Mercoledì, 08 Aprile 2015 14:13

Sottoservizi: inaugurato il cantiere. Di Benedetto: "Giornata storica"

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8mila parallelepipedi in cemento armato - i cosiddetti conci - interrati a una profondità di 3 metri e "legati" l'uno all'altro fino a formare una rete di tunnel lunga 13 km (ogni concio è alto 2 metri, lungo 1,50 e largo altrettanto e pesa circa 50 tonnellate); 38 milioni di euro di costi; tre imprese coinvolte.

Sono i numeri del primo stralcio dei lavori per il rifacimento dei sottoservizi del centro storico, iniziati ieri con l'inaugurazione del primo cantiere allestito in via Sallustio, all'incrocio con via Annunziata, tra piazza Palazzo e piazza Duomo.

Presenti al taglio del nastro il presidente della Gran Sasso Acqua - la società pubblica che ha fatto da stazione appaltante - Americo Di Benedetto; il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente; il vice presidente della giunta regionale Giovanni Lolli; il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio; la rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi; l'ex capo del Diset Aldo Mancurti.

"E' una giornata speciale non solo per la Gsa" ha affermato Di Benedetto "ma per tutta la città; per il Comune e per le imprese che affronteranno questa diffile ma avvincente avventura. Da oggi si inizierà a lavorare, tutto ciò che è stato fatto in questi ultimi due anni servirà a trasformare le sorti dei sottoservizi della città".

Quello dei sottoservizi è il più grande appalto pubblico del post-terremoto: 80 milioni di euro divisi in due stralci.

Il primo, da 38 milioni di euro, è quello appena inaugurato e interesserà l’area compresa fra piazza Battaglione Alpini e Villa comunale - il cosiddetto “asse centrale” - con le diramazioni di via Cascina a ovest e via Fortebraccio a est, incluse via Castello, via Garibaldi e Santa Maria di Farfa. Ad esserselo aggiudicato è stata un'Ati composta da Acmar, Taddei spa e Edilfrair.

Il secondo, da 42 milioni, è in corso di aggiudicazione e sarà diviso in 5 lotti: tre per il centro storico e gli altri per via Strinella e viale della Croce Rossa.

Tra i sottoservizi compresi rientrano le reti di distribuzione idrica, le fognature, la rete elettrica a bassa e media tensione per l’illuminazione pubblica e privata, la rete gas metano, la rete telefonica e quella a fibra ottica per il collegamento dati.

Proprio sulla fibra ottica, è in corso una trattativa con Telecom per approntare la rete FTTH (Fiber to the home) che porterebbe la connessione ad alta velocità direttamente nella singola unità abitative. Soluzione che garantirebbe la massima velocità di trasmissione fino all'utente finale, in previsione di servizi di rete sempre più evoluti che potrebbero attrarre in città investimenti economici importanti. In effetti, non ci sono altri esperimenti del genere in Italia, se non in un piccolo quartiere di Milano.

Attività commerciali e cantieri. Di Benedetto: "Stiamo studiando soluzioni per non farli chiudere"

"Avremo una premura particolare per chi, con immensi sacrifici, ha riaperto il proprio negozio o la propria attività nel centro storico".

Nel corso della cerimonia, il presidente della Gsa ha voluto dare delle rassicurazioni ai titolari dei negozi che hanno riaperto in centro storico.

Sono un'ottantina, stando a un censimento fatto dal Comune, le attività commerciali che hanno riaperto i battenti dentro le mura, nel cuore antico della città.

Il timore, ora, è che, proprio per l'avvio dei lavori dei sottoservizi, i proprietari di questi esercizi siano costretti a fermarsi e a chiudere di nuovo bottega, seppur temporaneamente.

Di Benedetto ha ammesso che delle chiusure saranno necessarie ma, ha specificato, "mi auguro che sia solo una questione di pochi giorni. Inizieremo avanzando di 10 metri al giorno, da questo punto di vista via Sallustio rappresentrà un'esperienza pilota che ci servirà per capire come procedere anche altrove".

L'approccio, insomma, sarà molto empirico. Soluzioni bell'e pronte non ce ne sono, verranno trovate di volta in volta.

Anche per i cantieri della ricostruzione pubblica e privata, ha detto Di Benedetto, "c'è un accordo con il Comune e l'Ance affinché si creino le migliori condizioni di lavoro. E' stata prevista una rimozione temporanea dei ponteggi. Il problema è che cosa c'è sotto la pavimentazione. Una volta superato questo handicap, potremo procedere più tranquilli, con una velocità di esecuzione accettabile. Non parliamo di tempi di fermo cantiere rilevantissimi".

Tuttavia, secondo alcuni, le previsioni del presidente della Gsa sono fin troppo ottimistiche. Oltre all'incognita rappresentata da quel che si nasconde sottoterra a livello di condotte e tubature, un altro potenziale problema, che potrebbe generare è costituito dai reperti archeologici e da altri ritrovamenti che potrebbero venire alla luce e sui quali vigilerà la Sovrintendenza.


By-pass e utenze "ponte". Di Benedetto: "Costi già nel quadro economico"

Un altro aspetto sul quale Di Benedetto ha tenuto a ridimensionare ogni allarmismo è quello dei cosiddetti by-pass esterni. In attesa che i lavori dei sottoservizi vengano ultimati, infatti, dovranno essere garantiti gli allacci temporanei per i privati -imprese e cittadini - che sono già tornati in centro e vi torneranno nei prossimi mesi e anni.

L'installazione di queste utenze "ponte" è molto costosa e il timore che alcuni avevano espresso è che i costi per la loro realizzazione potessero ricadere sulle ditte impegnate nella ricostruzione o sui cittadini. Per Di Benedetto i by-pass "non rappresenteranno un problema perché sono già nel quadro economico. Il problema è stato studiato con attenzione, in qualsiasi opera pubblica i by-pass vengono realizzati dalla stazione appaltante".  Eventuali aggiustamenti in corso d'opera, afferma Di Benedetto, " saranno effettuati dopo opportune perizie, lì dove i costi dovessero essere un po' più alti di quelli stimati".


Le incognite Acmar e Taddei Spa

Due delle tre imprese che si sono federate per costituire l'Ati che realizzerà i lavori del primo lotto, Acmar e Taddei Spa, sono alle prese con problemi societari piuttosto seri.

La Acmar, colosso delle coop emiliane, ha chiesto, poco più di un mese fa, un concordato in bianco; stessa situazione in cui si trova anche la Taddei spa, una delle ditte della galassia Edimo spa, l'azienda capofila del gruppo Taddei dichiarata fallita dal tribunale di Roma lo scorso febbraio.

Su questo aspetto Di Benedetto ha tenuto a precisare: "Sono problemi che incidono relativamente. Per quanto riguarda la Taddei, il curatore fallimentare ha già fatto un bando per l'affitto del ramo d'azienda. Poiché la Taddei doveva produrre i conci, avrà dietro un fitto e i conci verranno prodotti regolarmente da un'altra società. Per quanto riguarda invece la Acmar, non è stato nominato nemmeno il commissario giudiziale, il concordato in bianco lo sta portando avanti il giudice delegato, il che è un segnale indudbbiamente positivo. Laddove dovessero esserci delle prelcusioni a proseguire i lavori, comunque, automaticamente ci sarebbe una sotituzione, nella stessa Rti, con un'altra impresa dalle medesime caratteristiche e qualifiche di quella che dovesse venire meno". 

Ultima modifica il Giovedì, 09 Aprile 2015 14:01

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