Mercoledì, 09 Settembre 2015 17:16

L'Europarlamento vota per il diritto umano all'acqua

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Il diritto umano all’acqua deve entrare nella legislazione comunitaria.

A sancirlo è il voto dell’Europarlamento che, nella giornata di ieri, ha approvato una relazione modellata sulla proposta formulata dalla campagna Right2Water che ha potuto contare su più di 1milione e 800mila adesioni all'European Citizens Initiative. Ricorderete che NewsTown, nel marzo scorso, era volata a Bruxelles con il Forum italiano dei movimenti per l'acqua così da raccontare le manifestazioni organizzate dalla Rete Europea a margine della 4a Conferenza Europea dell'Acqua che escludeva dalle discussioni le realtà sociali e gli stessi promotori dell'ICE. E ricorderete che i movimenti europei colsero l'occasione per confrontarsi con alcuni europarlamentari e spiegargli, dunque, le ragioni della mobilitazione.

Ieri, è arrivato il voto del Parlamento Europeo. Una grande vittoria per la democrazia: la relazione sul seguito da dare all'ICE Right2Water è stata approvata, infatti, senza grandi cambiamenti, nonostante una contromozione proposta dal PPE e dei gruppi ECR. Il documento è passato con 363 voti favorevoli, 96 contrari e 231 astenuti. Ora, la Commissione è 'invitata' all'istruzione di strumenti legislativi efficaci che rendano reale il diritto umano all'acqua. Che è chiaramente definita bene vitale e necessario per la dignità umana e che, dunque, non può essere trattata come una merce. Pertanto, i servizi idrici devono essere esclusi da qualsiasi accordo commerciale, innanzitutto dal TTIP: il trattato di libero scambio fra Stati Uniti e Unione europea, infatti, al momento non estromette l’acqua dai tanti servizi pubblici che intende aprire alla privatizzazione.

La Commissione è tenuta, altresì, a non promuovere la privatizzazione dei servizi idrici nel contesto delle misure di austerità e ad escludere l'acqua, i servizi igienico-sanitari e di smaltimento delle acque reflue dalle regole del mercato interno.

La deputata irlandese del GUE, Lynn Boylan, relatrice del provvedimento, ha accolto con favore l’esito della votazione: "Questa è una vittoria per la società civile e per gli attivisti di Right2Water in tutta Europa", ha sottolineato. "Gli 1.8 milioni di firmatari dell’iniziativa dei cittadini europei, primo caso di successo per questo meccanismo, hanno finalmente ricevuto il sostegno che meritano da un’istituzione dell’Ue. La risposta iniziale della Commissione all’ECI era stata vaga, deludente e aveva fatto poco per esaudire le richieste. Io e altri colleghi progressisti ci siamo riuniti per produrre una relazione che meglio rispondesse alla loro campagna".

Un successo indiscutibile, con un unico motivo di rammarico: dalla relazione, infatti, è sparito il paragrafo che invitava l'Unione europea a sviluppare partenariati pubblico-pubblico nell’ambito della cooperazione internazionale sull’acqua, rompendo lo schema consueto delle partnership pubblico-privato. Non si può negare, però, che il voto dell'Europarlamento rafforzi in maniera considerevole le battaglie per la ripubblicizzazione condotte, in questi anni, dai movimenti attivi nel vecchio Continente. E non si può neppure sottovalutare la portata del voto di ieri. Infatti, se è vero che la Commissione europea potrebbe decidere di non dar seguito alle pressioni politiche dell'Europarlemento, è vero anche che l’intera architettura dell’Unione ne uscirebbe parecchio delegittimata.

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