Giovedì, 24 Settembre 2015 10:06

Crollo in via D'Annunzio: in Appello, pena ridotta per l'ingegner Cimino che curò lavori di restauro del palazzo

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Pena ridotta, da 3 anni e mezzo a 22 mesi.

I giudici della Corte d'Appello, a seguito di una lunga Camera di Consiglio, hanno deciso di ridurre la pena inflitta all'ingegner Fabrizio Cimino, condannato per omicidio colposo plurimo, che diresse i lavori di restauro del palazzo di via D'Annunzio, crollato la notte del 6 aprile 2009 causando 13 vittime. 

Il collegio ha accolto solo in parte la richiesta di condanna invocata dal pg Ettore Picardi che aveva richiesto tre anni di carcere pur riconoscendo che il progetto originario di costruzione del palazzo, datato 1961, era viziato da gravissimi errori di costruzione, per cui sarebbe comunque crollato. Ma, nel progettare alcuni lavori di ristrutturazione dei pilastri, effettuati 15 anni fa, Cimino avrebbe commesso comunque delle omissioni.

In particolare, ha sottolineato l'accusa, trattandosi di manutenzione straordinaria, Cimino avrebbe mancato nella valutazione delle condizioni di staticità del palazzo. Una versione dei fatti contestata dall'avvocato difensore dell'ingegnere, Stefano Rossi, che ha evidenziato come l’imputato non avesse alcun obbligo giuridico di provvedere al ricalcolo del vecchio edificio.

A seguito della Camera di Consiglio, la condanna, seppur ridotta. Rese note le motivazioni, l'avvocato Rossi ricorrerà in Cassazione. 

Al processo a Cimino seguirà, in appello, un altro procedimento parallelo che vede imputato Filippo Impicciatore, 83 anni, originario di Perano (Chieti), che si è occupato della costruzione originaria del palazzo nel 1961. Gli altri costruttori sono deceduti. All’uomo, condannato in primo grado a 3 anni, vengono addebitate le stesse accuse ma le notifiche in Venezuela, dove vive da anni, hanno ritardato il procedimento, spingendo il giudice a separare i filoni.

Ultima modifica il Giovedì, 24 Settembre 2015 10:19

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