Lunedì, 20 Luglio 2015 20:09

Anticorruzione: a L'Aquila il 60% degli appalti pubblici è senza gara

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A L'Aquila il 60% dei lavori pubblici viene commissionato tramite affidamento diretto, senza passare per una procedura di gara.

A dirlo è un recente studio dell'Autorità nazionale Anticorruzione (presieduta da Raffaele Cantone) ripreso da un articolo del Corriere della Sera a firma di Gian Antonio Stella.

Le cifre, estratte dalla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, si riferiscono alle procedure, di importo superiore a 40 mila euro, effettuate nei 20 comuni capoluogo di regione nel quadriennio 2011-2014.

Il dato dell'Aquila è in linea con la media nazionale. Il report dell'Authority, infatti, dice che la procedura negoziata rappresenta il 60% di tutti gli appalti nazionali, per un 34,66% dell'importo complessivo.

Guardando allo Stivale, nell'indagine spiccano le cifre relative a Firenze con l'87,21% delle procedure e una percentuale sugli importi del 50,54%. Poco sotto Milano, con l'83,33% dei lavori, pari al 14,29% degli importi. Tra le altre città capoluogo si segnalano Ancona, con l'86,68% dei lavori affidati senza gara; Aosta (89,99%), Bologna (84,5%), Perugia (86,44%), Potenza (80,07%), Trento (87,17%) e Trieste (87,69%). A Palermo il dato più basso: 11,59% per il 4,29% degli importi. Segue Napoli: 55,21% degli appalti, 17,85% degli importi.

Il ricorso a questa “scorciatoia mascherata dall’urgenza”, scrive il Corriere - il cui utilizzo, in forte aumento, è stato fortemente stigmatizzato dal presidente dell'Anac Raffaele Cantone - si è rivelato “troppo spesso un modo truffaldino per assegnare i soldi a questa o quella azienda, questo o quell’amico. Ed è qui che la massima trasparenza, obbligatoria, sarebbe fondamentale”.

“Queste cifre” commenta Cantone “sono state estrapolate dai nostri uffici in collaborazione con i Comuni e sono state trasmesse alle amministrazioni perché valutino eventuali provvedimenti interni da adottare”.

L'elemento che complessivamente salta più all'occhio è il trend, in aumento pressoché ovunque. Questo induce due riflessioni: la prima è che c'è una tendenza più marcata a non utilizzare altri strumenti previsti dal codice degli appalti, una sorta di insofferenza rispetto ad alcune procedure a favore di altre tendenzialmente meno garantite”.

“Ciò non vuol dire” spiega il numero uno dell'Anticorruzione “che siamo fuori dalle regole: non c'è un automatismo. L'Autorità si limita a evidenziare che le procedure negoziate sono in grande aumento: questo potrebbe essere giustificato o meno; i singoli Comuni faranno le proprie analisi, se lo ritengono". Cantone evita di scendere in considerazioni sulle singole città esaminate: "Bisognerebbe fare una valutazione caso per caso", si limita a dire, specificando che "i sindaci sono solo in parte responsabili delle procedure adottate, che spesso ricadono sugli uffici competenti".

 

Ultima modifica il Lunedì, 20 Luglio 2015 20:20

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