Continuano ad essere burrascose le acque nelle quali naviga la giunta comunale dell'Aquila. Poco dopo il giro di boa del secondo mandato del sindaco Massimo Cialente, si stanno rimescolando le carte anche in vista degli equilibri in preparazione per le prossime elezioni comunali, in programma tra circa due anni.
Ieri il consigliere socialista Gianni Padovani ha annunciato che non sosterrà più la maggioranza in consiglio, come conseguenza della sua mancata elezione al consiglio provinciale. Oggi, il primo cittadino ha annunciato ad Abruzzoweb che l'altro socialista al Comune, l'assessore alle attività produttive Giancarlo Vicini, si dimetterà stasera. Il suo posto, secondo Cialente, sarà preso da Pierluigi Mancini dell'Api.
La notizia è stata però smentita dallo stesso Vicini durante il consiglio comunale in corso a Villa Gioia. L'assessore ha affermato che non presenterà le sue dimissioni, cioè continuerà ad essere esponente di giunta, a meno che il Sindaco non decida di rimuoverlo. Insomma, Vicini se ne andrà solo se cacciato. Domani si riunirà il Psi della provincia dell'Aquila, che deciderà se mantenere o ritirare - come è prevedibile, visto l'annuncio di Padovani - l'appoggio del partito alla maggioranza. A quel punto, si deciderà anche se costringere Vicini alle dimissioni.
Se così sarà, Cialente accontenterà la parte centrista della sua maggioranza, assegnando un posto in giunta all'Api, rimasto senza assessorato dopo le dimissioni, obbligate dall'inchiesta Do ut des, del vice sindaco Roberto Riga. Pierluigi Mancini, infatti, è uno dei consiglieri centristi scontenti, tra coloro che lancia continuamente segnali di insofferenza al primo cittadino, come successo qualche giorno fa per la nomina al Gsa di Salvatore Santangelo.
Il Sindaco sta attraversando una fase delicata del proprio mandato, anche a causa dell'attesa per la sentenza della Corte dei Conti, che a giorni potrebbe condannarlo, assieme all'assessore Fabio Pelini, all'ex assessore Alfredo Moroni e alla dirigente comunale Patrizia Del Principe, per la questione della mancata riscossione dei canoni del Progetto Case. In una lunga intervista rilasciata stamane ad Antonella Calcagni per il Il Messaggero, Cialente ha detto che, in caso di condanna, chiederà un consiglio comunale urgente, per far decidere all'assise "se procedere o meno agli sfratti". Sarebbe certamente un modo per mettere alle strette la sua maggioranza, e verificarne la stabilità. Tentare di svincolarsi e uscirne nel modo migliore possibile.
Cialente ha anche affrontato il tema della sua successione, accennando a una lista civica che lo vedrebbe come candidato consigliere. I messaggi del Sindaco alla maggioranza e al partito sono chiari, insomma: si sente sotto pressione, per il fuoco incrociato di alcuni esponenti della sua maggioranza, che lo stringono a tenaglia, e anche per le questioni legate ai suoi problemi con la giustizia contabile.
Sia il Partito Democratico, che i partiti minori della maggioranza, stanno preparando il terreno al dopo-Cialente. Per quanto riguarda il Pd, vi abbiamo parlato più volte della possibile candidatura di Stefania Pezzopane, che in queste settimane, secondo i rumors, avrebbe avanzato il proprio nome sui tavoli romani del partito, come anche dell'ala moderata e "rinnovatrice" guidata da Americo Di Benedetto. Insomma, Cialente lancia segnali anche al proprio partito, minacciando liste civiche che complicherebbero le cose al centrosinistra, favorendo il centrodestra.
Anche quest'ultimo si muove: in tal senso, è stato annunciato oggi in consiglio l'unione del gruppo L'Aquila Città Aperta, con i monogruppi Tutti per L'Aquila (Daniele Ferella) e Prospettiva 2022 (Luigi D'Eramo). Il gruppo, che continuerà a chiamarsi L'Aquila Città Aperta e che ha confermato nel ruolo di capogruppo Emanuele Imprudente, annovera tra le sue fila anche Giorgio De Matteis, oltre che i "neo entrati" Ferella e D'Eramo. (m. fo.)