Domenica, 16 Novembre 2014 17:15

"Ultras Liberi" non si può dire. Lo strano caso di repressione sugli aquilani a Santarcangelo

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Anche chi non ha seguito L'Aquila fino a Santarcangelo di Romagna e magari ha visto la partita sulla piattaforma web sportule.tv, si sarà accorto che al ritorno in campo delle squadre i tifosi aquilani erano spariti dalle gradinate.

A qualcuno può essere sembrato un déjà vu di sabato 8 novembre quando gli ultras non sono entrati in curva al Fattori perchè è stato loro vietato, da parte della questura locale, l'ingresso di due striscioni per il rientro di tre diffidati.

Invece è successo davvero, di nuovo per protesta verso le forze di polizia di Santarcangelo che hanno dato vita ad una condotta davvero singolare imponendo di togliere due drappi che riportavano le scritte "Ultras Liberi" e "Diffidati con noi" al termine dei primi 45 minuti di gioco.

"Ieri - scrivono i Red Blue Eagles in un comunicato che racconta i fatti - nel pre-partita fuori lo stadio di Santarcangelo, durante le consuete operazioni di pre-filtraggio, è stato vietato l'ingresso dei bandieroni del gruppo, mentre è stato consentito dai funzionati locali, l'accesso dei drappi che portiamo con noi in ogni trasferta".

"Dopo i primi 45 minuti di gioco, precisamente nell'intervallo della gara, è entrato in scena lo "sceriffo" locale con la sua voglia di protagonismo. Sotto l'occhio vigile delle telecamere ci ha intimato, minacciando diffide per tutti, di levare i drappi "Diffidati con noi" e "Ultras liberi", gli stessi stendardi fatti entrare dalle forze dell'ordine prima della gara, gli stessi stendardi che sono entrati in tutti gli stadi d'Italia, dai campi più blasonati di serie A fino ai campetti di periferia".

"Non potendo sottostare a tale ricatto e a questo ennesimo abuso di potere - continuano i Rbe - siamo usciti dal settore da noi occupato posizionandoci in una tribunetta di tubi innocenti adiacente lo stadio e dalla quale abbiamo continuato il nostro tifo con i nostri stendardi.
Vogliamo denunciare questo ennesimo episodio di repressione, questo ennesimo sopruso da parte di chi dovrebbe garantire l'ordine, ma fà di tutto per assicurarsi che ciò non accada, delirando quando con spocchia e spavalderia afferma: " Quà la legge sono io!"

"Ancora una volta - concludono gli ultras aquilani - constatiamo che in questo paese la legge non è uguale per tutti e non è uguale ovunque".

L'episodio capitato ai Red Blue Eagles arriva dopo l'approvazione definitiva in ottobre del nuovo decreto legge sugli stadi che ha dato un altro giro di vite a provvedimenti come quello del Daspo, adesso applicabile per un minimo di tre anni anche a livello di gruppo e quindi non solo individuale. Ma anche, si legge nel testo di legge, verso" chi espone striscioni offensivi o violenti o razzisti".

Ma come si fa a dare un interpretazione del genere agli striscioni degli aquilani?
Piuttosto, come fanno notare gli stessi tifosi, le nuove norme - tra l'altro - sembrano avere come conseguenza quella di conferire un maggior potere discrezionale ai funzionari locali.

Il tutto in uno stadio semi vuoto e senza gruppi organizzati 'avversari', come nel caso della piccola realtà di Santarcangelo.

 

 

Ultima modifica il Domenica, 16 Novembre 2014 17:42

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