Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell'associazione Giovine L'Aquila. Il gruppo di giovani del capoluogo abruzzese si è rivolto al Comune dell'Aquila per la partnership in un progetto da presentare nell'ambito del programma Horizon 2020, ma non se ne è fatto più nulla. Ecco perché.
Negli ultimi giorni si è consumata una vicenda che lascia l'amaro in bocca a chi come noi tenta ogni giorno di prodigarsi per la città nel tentativo di rilanciarla.
Siamo stati contattatati ad inizio aprile, ed insieme a noi il Comune dell'Aquila, da una consulente pescarese esperta di bandi europei. Incredibile ma vero, a telefono ci veniva comunicato che il profilo della nostra associazione risultava idoneo per la realizzazione di uno dei progetti di Horizon 2020, il programma quadro dell'Unione Europea che stabilisce un ammontare di finanziamenti complessivo attorno a 80 miliardi di euro, distribuiti in tutta la comunità europea e in diversi ambiti di sviluppo, favorendo la crescita culturale, scientifica, sociale ed economica anche attraverso strumenti di partecipazione. La scelta effettuata dalla consulente, sensibile alla difficile condizione post-sismica aquilana, era basata sulle qualità della struttura apartitica, inclusiva e democratica di Giovine L'Aquila nonché sulle attività realizzate dall'associazione, rinvenute da internet.
La comprensibile incredulità mise da subito l'associazione all'opera per entrare in contatto con il Comune, per avere conferme. Risultò, di fatto, che anche il Comune era stato contattato. Occorreva pertanto instaurare una cooperazione associazione-comune per completare le pratiche di partecipazione entro fine maggio: da un lato l'associazione ci avrebbe messo il lavoro organizzativo su contenuti e aspetti pratici, garantendo la completa partecipazione delle sue forze, anzi captando più energie possibili dalla città; dall'altro il Comune avrebbe coadiuvato la riuscita del progetto nei 5 anni (2015-2020) con una diffusione capillare sul territorio e un supporto per le pratiche burocratiche, dando disponibilità di due funzionari (retribuiti dallo stesso progetto).
L'adesione al programma (i risultati del quale saranno pubblicati ad ottobre) avrebbe previsto in caso di selezione il finanziamento di attività volte a favorire lo sviluppo territoriale, nel caso specifico del sesto settore nel terzo pilastro di Horizon 2020, ovvero Societal Challenges. Per fare chiarezza sarebbe stato un progetto di lunga durata, volto a costruire politiche inclusive, innovative e riflessive soprattutto rivolte ai giovani; vale a dire avrebbe aperto in 5 anni un canale diretto di cultura e scambio tra il capoluogo d'Abruzzo e l'Europa. Basando la nostra attività dal 2009 su progetti di integrazione delle diversità, scambio, confronto e contrasto di idee, non potevamo sperare un'occasione migliore per la città. Tale finanziamento si sarebbe aggirato attorno ai 70.000 euro, tutti spesi sul territorio da una associazione senza finalità di lucro (ovvero che i membri dell'associazione non percepiscono per legge nemmeno un euro dall'attività che svolgono).
Il comportamento adoperato da parte dell'amministrazione comunale ci è poco chiaro ancora oggi. Sapevamo che i termini per la presentazione del progetto sarebbero scaduti a fine maggio; il Comune, fino all'ultimo giorno utile, ha taciuto con noi tirando in ballo solo in un secondo momento la carenza di dipendenti comunali da impegnare, in caso di eventuale selezione, nell'attuazione e gestione delle pratiche burocratiche, ma non adoperandosi in nessun modo per discutere il problema in tempi utili.
E' vero, L'Aquila manca di un ufficio che si occupi di seguire o mettere in pratica bandi europei, ma è ingiusto e triste che a rimetterci siano soprattutto anche i giovani come noi, che con determinazione e coraggio cercano di riportare vita e movimento economico in un capoluogo ancora paralizzato.
Non ci è stata data possibilità di dimostrare il minimo dissenso, essendo stati informati degli impedimenti solo a vicenda praticamente chiusa. Abbiamo tentato fino all'ultimo di non lasciarci sfuggire questa occasione, unica non solo per noi ma per tutta la città, senza successo. Fatto invece che non è accaduto a Pescara, dove, complice il silenzio del Comune dell'Aquila, la possibilità di aderire al progetto si è concretizzata in soli tre giorni.
Il minimo che pretendiamo è che si faccia chiarezza su ciò che è successo, e che venga spiegato il motivo per cui il Comune ha rifiutato un'occasione così unica per i giovani della sua città.
Lanciamo un appello a tutti i consiglieri comunali affinché questa richiesta venga ufficializzata, e che vi sia un'interrogazione consiliare per chiarire i lati poco chiari di questa vicenda.
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?
Associazione di Promozione Sociale "Giovine L'Aquila"