Venerdì, 03 Ottobre 2014 15:27

Bollette Case e Map, ecco il ricorso in Tribunale: "Sono illegali"

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"Il Comune dell'Aquila, con in testa il sindaco, ha gestito con negligenza tutte le problematiche che oggi incombono sul progetto Case e sui Map, non ultimo quello sulla sicurezza dei cittadini che vi abitano".

Era il 19 settembre, e un gruppo di associazioni e comitati cittadini - tra cui l'associazione Assergi due Ade, l'associazione civica aquilana e l'associazione 'Ji prati de la Cirella' - dimostravano, carte e documenti alla mano, come il Comune fosse al corrente già dai primi mesi del 2010 - grazie a delle lettere molto dettagliate inviate dai suoi stessi funzionari - dell'enorme mole di problemi (dai costi di manutenzione alle utenze alle polizze assicurative) legati alla gestione di Case e Map e come, ciononostante, non fece nulla per porvi rimedio.

Il Comune - accusarono le associazioni - e il sindaco in particolare, "evitarono volutamente" di affrontare e risolvere i problemi segnalati.

Parole che oggi tornano di stretta attualità. E non solo per la clamorosa svolta nell'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica dell'Aquila che porterà, nelle prossime ore, al sequestro di 800 balconi tra Preturo, Arischia, Coppito 2, Collebrincioni e Sassa. Associazioni e cittadini hanno confermato, in conferenza stampa, che si sta apprestando il ricorso che verrà presentato, nei prossimi giorni, al Tribunale dell'Aquila.

Si chiede l'annullamento della delibera numero 281 approvata dalla Giunta il 4 luglio 2014 per normare l'invio del bollettone relativo ai consumi di gas ed elettricità per il periodo che va dal 1 aprile 2013 al 30 giugno 2014. E che va a sommarsi al pagamento dei consumi per il triennio 2010-2013, recapitati giusto l'anno scorso. Una situazione insostenibile per molte famiglie aquilane. Infatti, le somme relative ai consumi di acqua sanitaria, riscaldamento ed elettricità, sono state addebitate non in base ai reali consumi, ma sulla base di coefficienti che prendono in considerazione i giorni di occupazione, la superficie totale degli alloggi e il coefficiente storico derivante da quanto già emesso nella precedente bolletta, pur essendo stati istallati nei singoli alloggi gli apparecchi di misurazione che consentirebbero una esatta rilevazione dei consumi per ogni famiglia. Non solo. Nei bollettini di pagamento, oltre a mancare una ripartizione tra i consumi di gas e riscaldamento, non sono specificati neppure i costi riferiti alle spese relative alle utenze condominiali che dovrebbero essere ripartiti secondo le tabelle millesimali e non addebitate forfettariamente.

Una metodologia di calcolo già stroncata dal Difensore civico della Regione Abruzzo che, sollecitato da alcuni assegnatari, l'ha definita "iniqua e contraria ai principi dell'ordinamento giuridico".

"Chiediamo che le bollette vengano riformulate in base alle norme vigenti", ha attaccato Giuliano Bruno, presidente dell'associazione Assergi due Ade. "Ognuno deve pagare per quanto realmente consumato". A spiegare nel dettaglio i termini del ricorso ha pensato l'avvocato Fausto Corti, il legale che rappresenta i comitati: "Il Comune dell'Aquila, a distanza di 5 anni, continua ad applicare criteri forfettari. Una modalità illegale perché contraddice le norme di carattere generale oltre alla OPCM 39/45 che stabiliva, chiaramente, che gli assegnatari avrebbero dovuto pagare secondo i consumi individuali. Una specifica che, tra l'altro, è riportata anche nei contratti sottoscritti al momento dell'assegnazione".

