Lunedì, 01 Luglio 2013 10:02

Apl: si sta facendo poco o nulla per la ricostruzione sostenibile del nostro territorio

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In città, negli ultimi mesi, si è parlato molto di smart city. Cosa si sta realmente facendo, però, per rendere intelligente la ricostruzione dell'Aquila. A quanto pare, poco o nulla. Anzi, c'è un regolamento edilizio del Comune sul risparmio energetico degli edifici che non viene affatto rispettato. Su questi temi, il gruppo consiliare di Appello per L’Aquila ha presentato recentemente un’interrogazione al Consiglio Comunale per conoscere cosa si sta facendo per dare concreta attuazione alla ricostruzione eco-sostenibile del nostro territorio. 

"In questi giorni si parla molto dello stallo della ricostruzione, della mancanza di fondi e dell’abbandono del centro storico", si legge in un comunicato stampa diffuso in mattinata. "Non si parla quasi mai però di come vogliamo ricostruire e soprattutto di come si sta ricostruendo, nelle periferie e nelle aree esterne alla zona rossa. Si è sottolineata in numerose occasioni, da più parti, l’importanza di una ricostruzione che sfrutti le tecnologie per il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili, per garantire un risparmio nelle bollette future e un ambiente più sano. Questi interventi sono obbligatori in base alla normativa nazionale in materia (L. 10/1991, D.Lgs. 192/2005 e D.Lgs. 28/2011) e al “Regolamento edilizio - Allegato per l’edilizia sostenibile ed il risparmio energetico” del Comune dell’Aquila nel quale si individuano i parametri da valutare e i limiti da rispettare per garantire il miglioramento delle caratteristiche energetiche del patrimonio edilizio nuovo e ristrutturato. Invece, nella gran parte degli interventi di ricostruzione non vi è traccia di solare termico, fotovoltaico, cisterna di recupero delle acque piovane, né di quanto altro prevede la normativa di settore. Le stesse modalità di rendicontazione dei lavori di ricostruzione non sono chiare rispetto alle opere destinate al miglioramento dell’efficienza energetica".

Tra l’altro il Comune dell’Aquila, aderendo al Patto dei Sindaci, un anno fa ha approvato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, impegnandosi a diminuire le proprie emissioni di anidride carbonica del 21,57% entro il 2020. Lecito domandarsi come sarà possibile se si sta ricostruendo praticamente come prima in un territorio in cui, tra l’altro, anche le emissioni da traffico aumentano in ragione della dispersione urbana.

"Come si può parlare di smart city", si chiede consiliare, "se non si riesce nemmeno a dare attuazione allo stesso Regolamento comunale per il risparmio energetico e a inserirne le prescrizioni nel processo di ricostruzione?"

Ecco le richieste e le proposte di Appello per L'Aquila:

  • Maggiori controlli da parte del Comune sull’applicazione delle norme in materia di risparmio energetico, sia in sede di approvazione dei progetti che in fase esecutiva;
  • Migliore informazione e chiarezza per i cittadini, i tecnici e le imprese, su finanziamenti e modalità di rendicontazione degli interventi;
  • Possibilità di interventi volti al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti rinnovabili anche per i centri storici, compatibilmente con le esigenze di sicurezza e tutela del patrimonio storico-artistico; 
  • Attivazione di sinergie tra i possibili investitori (ESCo, imprese, privati) e i cittadini che vogliono dotarsi di queste tecnologie, anche al di fuori degli interventi di ricostruzione post-sisma;
  • Promozione di un indotto economico legato al risparmio energetico, all’utilizzo di fonti rinnovabili e alla tutela dell’ambiente;
  • Percorsi di rete e di scambio tra le varie esperienze e i progetti virtuosi esistenti a livello internazionale e nazionale, e locale (ad esempio l’Eco-villaggio di Pescomaggiore). 

Se ne discuterà in Consiglio, quando l'amministrazione sarà chiamata a rispondere alla interrogazione presentata dal consigliere Ettore Di Cesare.

Ultima modifica il Lunedì, 01 Luglio 2013 10:30

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