Giovedì, 04 Dicembre 2014 14:18

Aree interne, Cgil: "Servizi di qualità per evitare spopolamento"

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Assistenza e servizi socio-sanitari, che succede in provincia dell'Aquila? Se lo sono chiesti stamane, in conferenza stampa, il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, e la segretaria provinciale dello Spi-Cgil, Loretta Del Papa

Di queste settimane, le proteste dei cittadini di Campo di Giove, Barisciano, Pizzoli e Gioia dei Marsi che hanno tentato - invano - di scongiurare la chiusura dei presidi di guardia medica, così come previsto dal decreto del Commissario per il rientro dal debito sanitario di Regione Abruzzo. "Si continuano ad operare scelte che privano i cittadini dei livelli minimi di assistenza, nella solita ottica di riduzione della spesa socio-sanitaria-assistenziale", ha più volte denunciato il segretario cittadino del Partito della Rifondazione comunista Goffredo Juchich. "La chiusura delle guardie mediche, con la conseguente razionalizzazione in circoscrizioni ancora più estese che in passato, comporterà per gli operatori sanitari l’aumento esponenziale dei tempi di percorrenza per gli interventi rendendo pericolosamente inefficace la loro presenza sul territorio".

Ovviamente, a pagare il prezzo dei tagli saranno i cittadini delle aree interne della provincia dell'Aquila, che vivono in un territorio assai vasto con moltissime criticità dovute, in particolare, alla peculiare morfologia. "Con questa scelta si costringe una popolazione prevalentemente anziana a spostarsi sull’ospedale più vicino o, comunque a spostamenti lunghi e pericolosi specie d’inverno e nelle ore notturne. Siamo di fronte all’ennesimo episodio che dimostra che le scelte di austerità dei governi nazionali e regionali altro non sono che macelleria sociale ai danni dei più deboli".

Una denuncia condivisa dalla Cgil e dal sindacato dei pensionati. "Siamo costretti a fare i conti con gli interventi decisi che tagliano alcuni servizi essenziali per le nostre aree interne", ha sottolineato stamane Umberto Trasatti. "Non solo le guardie mediche, persino il punto nascita di Sulmona. Decisioni che contraddicono la 'Strategia per le aree interne' elaborata, a livello nazionale, dal Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione economica che intende, così, contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di qualità, attraverso innovative forme di partecipazione e la coesione tra le amministrazioni locali che devono associarsi per poter ancora garantire le funzioni fondamentali".

Il Dipartimento sta valutando, proprio in questi giorni, le aree 'pilota' che verranno inserite nel progetto, identificate - hanno spiegato Trasatti e Del Papa - "in riferimento alla loro distanza dai 'centri di offerta di servizi' in grado di fornire: la presenza di almeno un ospedale sede di DEA, i vincoli di accessibilità nel ricorso all'assistenza ospedaliera, l'adeguata garanzia di equilibrio e integrazione delle funzioni tra ospedali e servizi territoriali".

Una strategia condivisa nei metodi e, soprattutto, nell'approccio dalla Cgil che, per questo, ha inteso sollecitare "una riflessione, un confronto serio con la Regione Abruzzo e le amministrazioni locali per garantire i servizi ai cittadini e, così, aumentare il benessere delle popolazioni locali, la domanda di lavoro, il grado di utilizzo del capitale territoriale, riducendo i costi sociali della de-antropizzazione e rafforzando i fattori di sviluppo locale".

Con il fine ultimo di invertire la drammatica tendenza demografica che vivono le aree interne della provincia dell'Aquila. "Nei territori 'ultraperiferici', Regione Abruzzo - dal 1971 al 2011 - ha visto ridursi la popolazione residente del 42.8%; nei territori 'periferici' del 23.9%, a fronte di un contestuale aumento della popolazione nei così detti 'poli intercomunali' del 42.5%". Addirittura, negli ultimi dieci anni - dal 2001 al 2011 - la popolazione residente dei territori 'ultraperiferici' è scesa del 13.4%, e l'età media aumenta: in Valle Subequana, una delle aree interne individuate da Regione Abruzzo e al vaglio del Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione economica, gli over 65 sono aumentati - negli ultimi 40 anni - di circa il 13%.

"Le aree interne hanno bisogno di gente che le abita", ha sottolineato Loretta Del Papa. "Guardate cosa è successo in Liguria: con l'abbandono dei terrazzamenti e il trasferimento della popolazione a valle, è cresciuto il bosco che, non trovando abbastanza terra, è franato. Inoltre, l'abbandono di queste aree significa cancellare lo straordinario patrimonio di borghi e paesaggi che vantiamo in provincia".
Per evitare lo spopolamento, e sperare magari che qualche giovane decida di tornare ad abitare le aree interne, "è necessario fornire servizi, e di qualità. Pensando non soltanto ai costi che comportano, piuttosto al ritorno che possono garantire. In questo senso, i servizi per la salute sono fondamentali". Vitali, addirittura, aggiunge Trasatti. "In Provincia dell'Aquila, abbiamo circa 120mila pensionati che percepiscono una media di 550euro al mese, ben al di sotto persino della media regionale. Come detto, molti vivono nelle aree interne: a loro, dobbiamo garantire i servizi primari".

Dunque, la proposta di un tavolo di confronto con la Regione che stimoli "la partecipazione dei cittadini e la coesione tra le amministrazioni locali. Il nostro - continua Del Papa - è un verso e proprio appello ai sindaci dei piccoli centri delle aree interne: associatevi per garantire ai cittadini i servizi fondamentali, di qualità, così come indica la strategia del Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione economica".

Non si possono più tollerare scelte che contraddicono la strategia complessiva che il Paese sta adottando.

 

Ultima modifica il Giovedì, 04 Dicembre 2014 14:33

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