A pochi giorni dalla pubblicazione della sentenza, continuano le polemiche sulla decisione del Consiglio di Stato di accogliere il ricorso della Futurs Spa sulla costruzione della centrale a biomasse a Bazzano. Decisione che ha ribaltato completamente il verdetto di primo grado, che invece aveva bocciato il progetto.
Ieri mattina, la rete di comitati e associazioni che si oppongono allarealizzazione dell'impianto ha tenuto un sit-in davanti la sede del Consiglio regionale.
"Quella del Consiglio di Stato è una sentenza molto attenta agli interessi della Futuris" commenta Antonio Perrotti, architetto, urbanista ed ex dirigente regionale. "La cosa più grave è che il dispositivo ha fatto propria una perizia di parte, che attestava che è possibile costruire un locale seminterrato in zone alluvionali. Affermazione che contraddice tutto il piano stralcio alluvioni, che non consente nemmeno di realizzare seminterrati per casette normali. E' un concetto gravissimo, che il Consiglio di Stato non poteva permettersi di interpretare, e sul quale avrebbe dovuto nominare un perito terzo, magari ministeriale".
Ma ci sono, secondo Perrotti, altre due questioni sottovalutate dalla sentenza: "L'indisponibilità delle biomasse e lla valutazione di incidenza ambientale, che avrebbe dovuto essere effettuata e che invece non c'è".
Secondo Perrotti, la sentenza della settimana scorsa non avrà, come effetto immediato, quello di permettere l'inizio dei lavori: "Oltre alle mozioni contrarie votate in Consiglio regionale e in quello comunale, ci sono gli atti di revoca firmati dalle dirigenti della Regione e del Comune, la Iris Flacco e la Santoro. Di fatto, l'intervento della Fururis non si può fare ma invitiamo Comune e Regione a resistere e a mantenere la loro posizione".