Altro punto che sarà al centro del ricorso, la spinosa vicenda dei pannelli solari che avrebbero dovuto assicurare almeno il 50% della produzione dell'acqua calda sanitaria. E' scritto - nero su bianco - sul capitolato speciale d'appalto istruito dalla Protezione Civile per stabilire il disciplinare prestazionale e le norme generali di progettazione e costruzione del progetto Case. All'articolo 10, punto 6, si legge: "L'intervento dovrà prevedere la fornitura e istallazione di pannelli solari per acqua calda sanitaria, in grado di soddisfare almeno il 50% dei fabbisogni secondo quanto previsto dal DGLS 311/2006". Ad Assergi però, i pannelli solari non sono mai entrati in funzione. Così è accaduto in altre piastre del progetto Case, in realtà. E dove hanno funzionato, ad oggi non si sa se sono ancora operativi.

Eppure, le richieste di verifica degli assegnatari iniziano già nel 2011: a novembre, alcuni abitanti di Assergi inviano la segnalazione alla Manutencoop, per mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno. Poi, nel gennaio 2012, la stessa raccomandata viene inviata anche al sindaco dell'Aquila e all'assessore alle Opere pubbliche. Nessuna risposta, ovviamente.

E il Comune dell'Aquila sapeva: in un sopralluogo ad Assergi del settembre 2013, l'ingegner Alfonso Buonanno e il geometra Stefano Graziani evidenziavano che "i pannelli solari non funzionano". E ancora, in riferimento ad una interrogazione al settore Ricostruzione pubblica presentata dal consigliere di Appello per L'Aquila, Ettore Di Cesare, qualche mese fa l'assessore Alfredo Moroni ha comunicato che "successivamente alla diverse richieste di verifica del corretto funzionamento degli impianti pervenute, è stato richiesto al Manutencoop Spa, con nota n.1640 dell'8 gennaio 2014 e sollecitata con nota n.30928 del 3 aprile 2014, di procedere alle verifiche del caso presso tutti gli insediamenti del progetto Case. Tale report ad oggi non è pervenuto".

Dunque, spiega Fausto Corti, "nel ricorso chiederemo al giudice di obbligare il Comune a non inserire nelle bollette, se e quando verranno correttamente riformulate, il 50% dei consumi d'acqua calda sanitaria che avrebbero dovuto assicurare i pannelli solari mai entrati in funzione". Gli assegnatari di Assergi hanno calcolato che il risparmio potrebbe attestarsi intorno al 20%. "Con la sua inadempienza, il Comune dell'Aquila ha arrecato alla collettività un danno enorme, stimabile tra il milione e il milione e mezzo di euro se si dovesse riscontrare che i pannelli solari non funzionano in cento palazzine. Una gestione assolutamente negligente del patrimonio pubblico. E che apre anche un altro capitolo: il rapporto con la Manutencoop. Se è vero che gli assegnatari hanno segnalato già nel 2011 i difetti dei pannelli, se è vero che poi il Comune dell'Aquila ha sollecitato una verifica senza ricevere alcuna risposta, come mai è stato prorogato il contratto con la società per ulteriori dodici mesi e per altri tre, visto che domani scade anche la proroga?".

Una domanda più che legittima. Insomma, le associazioni e i comitati sono decisi ad andare fino in fondo. Non hanno però una posizione univoca sul pagare o meno le bollette recapitate. Se alcuni assegnatari del Consiglio Civico Aquilano hanno deciso di non pagare, almeno fino a quando le bollette non saranno recapitate con gli effettivi consumi, e si sono così rivolti al Difensore Civico Regionale, stamane i comitati e le associazioni che hanno deciso di presentare ricorso in Tribunale hanno invece invitato a pagare, secondo coscienza e senza versare il 20% imputabile al mancato funzionamento dei pannelli solari.

