A volte la protesta paga. Dino Rossi - l'agricoltore di Ofena (L'Aquila) che ha più volte protestato fuori la sede di Equitalia L'Aquila contro l'accumulo di debiti che l'agenzia ministeriale richiede alle aziende agricole in difficoltà [leggi l'articolo] - ha ottenuto la sospensione del procedimento da parte del giudice del tribunale.
"Ieri - ha diffuso il sindacato degli agricoltori Cospa Abruzzo attraverso una nota - il giudice ha sciolto la riserva e ha sospeso il procedimento nei confronti dell’azienda agricola Dino Rossi da parte di Equitalia [...] Un vero e proprio calvario per l’azienda, messa nel tritacarne dall'ente di riscossione con metodi rivelatosi illegali, tanto che il titolare aveva minacciato il suicidio, ma dopo ha reagito portato davanti Equitalia un carico di letame".
La nota di Dino Rossi del Cospa Abruzzo
Venga tardi e venga bene!
E' il caso di appellarsi ai vecchi proverbio, riguardo al caso dell’azienda agricola Dino Rossi di Ofena, alla quale Equitalia l’estate scorsa gli aveva pignorato il conto corrente prosciugandolo di quei pochi spiccioli sufficiente per la gestione aziendale.
Ieri, il giudice ha sciolto la riserva e ha sospeso il procedimento nei confronti dell’azienda agricola Dino Rossi da parte di Equitalia, di cui si allega copia. Un vero e proprio calvario per l’azienda, messa nel tritacarne dall’ente di riscossione con metodi rivelatosi illegali, tanto che il titolare aveva minacciato il suicidio, ma dopo ha reagito portato davanti Equitalia un carico di letame. Il pignoramento del conto corrente ha ulteriormente danneggiato il titolare dell’omonima azienda, già compromesso come tutte le aziende agricole italiane, dai costi gestionali alle stelle e i prodotti ricavati sottopagati, con l’aggravante del sisma 2009.
Infatti durante il terremoto, le aziende agricole oltre ad essere danneggiate le strutture, la politica locale rimanendo impassibile verso il danno economico post-terremoto alle aziende agricole del cratere, tanto è vero che i nostri vitelli rimasero nelle stalle distrutte dal terremoto, mentre arrivava la carne da fuori putrefatta per l’approvvigionamento alle tendopoli e il latte stoccato nelle cisterne della centrale del latte di l’Aquila.
A questo si aggiunge Equitalia, che ha tenuto nascosto il condono fiscale varato dal consiglio dei ministri, ma alla scadenza senza scrupoli emette pignoramenti illegali, costringendo il contribuente all’adesione del rateizzo, dove ci infilano di tutto: dalle cartelle prescritte, quindi inesigibili a quelle non in idonee emesse dall’agenzie delle entrate firmate da semplici funzionarie non da dirigente come previsto dalla legge costituzionale. A questo punto non ci rimane altro che iniziare un’azione risarcitoria per i danni morali e materiale nei confronti di Equitalia la quale di equo ha solo il danneggiamento e le chiusure di molte aziende che tirano avanti a stento, non per la loro incapacità, ma per scelte politiche che sta portando sul lastrico tutte le imprese italiane.