In occasione della giornata mondiale dell'acqua 2015, un'ampia delegazione del Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua è a Bruxelles per manifestare, insieme alla Rete Europea, per il diritto all'acqua.
Oggi e domani, infatti, si svolge la 4a Conferenza Europea dell’Acqua dalla quale sono escluse le realtà sociali e gli stessi promotori dell'ICE (European Citizens Initiative) che, nel 2013, hanno raccolto oltre 1 milione e ottocentomila firme per proporre alla Commissione Europea un provvedimento legislativo che escluda l'acqua e i servizi igienici dalle "norme del mercato interno" e dalla liberalizzazione.
E' passato più di un anno e le richieste dei cittadini europei sono state ignorate. Anzi, si continua percorrere la strada della commercializzazione e della privatizzazione, in complicità con le multinazionali del settore idrico, come dimostra la Conferenza Europea che la stessa Commissione ha organizzato a Bruxelles.
"La crisi ha ulteriormente evidenziato che la politica della Commissione Europea, attraverso la Troika ed imponendo programmi di austerità, entra in conflitto con la cittadinanza europea che si mobilita per difendere l’acqua come bene comune, diritto umano che deve essere garantito attraverso un processo partecipativo e di gestione pubblica", hanno ricordato stamane i manifestanti, arrivati da tutta Europa per il presidio davanti al Parlamento di Bruxelles.
"In questo momento, si sta lavorando ad una risoluzione che dovrà passare in Commissione Europea, per essere discussa successivamente in Parlamento. Il testo recepisce alcune delle indicazioni avanzate con la raccolta firme dei cittadini europei dell'anno passato, discusse e liquidate troppo in fretta dalla Commissione. Anche con la manifestazione di oggi, stiamo spingendo affinché si rispolverino quei principi per arrivare ad una risoluzione ufficiale per il diritto all'acqua pubblica".
Il Movimento Europeo ha manifestato innanzi al Parlamento per pretendere che l’agenda politica dell'Unione includa la ratifica del diritto umano all’acqua nella Costituzione del vecchio Continente. "Chiediamo alla Unione Europea ed agli Stati Membri che dichiarino l’accesso all’acqua ed ai servizi igenico-sanitari come diritto umano - hanno chiesto gli attivisti dell'acqua pubblica, improvvisando una conferenza stampa - che fermino la promozione della privatizzazione e la liberalizzazione dei servizi idrici ed igenico-sanitari e che gli stessi vengano esclusi senza ambiguità ed in tutte le forme dagli accordi commerciali. Organizzare riunioni, dibattiti e proposte non è sufficente a cambiare i rapporti di forza che impediscono all’acqua di essere considerata bene comune e pubblico. Bisogna lottare e mobilitarsi come ha dimostrato la cittadinanza greca o irlandese nelle recenti lotte contro la privatizzazione e mercantilizzaione dell’acqua".
Dal Parlamento europeo, il corteo dell'acqua si è mosso quindi per le strade di Bruxelles, fino alle porte della Commissione. "Siamo qui per ricordare alla Commissione che, l'anno scorso, ci aveva assicurato avrebbe lavorato per il diritto all'acqua. Al contrario, non ha fatto ancora nulla. Anzi, ha organizzato un incontro - proprio nelle giornate dedicate all'acqua - con le multinazionali del settore, senza invitare i cittadini né i movimenti", ha spiegato Renato Di Nicola, del Movimento abruzzese. "Allo stesso modo però, abbiamo incontrato stamane alcuni gruppi del Parlamento europeo per una nuova risoluzione in difesa del diritto umano all’acqua ed ai beni comuni che non devono entrare in alcun accordo commerciale. Il fatto che ci siano centinaia di persone da tutta Europa - ha sottolineato Di Nicola - da vita, corpo e sangue al Movimento europeo. E' importante cambiare dimensione, non possiamo pensare di risolvere i problemi dei nostri territori senza darci una dimensione globale, senza capire cosa c'é di globale nei nostri territori e cosa dei nostri territori nel globale".
In effetti, la concomitanza dell’iniziativa a Bruxelles con la Giornata Mondiale dell’Acqua assume un valore particolare e quanto mai attuale in Italia, dove in sfregio all’inequivocabile volontà popolare conclamata con la vittoria referendaria del 2011 per la salvaguardia della gestione dell’acqua e dei servizi pubblici locali dalle logiche di profitto e di mercato, anche il Governo Renzi sta tentando di riproporre la strada della privatizzazione.
La straordinaria vittoria referendaria ha segnato un passaggio epocale di rifiuto dei processi di mercificazione dell'acqua e dei beni comuni, oltre ad aver messo un freno alle privatizzazioni. L'attuale Governo, in continuità con quelli precendenti, sta però rilanciando un piano che prevede la messa sul mercato della gestione dell'acqua e degli altri servizi pubblici locali.
"Abbiamo gestito fallimentari dell'acqua che si dicono pubbliche e invece sono privatistiche. Abbiamo avvelenamenti continui delle fonti idriche, e nessuno viene condannato per questo. Non solo. Con il decreto “Sblocca Italia” e con la legge di stabilità si stanno incentivando processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei quattro colossi multiutilities attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa. Il DDL Madia, inoltre, se approvato nell'attuale versione, in discussione al Senato, rappresenta un'ulteriore delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione".
A queste direttive politiche si è affiancato in questi anni l'operato dell'AEEGSI, che ha formulato un nuovo metodo tariffario tramite il quale, oltre a reinserire sotto mentite spoglie la remunerazione del capitale investito, si consentono ai gestori ampi margini di profitto. Una decisione che ha già comportato importanti aumenti tariffari. Solo nel 2013, le tariffe sono cresciute del 7,4% e negli ultimi 10 anni dell'85%, senza contare l'operazione che ha permesso ai gestori d'inserire nella bolletta idrica conguagli retroattivi fino al 2006.
In questo quadro, l'azione dei comitati per l'acqua non si è affatto fermata: in decine di territori sono in corso vertenze per la ripubblicizzazione, con successi come quello di ABC Napoli, della legge regionale del Lazio, e del percorso avviato a Reggio Emilia. Altrettante vertenze si stanno purtroppo aprendo contro nuovi tentativi di privatizzazione: dalla Sardegna a Bologna, passando per il processo di fusione con il quale si intende consegnare ad Acea la gestione dell'acqua di gran parte del Centro Italia.
Anche il movimento abruzzese non ha mai smesso di mobilitarsi. "Appena saremo tornati in Abruzzo, incontreremo gli assessorati di competenza che si occupano di acqua per capire che cosa vogliono fare e come vogliono resistere ai processi di privatizzazione avviati dal Governo", conclude Di Nicola.
A chiusura della manifestazione, intorno alle 17:30, i movimenti si incontreranno per un primo momento di confronto che proseguirà, poi, domattina, con una assemblea generale straordinaria. Dalle 9:30 alle 11, si discuterà di "Proprietà pubblica e democrazia: nuovi modelli di resistenza contro la privatizzazione in Europa". Dunque, tra le 11 e le 14 si ragionerà intorno alla tutela dei beni comuni.
NewsTown continuerà a seguire e raccontarvi i lavori del Movimento europeo per l'acqua.