Mercoledì, 25 Febbraio 2015 10:38

Case, le prove di carico a Cese: struttura ha retto ma il solaio si è deformato

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L'inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila sul crollo del balcone nella new town di Cese di Preturo sta entrando nel vivo. 

Ieri, è stata eseguita - alla presenza degli esperti nominati dalla Procura - la prova di carico su un solaio e un balcone di una palazzina di via Volontè, nel complesso di Cese. 

Gli uomini della Forestale avevano già preparato il campo, smontando massetti, pavimenti, impianti e infissi con l'ausilio di una impresa individuata dalla Procura. Con la Forestale, gli esperti nominati: l'architetto Carlo Maria Perotti e l'ingegnere Umberto Scalzotto, entrambi di Torino, con gli ausiliari Bernardino Chiaia, ordinario di Scienze delle costruzioni al Politecnico di Torino, e il geometra Claudio Di Natale.

Dunque, si è proceduto alla prova con il posizionamento di una vasca di gomma gonfiabile, in uno degli appartamenti, e di due grossi contenitori sul balcone, così da ottenere il peso necessario. Solaio e balcone sono stati sottoposti ad un peso di 400kg per metro quadro. 

Qual è stato il responso? La prova è stata superata, il solaio e il balcone non sono crollati. Non vuol dire, però, che la palazzina sia stata costruita bene. Anzi, il solaio si è deformato e ha avuto una curvatura del doppio rispetto al consentito. Il balcone, invece, ha avuto una flessione di 3millimetri. Insomma, le tavole di legno che sorreggono i balconi non paiono affatto sicure. 

"La cosa principale da stabilire - ha spiegato il professor Bernardino Chiaia - è il grado di sicurezza: da questo dato, dipende la decisione di estendere i controlli agli altri alloggi costruiti in maniera simile. Per i risultati comunque dobbiamo attendere tutti i risultati".

Stamane, verranno effettuate altre prove su un balcone gemello a quello crollato nel settembre scorso, nella stessa palazzina. 

Dalle prove di carico e dalla relazione che seguirà dipende il destino dell'inchiesta: sarebbero 39 gli iscritti nel registro degli indagati, per lo più persone che hanno avuto responsabilità nella filiera di costruziolne del progetto Case. I reati contestati sono crollo colposo, truffa, frode nelle pubbliche forniture, falso. 

Tra le altre cose, il pm titolare dell'inchiesta, Roberta D'Avolio, vuole avere indicazioni sulla condizione statica degli alloggi con l'obiettivo di verificare se vi possano essere eventuali pericoli negli altri 493 appartamenti abitati dove sono stati posti sotto sequestro gli 800 balconi. Ai tecnici il pm ha chiesto anche di stabilire qualità dei materiali, il grado di sicurezza e la modalità di costruzione.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 25 Febbraio 2015 12:31

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