode. Infatti se è vero che a cedere sono state le assi in legno che sorreggevano i terrazzini tenendoli ancorati alla struttura, "In base all'ipotesi degli inquirenti - scrive il giornalista di Repubblica - i pannelli ibridi della Safwood (incollati e non inchiodati), sono stati equiparati dal collaudatore del progetto C.a.s.e. dell'Aquila ai pannelli inchiodati per i quali è sufficiente il rilascio di un attestato di qualificazione".

Scrive la Guardia di Finanza: «Appaiono interessanti le dichiarazioni rese da Paolo Lavisci (consulente della ditta, ndr): "La Safwood rischiava di non superare il collaudo, con evidenti ricadute di carattere economico [...]"; "Per quanto di mia conoscenza non ha concluso positivamente nessuna delle due procedure (tra cui la richiesta di rilascio di un certificato d'idoneità tecnica all'impiego, ndr). In particolare la seconda è stata interrotta dopo un mio colloquio con Paolo Zanon, membro della commissione di collaudo. Con lui si concordò, su mia indicazione, che, attesa la natura "ibrida" dei pannelli della Safwood e la presumibile lunghezza della procedura di conseguimento del certificato, fosse più semplice e congruo consi- derarli pannelli inchiodati, per i quali non sarebbe stata necessaria una procedura diversa dalla semplice qualificazione"».

Ora la documentazione in mano alla Procura di Piacenza sarà trasmessa a quella aquilana che valuterà il da farsi.

Quella del balcone crollato non è la prima indagine che riguarda la mal costruzione del Case. Mauro Dolce, responsabile del procedimento di realizzazione del Progetto case è stato condannato con rito abbreviato ad un anno di reclusione nell'ambito del processo nato dall'inchiesta sugli isolatori sismici malcostruiti di alcune delle piastre che ospitano le palazzine.

Nell'ambito dello stesso procedimento,il giudice ha disposto il rinvio a giudizio con il rito ordinario per altri due indagati: Gian Michele Calvi, direttore dei lavori, e Agostino Marioni, dirigente di una delle ditte fornitrici, la Alga Spa. Calvi e Dolce sono state anche condannati in primo grado a sei anni di reclusione ciascuno assieme ad altri cinque esperti per omicidio colposo e disastro colposo nell'ambito del processo alla commissione Grandi rischi. (A.T.)

 

 

Pezzopane: "Altro scandalo. Chiarire tutte le responsabilità"

"La magistratura faccia piena luce su questo ennesimo scandalo. Invece di cominciare a costruire subito le case a L'Aquila e nei comuni del cratere, si preferì allora lo spettacolo mediatico. Questo è il risultato. Le palazzine del Progetto Case cascano a pezzi perché c'è stato chi ha fornito materiali fasulli, come denuncia oggi Repubblica citando un'informativa della Guardia di Finanza di Piacenza".

Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, commendando la notizia "Per ricostruire L'Aquila e i Comuni del cratere sono finiti i soldi - continua Stefania Pezzopane - e trovarli ora, con questa crisi economica, é difficilissimo. Migliaia di progetti di ricostruzione, già istruiti ed approvati, sono fermi perché non ci sono le risorse. Paradosso e vergogna gli sprechi della prima ora. Già in altri moduli del progetto Case, l'impresa dovette sostituire i pilastri perché difettosi e non antisismici. Ora lo scandalo denunciato da Repubblica, sulla fornitura di materiale scadente per la realizzazione di 23 palazzine del Progetto Case. La magistratura faccia chiarezza su questo ennesimo scandalo. Invece di cominciare subito a ricostruire le vere case dei terremotati si preferì un'operazione mediatica ed ecco i risultati. Le case costosissime cascano a pezzi e quelle belle del centro storico sono ancora lì, come macerie. Ad emergere non devono essere solo le truffe - conclude Pezzopane - ma anche tutte le responsabilità di chi, a qualunque livello, non ha fatto quel che doveva per evitare tutto questo".

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 03 Ottobre 2014 09:06

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