La situazione è delicatissima. Il Comune dell'Aquila, visti i mancati pagamenti e l'accumularsi dei debiti con le società fornitrici, con la spada di Damocle dei ricorsi in Tribunale, rischia davvero il crack finanziario. Lo ha ribadito l'assessore Lelio De Santis che ha partecipato, da uditore, alla conferenza stampa di questa mattina e che si è intrattenuto poi con alcuni assegnatari. "Fino ad oggi, abbiamo incassato soltanto il 25% di quanto dovuto alle società fornitrici. Così, si va al collasso economico". A domanda precisa, come mai non avete ancora predisposto la lettura dei contatori?, De Santis ha replicato che "molti contabilizzatori non funzionano, almeno un centinaio" e che ci vorrebbero 500mila euro per ripararli tutti. Una cifra che il Comune non ha.

Poco dopo, l'assessore ha affidato le sue riflessioni ad un comunicato stampa: "Rispetto alle falle costruttive e ai problemi di malfunzionamento nei quartieri Case, l'Amministrazione e i cittadini devono fare fronte comune perché siamo tutti parti lese", ha spiegato. "In riferimento alla conferenza stampa di stamani tenuta dai Comitati cittadini e relativa alle utenze, – ha proseguito – vorrei ricordare che, sulla base di una delibera di giunta, è stato possibile ricalcolare gli importi sulla base del dato storico e della cubatura dell'alloggio, decurtarli del 25 per cento e prevederne la rateizzazione. Stanti, infatti, le note criticità riguardo al funzionamento dei contatori, e alla luce dei dati oggettivi circa la dispersione, dovuta ad una progettazione non conforme alla classe energetica A e al mancato funzionamento dei pannelli solari, abbiamo voluto da un lato effettuare un calcolo dei consumi quanto più possibile attendibile e dall'altro prevedere riduzioni compensative del mancato risparmio. Si tratta comunque, lo ribadisco, di una contabilità provvisoria a titolo di acconto e comunque, in virtù della riduzione del 25 per cento del totale, a fronte di un risparmio del 10 per cento normalmente garantito dai pannelli solari, oltre che delle modalità di calcolo, nessuno pagherà più del dovuto. Del resto, a causa delle difficoltà di bilancio e dei tagli nei trasferimenti dallo Stato, il Comune al momento non è in grado di provvedere alla sistemazione dei contatori e dei pannelli solari difettosi e, in attesa di risolvere il problema, questa è l'unica soluzione a tutela sia dell'ente che dei cittadini".

Poi, De Santis ha inteso far luce anche sull'affidamento prorogato a Manutencoop: "Verrà pubblicato a giorni il bando per l'affidamento del servizio di manutenzione e pulizia, per complessivi 1 milione e 200mila euro, ad un nuovo soggetto ma, nelle more del suo espletamento, siamo ricorsi ad una proroga tecnica di tre mesi, con un importo di 450mila euro, per evitare interruzioni nel servizio stesso che non avrebbero consentito neanche l'accensione delle caldaie".

Riguardo, infine, al sequestro dei balconi, De Santis ha voluto specificare che "l'iniziativa è in linea con quanto già predisposto dal Comune, vale a dire l'ordinanza del Sindaco con la quale si vieta l'accesso e i controlli effettuati dall'Amministrazione. Sulla base di questi dati abbiamo rilevato infatti criticità per 800 balconi. Su 50 di essi, in particolare, occorre intervenire subito con opere di messa in sicurezza e poi con la sostituzione, e ulteriori 350 presentano problemi di entità medio alta. Ritengo comunque che, alla luce di quanto sta emergendo oramai di giorno in giorno, in ordine a presunte frodi nella fornitura e all'impiego di materiali scadenti nella realizzazione degli alloggi, cittadini e amministrazione devono fare fronte comune. Il Comune non è la controparte, infatti, né dei cittadini né dei Comitati. Al contrario, siamo tutti sulla stessa barca e tutti abbiamo subito un danno per il quale il Comune pagherà un prezzo altissimo. Propongo, anzi, di tenere un incontro pubblico per confrontarci e capire come muoverci, tutti insieme, per trovare una soluzione e, soprattutto, per avere giustizia e ristoro dei danni".

Ultima modifica il Venerdì, 03 Ottobre 2014 15:49

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