A quattro anni dall'avvio della procedura di gara, e dopo innumerevoli proroghe per "urgenza e necessità" di svolgimento continuativo del servizio, è stato finalmente affidato l'appalto del servizio di ristorazione ospedaliera per i tre ambiti territoriali di competenza della Asl 1 Avezzano Sulmona L'Aquila.

L'Azienda sanitaria, presieduta dal manager Giancarlo Silveri, ha pubblicato sull'albo pretorio dell'Ente l'esito della gara milionaria, che affiderà a tre imprese (o raggruppamenti di imprese) i servizi di mensa per pazienti e dipendenti divisi in tre lotti, ognuno riferito a un ambito territoriale della provincia: L'Aquila (per un totale di 12,7 milioni di euro), Avezzano (5,5 milioni) e Sulmona-Castel di Sangro (1,5 milioni).

Per quanto riguarda l'area dell'aquilano, in cui la parte del leone è appannaggio dell'Ospedale "San Salvatore", il servizio per i prossimi cinque anni è stato affidato all'associazione temporanea di imprese (ati) Innova Spa e A.g.r.i. Srl di Pomezia (Roma). L'ati ha ottenuto un punteggio complessivo di 92,02, avendo la meglio sulla seconda classificata: la Vivenda Spa (90,58). Il colosso romano della ristorazione collettiva, dunque, non venderà più i pasti per pazienti e dipendenti dell'ospedale aquilano, come succede in proroga da ormai quasi quattro anni.

La vicenda è nota, ed è stata svelata da un'inchiesta di NewsTown datata maggio 2014: non avendo mai chiuso la gara europea di affidamento pluriennale del servizio, la Asl dell'Aquila ha affidato alla Vivenda il servizio - che comprensibilmente non può essere interrotto - dapprima con un contratto semestrale, e poi con continue proroghe. Stiamo parlando di circa 40mila pasti per circa 220mila euro al mese. In questo modo, la Vivenda ha ricevuto - in proroga a un contratto temporaneo, e dunque senza vincere alcuna gara per l'affidamento definitivo - quasi 8 milioni di euro.

Per quanto riguarda l'ambito territoriale della Marsica, la gara è stata vinta dalla Essebi Srl di Avezzano (L'Aquila) con un prezzo per colazione, pranzo, cena e merenda per i degenti di 12 euro. Nell'area sangrina-peligna, invece, la gara è stata vinta dalla stessa Vivenda Spa, con un prezzo complessivo di 17,80 euro a degente.

Tornando all'Aquila, la Innova si è aggiudicata la gara con un prezzo di colazione, pranzo, cena e merenda per i pazienti di 15,30 euro, più il pasto per la dialisi e per il centro trasfusionale, e il pranzo per i dipendenti. Il prezzo che invece negli ultimi anni ha pagato la Asl in proroga è complessivamente 15,40 euro. Un importo molto simile, che però non includeva il servizio di merenda, del valore di 1,50 euro.

Apparentemente sono numeri irrilevanti, che però moltiplicati per migliaia di pasti e decine di mesi, hanno fatto spendere alla Asl circa 1 milione di euro in più, corrisposti alla Vivenda, rispetto alla cifra che avrebbe erogato se la gara si fosse chiusa in tempi ragionevoli.

La scorsa settimana Silveri ha finalmente rotto il silenzio sulla questione dell'affidamento del servizio di ristorazione, affermando che le proroghe sono state necessarie perché l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) aveva chiesto la documentazione relativa alla gara, bloccando di fatto la procedura. Come abbiamo già sottolineato, questa è una verità solo parziale: innanzitutto perché l'Anac ha chiesto i documenti, in seguito a un pre-ricorso, relativi esclusivamente al lotto dell'area peligna-sangrina, e poi perché l'ha fatto solo nell'agosto 2014, dopo tre anni di proroghe deliberate dalla direzione generale dell'azienda.

Oggi, finalmente, siamo alla conclusione di una faccenda quantomeno grottesca, nella quale un'amministrazione pubblica è stata capace di tenere aperto un milionario bando di gara per più di tre anni, e per la quale sono state invocate più volte le parole "urgenza" e "necessità" che all'Aquila abbiamo conosciuto bene nel periodo dell'emergenza post-sisma, quando l'affidamento diretto divenne ghiotta occasione di affari per molti.

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