Il 'cuore' della vicenda: l'allora vice sindaco e assessore all'urbanistica del Comune dell'Aquila, Roberto Riga, finito ai domiciliari per 15 giorni con l'imprenditore Massimo Mancini, vice presidente dell'Aquila calcio - un tempo "ragionevole", scrivono gli inquirenti, per impedire che gli indagati possano "occultare ulteriori atti utili per le indagini" - propone in Giunta una delibera "propedeutica al rilascio del permesso a costruire in deroga per la realizzazione di una struttura sostitutiva" dell'Oratorio salesiano, distrutto dal sisma del 6 aprile.
Un prefabbricato da 250mila euro, in legno inizialmente e poi in cemento armato: i fondi sono assicurati da un finanziamento statale, ottenuto dal direttore dell'Opera Salesiana, don Giuseppe Masili, grazie ai buoni uffici con il senatore Luigi Lusi, tesoriere del partito della Margherita, il partito di Riga all'epoca dei fatti, che verrà poi condannato in primo grado, come noto, per appropriazione indebita.
L'allora vice sindaco, presentando la proposta di delibera, era perfettamente consapevole che referente dell'Opera salesiana era l'impresa di Massimo Mancini che, già nel gennaio 2011, aveva preso contatti con la proprietà dello stabile per la costruzione della struttura provvisoria e, nel settembre dello stesso anno, stipulerà un contratto di appalto da 1.7milioni per la riparazione dell'Oratorio, con altri finanziamenti provenienti da donazioni private, di Enel Cuore e del quotidiano Libero. "L’Opera Salesiana è in possesso dei fondi necessari per la realizzazione dell’edificio e già dispone della ditta cui poter affidare i lavori", scrive infatti l'allora vice sindaco nella proposta deliberativa.
Tra l'altro, la scelta dell'impresa Mancini per i lavori di riparazione dell'Oratorio - si legge nell'ordinanza - è avvenuta "in esito ad una selezione interna", ad una gara a 6 con le imprese Mazzi, Enago, Castelli Re, Consorzio ricostruire e Cooperativa di costruzioni: una gara che gli inquirenti hanno definito non necessaria, "attesa la natura assolutamente privatistica" dei lavori. Che poi, Massimo Mancini "si trovava in una posizione privilegiata" per aggiudicarsi la gara, evidentemente, visti i rapporti già esistenti per la realizzazione della struttura 'provvisoria' da 250mila euro che verrà autorizzata, di lì a poco, dal Comune dell'Aquila.
Il gip Giuseppe Romano Gargarella ritiene "strano che la committenza si sia preoccupata di indire una gara" per la ricostruzione dell’Oratorio da 1.7 milioni provenienti da donazioni private e non, al contrario, per l’intero complesso, "oggetto del finanziamento pubblico" da 28.5 milioni. Ci arriviamo tra poco.
Torniamo alla proposta deliberativa di Riga che, di fatto, ha aperto la strada a Mancini. Il 4 ottobre 2011, ecco il voto favorevole della Giunta al permesso a costruire, in deroga, la struttura sostitutiva. A gennaio, la delibera approda in Consiglio comunale, con il via libera dell'assise. E qui sta il "paradosso", così l'ha definito il gip Giuseppe Romano Gargarella nell'ordinanza: si è utilizzato "uno strumento eccezionale per i lavori della struttura sostitutiva, lavori terminati nel gennaio di quest’anno, in data di gran lunga successiva a quella di ultimazione dell’oratorio, utilizzabile già nell’ottobre 2013". Tra l'altro, la struttura sostitutiva - ad oggi - non è ancora utilizzata per lo scopo previsto: lo ha ammesso agli inquirenti Don Roberto Formenti, referente a L'Aquila dell'Opera Salesiana. Ancora più paradossale rilevare come l'inizio dei lavori per la costruzione della struttura provvisoria sia successivo all'inizio delle opere di riparazione dell'Oratorio.
"L’intervento di Riga - scrive il Gip - è da considerarsi l’inizio dei rapporti tra lo stesso e l’impresa Mancini. Il permesso di costruire rilasciato dal Comune dell’Aquila, da intendersi quale 'provvedimento urbanistico straordinario', è risultato fondamentale per sbloccare l’iter amministrativo ordinario relativo all’ottenimento delle autorizzazioni per la realizzazione della struttura".
Con il permesso, infatti, l’amministrazione ha esercitato un "potere discrezionale per perseguire un interesse pubblico ritenuto preminente". Potere discrezionale esercitato dal vice sindaco Roberto Riga, a seguito di un accordo con l'imprenditore Massimo Mancini "di natura chiaramente illecita", sostengono gli inquirenti.
Infatti - leggiamo ancora nell'ordinanza - grazie alla struttura provvisoria "si è avviato il sistema per l’affidamento dei lavori di riparazione e ricostruzione dell’unità strutturale coincidente con l’Oratorio", da 1.7 milioni, e poi ancora "in termini più rilevanti, per l’affidamento del lavoro dell’intero complesso edilizio dell’Opera salesiana", dal valore di 28 milioni e mezzo.
Come non bastasse, a seguito degli accertamenti sul pagamento dei Sal, gli stati di avanzamento dei lavori, all'impresa Mancini, gli inquirenti hanno rintracciato due pratiche di ricostruzione diverse, l'una da 21.8milioni per i lavori sulle parti comuni dell'aggregato [AQ-MBAC 14558] e, l'altra, da 6.7milioni [AQ-BCE 19949] per una abitazione principale. Si è andati, così, in contrasto con quanto stabilito dalla circolare firmata dall'allora commissario delegato alla ricostruzione, il presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi, datata marzo 2011, che prevedeva si procedesse "con una pratica unica" per gli aggregati "a uso misto".
Nel gennaio 2012, i lavori per l'Oratorio da 1.7milioni di euro confluiranno nella pratica AQ-BCE 19949 "con modalità non conformi ai dettati normativi", per ottenere "copertura degli oneri necessari per il completamento" visto che "i finanziamenti derivanti dalle donazioni private non erano stati sufficienti". Accade con una semplice nota, a firma del legale rappresentante dell’Opera salesiana, e indirizzata all'imprenditore Massimo Mancini per comunicare l'intenzione di "estendere l’esito della gara d’appalto anche al complesso edilizio in oggetto". Per gli inquirenti, "un vero e proprio contratto di affidamento", senza che venisse rispettata la normativa che prevedeva "l’obbligo di svolgere una gara interna alla quale partecipino almeno 5 imprese". Gara che si era tenuta, invece, per l'affidamento dei lavori sull'Oratorio.
Di qui, il coinvolgimento nell'inchiesta dell'ex titolare dell'Usra, Paolo Aielli, e del dirigente comunale Vittorio Fabrizi. Sul fronte dell’istruttoria della pratica, infatti, il gip Gargarella evidenzia "la confusione, relativa alla complessa composizione dell’aggregato edilizio, comprendente dieci unità strutturali dalle diverse definizioni attribuite al medesimo immobile oltre alla presenza di documenti analoghi se non identici, comuni ad entrambe le pratiche".
Si legge ancora nell'ordinanza: "Il Comune ha ammesso il contributo definitivo senza aver verificato le istruttorie della Soprintendenza e dell’Usra, ed in generale l’esame istruttorio nonostante la complessità della pratica e l’ingentissimo ammontare del contributo, è stato in pratica estremamente velocizzato per l’esistenza di un interesse pubblico".