Martedì, 05 Maggio 2015 17:21

Il problema della ricostruzione su terreni già gravati da uso civico

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Nella seduta odierna della Commissione "Programmazione e Bilancio" è stato affrontato un problema di stringente attualità, da tempo in attesa di una soluzione.

Si tratta della questione relativa all'esame delle pratiche per la ricostruzione di abitazioni costruite su terreni, già gravati da uso civico e oggi sclassificati, per i quali non sono state ancora formalizzate le relative procedure di passaggio di proprietà dal Comune ai privati. Nelle more di tale definizione l'iter per l'autorizzazione al rilascio del contributo per la ricostruzione ha subito uno stallo, determinando una situazione di incertezza per numerosissimi cittadini .

Alla riunione hanno preso parte il coordinatore dell'Usra Raniero Fabrizi, l'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano e i dirigenti comunali Paola Giuliani (Beni separati di uso civico) e Domenico De Nardis (avvocatura).

Da parte di tutti si è registrata la massima volontà a risolvere il problema e ed è stata individuata una soluzione che andrà a sbloccare - almeno in parte - la situazione. "Ai fini della definizione della pratica, infatti, è stato stabilito che faranno fede i decreti di sclassificazione, già pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Abruzzo", ha sottolineato il presidente della Ia Commissione, Giustino Masciocco.

"Ringrazio tutti i relatori e tutti i colleghi componenti della Commissione per il loro contributo. Ritengo che questo risultato, di immediata ripercussione per la cittadinanza, costituisca un esempio di pratica virtuosa, dimostrando che, lavorando insieme in maniera collaborativa, si possono avviare a soluzione anche questioni annose e complesse come questa".

Vero, ma fino ad un certo punto. Intanto, l'ingegner Fabrizi ha confermato che, per l'istruzione delle pratiche, all'Usra basta il decreto di sclassificazione dei terreni, precedentemente ad uso civico, dove i cittadini hanno costruito l'abitazione. La vicenda, però, non si risolve così facilmente. Infatti, l'ultima firma sulla pratica di ammissione a contributo spetta al Comune dell'Aquila. E non è così pacifica, almeno fino a quando i terreni non saranno stati effettivamente acquisiti dai cittadini beneficiari. Hanno provato a spiegarlo l'avvocato De Nardis prima, e la dirigente Giuliani poi.

In altre parole, i cittadini - per ottenere il contributo - devono acquisire i terreni sclassificati. Un problema, in particolare per i terreni che insistono sull'Amministrazione Separata Beni di Paganica e San Gregorio. Parliamo di circa 300 abitazioni.

Quali sono le criticità?

Andiamo con ordine. Nel novembre 2014, il Comune dell'Aquila ha approntato un nuovo regolamento per legittimare e affrancare i terreni gravati da uso civico. Secondo la zonizzazione, effettuata dal settore Ambiente, ben il 40% del territorio comunale è rappresentato da terreni gravati da uso civico: alcuni destinati a coltivazione agricola, altri resi edificabili. Dunque, la carenza di norme precise rischiava di compromettere anche la ricostruzione, considerando il gran numero di abitazioni realizzate, nel tempo, sul demanio collettivo. 

I canoni per la legittimazione e l’affrancazione dei terreni gravati da uso civico stabiliti dal Comune si discostano da quelli approntati precedentemente dalla Regione, che prendeva come base di calcolo il valore agricolo medio degli appezzamenti. Il Comune dell’Aquila ha stabilito, infatti, una forbice che oscilla tra i 5 e i 12 euro a metro quadrato.

Sono previsti, però, degli abbattimenti sul prezzo stabilito, fino al 94%, a patto che vengano rispettati determinati requisiti, come le migliorie apportate dai richiedenti e la natura dell'abitazione che deve essere una prima casa.

L'Amministrazione Separata degli usi civici di Paganica e San Gregorio, tuttavia, chiede un ulteriore taglio del 30% sul prezzo d'acquisto. Con una perizia giurata, infatti, ha inteso dimostrare come il prezzo stabilito sia effettivamente troppo alto, perché al di sotto dei terreni corre una faglia.

E' qui che si annida il problema. Il Comune dell'Aquila, infatti, non intende 'svendere' i terreni. Non solo. Riconoscere un ulteriore 30% di sgravio per i terreni perché gravati da una faglia, aprirebbe contenziosi con altri proprietari, in altre zone della città, che pure 'convivono' con una faglia, e che non hanno avuto alcuna agevolazione. Con il rischio concreto di incorrere in ben altri guai: infatti, è sulla valutazione del valore di acquisto dei terreni che, ogni anno, vengono istruiti determinati tributi da versare al Comune.

E' chiaro che ridurre il valore di acquisto dei terreni, in diverse zone della città, potrebbe aprire un buco nell'asfittico bilancio del Comune dell'Aquila. 

Ultima modifica il Martedì, 05 Maggio 2015 17:41

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