Bilancio di due feriti lievi e un contuso nei tafferugli avvenuti oggi all'Aquila tra manifestanti abruzzesi e polizia, in occasione della prima visita del premier Matteo Renzi in regione, da quando ricopre l'incarico di capo del governo.
Gli aquilani e gli abruzzesi si sono dimostrati ostili al Primo ministro, e quantomeno indifferenti, visto l'esigua presenza di folla al di là delle transenne. Renzi è stato costretto ad andarsene da porte di servizio e ad annullare uno dei due appuntamenti previsti. La gestione dell'ordine pubblico è stata, per usare un eufemismo, superficiale, oltre che inaspettatamente aggressiva.
Un pomeriggio intenso e inatteso, che ha visto più di cento persone, tra aquilani e venuti da fuori città (principalmente dalla costa teatina, dal pescarese dal teramano, quasi tutti appartenenti a comitati civici o ambientali, ma anche decine di studenti dei licei aquilani e dell'Ateneo) protestare contro la visita del Primo ministro. Al centro della manifestazione, l'opposizione alla trivellazione della costa adriatica attraverso lo Sblocca Italia, strumento creatura del governo renziano; una maggiore trasparenza contro le mafie nella ricostruzione e la richiesta di maggiori garanzie sui fondi per la ricostruzione, in vista della Legge di stabilità.
Il sit-in, convocato in fretta e furia con meno di 24 di anticipo – il governo ha ufficializzato la venuta all'Aquila solo ieri pomeriggio – era stato convocato nei pressi della Fontana Luminosa con un tam tam sulla rete, ma i manifestanti non sono rimasti a lungo di fronte un corso, blindatissimo, con tre posti di blocco in sequenza di celere in assetto antisommossa dalla Fontana ai "Quattro cantoni", dove Renzi era atteso per un incontro con le istituzioni locali nella nuova sede comunale di Palazzo Fibbioni.
Così, forte anche della maggiore conoscenza del centro storico del capoluogo abruzzese, il corteo si è destreggiato tra i vicoli fino ad arrivare a pochi metri dallo stesso Palazzo Fibbioni, oltre il limite consentito alla stessa stampa (l'incontro sarebbe dovuto essere a porte chiuse).
Lo schieramento di polizia, sproporzionato rispetto all'entità della protesta, è rimasto spiazzato e sotto i portici di San Bernardino è partita immediatamente una carica di alleggerimento contro i manifestanti, di fatto, a braccia alzate: è in quel momento che un'esponente di polizia, nel parapiglia, è andata a finire sui puntellamenti della scuola "De Amicis", ferendosi lievemente.
Appresa la notizia dell'annullamento dell'arrivo di Renzi a Palazzo Fibbioni, a causa della protesta, il corteo si è diretto – sempre attraverso i vicoli della sopra via Fortebraccio, ancora quasi del tutto abbandonata – in zona Villa comunale, dove il Premier era atteso per un discorso al Gran Sasso Science Institute. Anche in questo caso, i manifestanti hanno aggirato gli imponenti cordoni di polizia, rimasta spiazzata alla Villa, perché aspettava il corteo con lo sguardo a Collemaggio.
In questo frangente c'è stata la seconda carica, più dura della prima, durante la quale un ragazzo del Comitato 3e32, comitato aquilano attivo dopo il sisma del 2009, è rimasto ferito alla testa (manganellato anche mentre era a terra) ed è stato portato in ospedale. Nei tafferugli è rimasto contuso al braccio anche un altro appartenente al collettivo aquilano, che si è recato al pronto soccorso dopo la manifestazione.
Fatta eccezione per qualche caso sporadico, gli esponenti politici e la classe dirigente regionale ha preferito ignorare i manifestanti: il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, come accaduto più volte nelle manifestazioni degli aquilani, ha tentato di mediare, ricevendo insulti e rischiando di venir colpito dal lancio di un oggetto contundente. Il dirigente del Pd, dopo la fuga di Renzi, si è intrattenuto con le televisioni locali per parlare del progetto Ombrina Mare. Anche in quel caso c'è stato qualche mugugno.
"Renzi scappa, Renzi scappa", è stato intonato dai manifestanti di fronte le transenne fuori il Gran Sasso Science Institute. E, in effetti, Renzi – ricordando per certi versi le numerose visite dell'allora premier Silvio Berlusconi dopo il terremoto – non si è mostrato alla città: è arrivato alle 17 in elicottero, ha annullato una delle due tappe a causa della protesta ed è entrato e uscito dagli ingressi di servizio al Gran Sasso Science Institute.
Altra nota rilevante è la partecipazione: a parte chi lo ha contestato, pochissime le persone accorse alla Villa comunale per l'evento. La prima storica visita in città per Renzi, dunque, si esaurisce in due ore improvvise, blindate e serratissime, per il Primo ministro del rinnovamento, quello che – come è stato ricordato in piazza – aveva detto che "sarebbe stato tra la gente".
La fotogallery di Luca Bucci