Qualche giorno fa, il 24 giugno, ci eravamo occupati dell’inchiesta - portata avanti dalla Direzione distrettuale antimafia - che vede indagato Vladimiro Placidi, architetto ed ex assessore con delega alla ricostruzione dei beni culturali. Concussione, corruzione, falso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: questi i capi d’indagine, ancora alle fasi preliminari, di una inchiesta che tiene insieme due distinte vicende, il puntellamento di palazzo Carli e la progettazione di alcuni Moduli Abitativi Provvisori.
Al centro l’ex assessore: Placidi, secondo l’accusa, avrebbe fatto da tramite nell’individuazione di una seconda società per affiancare quella a cui erano stati affidati i puntellamenti del palazzo del Rettorato che, a quanto pare, aveva avuto difficoltà nel dare seguito ai lavori. Inoltre, come socio della società Proges, avrebbe firmato un contratto di progetto per la realizzazione di alcuni Moduli abitativi provvisori proprio con una delle società impegnate a palazzo Carli.
Abbiamo cercato di scoprire a chi erano stati affidati i lavori dello storico palazzo cittadino. Non è stato semplice. La vicenda dei puntellamenti, infatti, è ancora poco chiara. All’inizio, l’affidamento avveniva per chiamata diretta, a discrezione del Comune. Solo in seguito, probabilmente per dare alla procedura un aspetto più trasparente, si è stabilita qualche regola. Uno dei requisiti fondamentali richiesti alle ditte, per esempio, era il certificato antimafia. La debolezza del procedimento, però, stava nel fatto che le amministrazioni decidevano comunque a chi affidare i lavori, come assegnarli e quanto assegnare.
E’ dunque dalle carte del Comune, un confuso fogliaccio excel pubblicato sul sito istituzionale in data 8 settembre 2010, che abbiamo desunto che i lavori a palazzo Carli erano stati affidati alla “Silva Costruzioni Srl”, che opera a L’Aquila dal 2005, e alla costituenda associazione temporanea di imprese tra la “Costruzione Iannini Srl” e la “Sac-Società appalti costruzioni Spa”. Un A.T.I. che, come vi avevamo raccontato, ha ottenuto altri puntellamenti in città: ha lavorato sugli immobili di Largo Nino Carloni, in via Cembalo di Colantoni dal civico 2 al 32, in via Cesura dal 3 al 5, in via Persichetti dall’1 al 7, in via Roio dal 29 al 67, in via Vico dei Roiani dal 2 al 10, oltre a palazzo Colantoni, palazzo Vicentini, palazzo Visconti, palazzo Persichetti.
Non ci siamo fermati lì: abbiamo continuato a sfogliare le carte, fatto ulteriori ricerche, fino a scoprire che i puntellamenti del palazzo del Rettorato erano stati affidati in subappalto dalla “Silva Costruzioni srl” alla “2P Costruzioni” di San Giorgio di Piano. La società aquilana, a dire il vero, ha affidato in subappalto tutti i puntellamenti ottenuti: palazzo Carli e palazzo Ventura alla “2P Costruzioni”, palazzo Mannetti alla “CI.DE.PO group”, palazzo Bafile alla “Ecosystem”.
Qual è stato, dunque, il ruolo dell’ATI tra la “Sac-Società appalti costruzioni Spa” e la “Costruzione Iannini Srl”? Assolutamente nessuno. Erano sbagliati i dati pubblicati dal Comune sul suo sito internet. L’ATI ha svolto lavori di puntellamento su palazzo Carloni e non su palazzo Carli. Sollecitati dalle imprese coinvolte, a cui si devono naturalmente delle scuse, gli uffici del Comune hanno provveduto stamane, come dimostra la nota, a chiarire la vicenda.
Insomma, sembra non ci siano errori “fisiologici” solo nelle liste che riguardano le assegnazioni degli alloggi del progetto C.a.s.e. e dei villaggi M.a.p. Anche negli elenchi delle ditte impegnate nelle opere di messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma, con il dettaglio degli interventi di demolizione e puntellamento, ci sarebbero delle inesattezze. O, almeno, ne abbiamo trovata una. Il problema è che riguarda un palazzo finito al centro di una indagine della magistratura.
Insomma, i puntellamenti a palazzo Carli sono stati affidati alla “Silva Costruzioni Srl” che poi, come tutti i lavori di messa in sicurezza ottenuti, ha subappaltato a terzi. Nel caso specifico, alla “2P Costruzioni” di San Giorgio di Piano. E’ su questo affidamento, e sul ruolo che potrebbe aver giocato Vladimiro Placidi, che starebbe indagando la Direzione distrettuale antimafia.