Giovedì, 13 Novembre 2014 13:51

Grandi rischi: il verbale della commissione e le 'inesattezze' rassicuranti

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di Alessandro Tettamanti e Nello Avellani. "Escluderei che lo sciame sismico sia preliminare di eventi", disse Enzo Boschi. "Questa sequenza sismica non preannuncia niente", confermò Franco Barberi.

Si legge nella bozza del verbale [scaricalo qui] che verrà firmato poi il 6 aprile 2009, qualche ora dopo il terremoto, dai 7 'scienziati' della Commissione Grandi Rischi che, in realtà, si erano riuniti una settimana prima, per una quarantina di minuti. A L'Aquila, convocati dall'allora capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

"Gli sciami - sottolineò Barberi - tendono ad avere la stessa magnitudo ed è molto improbabile che nello stesso sciame la magnitudo cresca".

Un’affermazione questa che sembra priva di ogni valore scientifico. La Commissione internazionale Earthquake Forecasting cui, dopo il terremoto dell’Aquila, è stata commissionata una funzione di controllo del parere degli esperti, ha affermato che la presenza di piccole o medie scosse aumenta "marginalmente" la probabilità di un forte terremoto. L'autore principale del Rapporto ICEFCP, Thomas Jordan, aveva anche aggiunto che "la recente attività sismica ha determinato una maggiore probabilità di un grande terremoto di un fattore significativo, forse più di 100 volte superiore alla media di lungo termine".

Tornando alla riunione, con le parole del verbale postumo, leggiamo che - appena dopo l’arrivo in sala del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente - il presidente vicario Barberi affermò: "Ho sentito il capo del Dipartimento della protezione civile dichiarare alla stampa, anche se non è un geofisico, che quando ci sono sequenze sismiche frequenti si scarica energia e ci sono più probabilità che la scossa forte non avvenga. Che cosa potete dire a riguardo?".

Nessuno smentì direttamente e categoricamente l’assunto privo di ogni fondamento scientifico e al centro della retorica rassicurativa. Piuttosto, venne confermato come lo sciame non fosse preliminare di un grosso evento, nonostante non si potesse affatto escludere.

Inoltre sempre Boschi affermò: "Riteniamo di aver verificato tutte le zone sismo-genetiche dell’Abruzzo. I periodi di ritorno sono nell’ordine di 2-3mila anni, con un grado però di incertezza. I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta".

Affermazione assai singolare tanto più che lo stesso Boschi aveva condotto nel 1995 uno studio in cui si indicavano come aree a più imminente rischio sismico l’Abruzzo e la Sicilia. Uno studio smentito dal terremoto dell’Umbria e delle Marche, nel 1997 - come ricordato dallo stesso Boschi in sede d’Appello - ma che alla luce degli eventi non si può certo reputare privo di ogni fondamento.

Poi Barberi ribatté sul solito punto: "Gli sciami tendono ad avere la stessa magnitudo ed è molto improbabile che nello stesso sciame la magnitudo cresca". E aggiunse: "Questo non significa che abitazioni obsolete non possano avere danni alle strutture non portanti com controsoffiti, eccetera".

Parole che alimentano l’impressione che il sottotesto di buona parte della riunione fosse quello (poi effettivamente trapelato alla stampa) che scosse di grande entità non ci sarebbero state e che, al massimo, si sarebbero potuti verificare dei piccoli danni. Tanto che l’assessora regionale di Protezione Civile, Daniela Stati, potè tranquillamente mettere fine alla riunione con queste parole: "Grazie per queste vostre rassicurazioni che mi permettono di andare a rassicurare la popolazione attraverso i media che incontreremo in conferenza stampa".

Conferenza stampa a cui parteciperà anche il Presidente della Commissione Grandi Rischi, Franco Barberi.

In primo grado, i 7 'scienziati' della Grandi Rischi sono stati condannati a 6 anni per omicidio colposo e lesioni. Avevano fornito 'false rassicurazioni' ai cittadini, sentenziò il giudice. Un pronunciamento ribaltato dal collegio giudicante della Corte d'Appello dell'Aquila, con un colpo di spugna. "Il fatto non sussiste".

Tutti assolti, dunque. Eccetto il vice capo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis che si è beccato una condanna a due anni: per lui, e soltanto per lui, i giudici hanno ravvisato il 'nesso causale' tra le dichiarazioni rilasciate prima, dopo e durante la riunione della Commissione e la morte di alcune delle vittime del terremoto che, rassicurati da quelle parole, cambiarono le proprie abitudini e restarono in casa, la notte del 6 aprile.

Il Collegio giudicante evidentemente non ha ritenuto ammissibile la condotta collettiva colposa e ha stabilito che ogni imputato risponda individualmente per ciò che ha detto. In attesa delle motivazioni della sentenza, probabilmente però anche e soprattutto da questo punto si ripartirà per il quasi scontato ricorso in Cassazione. Anche senza stabilire un concorso infatti, le condotte di Boschi e Barberi potrebbero essere oggetto di impugnazione per un terzo grado di giudizio.

Altro tema, l’atteggiamento omissivo da parte di tutti gli scienziati della commissione nel non smentire, dopo il 31 marzo, la 'boiata pazzesca’ dello scarico d’energia. Eppure, la storia della nostra città raccontava ben altro. Persino il terremoto dell'Umbria, nel 1997, aveva scritto una pagina di storia ben diversa.

Forse, lo ricordate. Una serie di scosse telluriche aveva interessato l'Umbria fin dal mese di agosto, nei dintorni di Nocera Umbra e Colfiorito. Le scosse avevano raggiunto intensità anche del quarto grado Mercalli ai primi di settembre e, per questo motivo, la Protezione civile informò la popolazione di un imminente pericolo legato allo sciame sismico, invitando gli abitanti di Colfiorito, Cesi e paesi limitrofi a soggiornare nelle tendopoli istituite pochi giorni prima del terribile sisma. Mai decisione fu più azzeccata. In quell'occasione, lo sciame sismico fu di fatto considerato precursore di un evento distruttivo.

E la notte del 26 settembre 1997, infatti, alle ore 1:12, una terribile scossa dell'ottavo grado Mercalli sconvolse il territorio.

Il sottosegretario Franco Barberi, intervistato l'indomani da Unomattina, sottolineò come fosse inverosimile l'ipotesi di altre scosse, di maggiore intensità. Invece, alle 11:42 del 27 settembre, ecco un'altra scossa, del nono grado, che provocò la morte di 8 persone.

di Alessandro Tettamanti e Nello Avellani

 

Ultima modifica il Sabato, 15 Novembre 2014 12:25

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