La Giunta Comunale ha approvato la delibera con la quale istituisce la Consulta giovanile del Comune dell'Aquila, quale organo consultivo dell'Amministrazione Comunale per le iniziative riguardanti le politiche giovanili, ed il relativo Statuto, composto da diciannove articoli. La delibera è stata trasmessa al Consiglio Comunale e verrà inserita all'ordine del giorno di una delle prossime sedute.
"Uno strumento importantissimo - ha dichiarato l'assessore alle Politiche Giovanili, Emanuela Di Giovambattista - partito dal basso, fatto dai giovani della nostra città e frutto esclusivo della loro volontà perché scaturito da un lungo percorso partecipativo che ha messo a confronto, spesso anche smussandone i diversi aspetti, le anime più diverse".
La proposta era stata firmata, nel novembre 2013, dal consigliere comunale Daniele Ferella (Tutti per L'Aquila), con il sostegno dei colleghi Emanuele Imprudente (L'Aquila Città Aperta), Guido Liris (Pdl), Alessandro Piccinini (Gruppo misto), Luigi D'Eramo (Prospettiva 2022) e Raffaele Daniele (Udc). L'iter partecipativo per l'elaborazione dello Statuto - seguito oltre che dall'assessore Di Giovambattista, dall'assessore alla Partecipazione, Fabio Pelini - è stato poi articolato in sei incontri che si sono svolti dall'ottobre scorso al mese di febbraio.
"I giovani - spiega ancora l'assessore - si sono fatti loro stessi promotori nei confronti dell'Amministrazione comunale dell’istituzione del medesimo Organismo, quale mezzo di partecipazione alla vita ed alle istituzioni democratiche, a disposizione del mondo giovanile che potrà proporre idee, iniziative e pareri su temi di proprio interesse, direttamente nei confronti degli organi elettivi comunali, contribuendo con le loro proposte e con i loro pareri alla fase d’impostazione delle decisioni che questi dovranno assumere in proposito".
"Non si tratta pertanto - ha concluso Di Giovambattista - di uno statuto imposto dall'Amministrazione ma di un documento prodotto dai nostri giovani che, mi auguro fortemente, trovi il sostegno pieno del Consiglio proprio perché costruito su misura secondo quanto le ragazze ed i ragazzi hanno democraticamente deciso".