Venerdì, 18 Giugno 2021 16:22

Crollo via Campo di Fossa 6/B: Mit condannato a risarcimento danni

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Con sentenza 430 del 16 giugno scorso, il Tribunale dell'Aquila - Giudice Monica Croci - ha condannato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a risarcire a Guido Fioravanti i danni patrimoniali e non patrimoniali per la morte dei genitori, Franca Ianni e Claudio Fioravanti, deceduti il 6 aprile 2009 per il crollo dell'immobile in cui vivevano in via Campo di Fossa 6/B.

Fioravanti aveva citato in giudizio il Mit (già Ministero dei Lavori Pubblici) quale Pubblica amministrazione in cui risultava incardinato l’Ufficio del Genio Civile all’epoca della costruzione dell’edificio crollato, chiedendone la condanna al risarcimento di tutti i danni subiti per la tragica e prematura perdita dei genitori, "per non avere l'Ufficio, al tempo, colto le difformità della costruzione rispetto alle prescrizioni normative antisismiche all’epoca vigenti; difformità che avevano reso l’edificio incapace di resistere all’azione sismica - quale quella del 6 aprile 2009, non avente carattere anomalo o eccezionale - pur prevedibile e prevenibile proprio con l’osservanza delle disposizioni disattese".

Ebbene, all'esito di una lunga e complessa istruttoria, nel corso della quale è stata eseguita una consulenza tecnica d'ufficio sulle cause del crollo a cura degli Ing. Angelo Alimonti e Massimo Cucullo, la sentenza ha riconosciuto la grave negligenza del Genio Civile nello svolgimento del proprio compito di vigilanza sull’osservanza delle norme antisismiche allora vigenti, in tutte le fase in cui detta vigilanza era prevista.

In particolare, è stato osservato come il Genio Civile avesse "autorizzato l’avvio dei lavori sulla base di una denuncia corredata da un progetto e una relazione di calcolo deficitaria e palesemente erronea nella stima delle azioni sismiche, ossia proprio lo specifico profilo che l’Ufficio era chiamato a verificare"; non solo: "non è stato eseguito alcun controllo in corso di edificazione, e non sono state rilevate, così, le varianti in concreto introdotte". E ancora: il Genio Civile ha poi certificato "la perfetta rispondenza alla disciplina antisismica, nonostante in sede di sopralluogo, a costruzione ultimata, fossero evidenti le difformità (soprattutto in ordine all’altezza dell’edificio e numero di piani) tra il realizzato e quanto inizialmente (seppur erroneamente) assentito".

Ha affermato il Tribunale che se il Genio Civile avesse diligentemente svolto almeno uno dei compiti (in fase preventiva alla presentazione della denuncia e del relativo progetto; in corso di costruzione, compiendo controlli per verificare la conformità del realizzato all’assentito; in sede di sopralluogo finale ad esso demandati dalle legge) "la divergenza tra la costruzione e le norme antisismiche sarebbe emersa e si sarebbe dunque impedito il verificarsi dell’evento crollo con alta probabilità logica vicino alla certezza".

Di conseguenza, non ci sarebbero stati ben 27 morti.

"Nessun risarcimento potrà mai placare il profondo dolore che dal quel giorno non mi abbandona", afferma l’avvocato Guido Fioravanti, "ma infine, dopo 12 anni, si è acclarato di chi siano, almeno in parte, le responsabilità dell’accaduto. Rimane l’amarezza per aver appreso con quante carenze sia stato progettato, autorizzato, costruito e collaudato il palazzo dove vivevano i miei genitori. Cose che devono far riflettere tutti".

Nel giudizio, Fioravanti è stato assistito dai colleghi Aleandro Equizi, Gianna Giardini e Quirino Mescia.

Ultima modifica il Sabato, 19 Giugno 2021 20:02

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