Sono terminati nella tarda mattina gli interrogatori di garanzia per l'ex vice sindaco dell'Aquila, Roberto Riga, e l'imprenditore aquilano Massimo Mancini, ai domiciliari nell'inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo su presunte mazzette nella ricostruzione post terremoto.
Interrogatori di garanzia anche per Simone Lorenzini e Sandro Martini gli altri due imprenditori aquilani oggetto della misura interdittiva del divieto temporaneo dell'esercizio d'impresa per il periodo di un mese.
Anche per loro le accuse sono di corruzione nei confronti dell'ex assessore Riga.
Le indagini ruotano intorno all'aggiudicazione del complesso dell'Opera salesiana, un affare da 28,5 milioni di euro per il quale Riga si sarebbe speso per favorire la ditta Mancini.
A parte Lorenzini, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, tutti gli altri si sono sottoposti agli interrogatori.
"Abbiamo chiarito tutte le situazioni nel merito. Abbiamo riferito ai magistrati - ha detto all'uscita dell'aula del gip del Tribunale Roberto Riga - tutte le situazioni, ovvero come sono avvenuti, in maniera serena, tranquilla, lineare e trasparente. Sono molto sereno. Mi è dispiaciuto - ha aggiunto - per l'equivoco che si è creato. Ho fiducia in questa fase di chiarimento, faremo tutti i doverosi chiarimenti utili e necessari per poter poi ritornare all'attività serena quotidiana. Ho svolto il mio ruolo di amministratore nel miglior modo possibile cercando di dare risposte alla città e agli aquilani nel momento in cui si era vissuto un terremoto, ho fatto di tutto nel rispetto della legge e non l'ho fatto di mia iniziativa ma è stata una delibera di Consiglio comunale, una delibera proposta dalla Giunta comunale su richiesta del sindaco Cialente con una lettera indirizzata al dirigente del servizio Urbanistica".
"Io - ha concluso Riga - ho acquistato le abitazioni facendo il mutuo non come qualche ministro della Repubblica che se l'è trovato pagato e non lo sa. Io ho fatto tutte cose trasparenti, chiare e tracciabili quindi onestamente sono dispiaciuto".
Poi è stata la volta dell'imprenditore Mancini, vice presidente dell'Aquila Calcio.
"Mancini ha respinto ogni addebito, ha chiarito l'assoluta congruità del prezzo dell'affitto, assolutamente in linea con i prezzi di mercato e si è dichiarato totalmente estraneo ad ogni addebito. Nessun passaggio di denaro cash dalle sue disponibilità - hanno detto gli avvocati Marafiori e Gulluni, legali di fiducia di Mancini - nei confronti dell'allora assessore Riga, un'assoluta pronuncia di innocenza e confidiamo naturalmente nel corso della giustizia sperando che si chiarisca questa verità. Non abbiamo chiesto la revoca della misura - hanno concluso - perché confidiamo nel depotenziamento di ogni esigenza cautelare come già il provvedimento prevedeva, confidiamo che nei prossimi giorni Mancini possa tornare libero come merita di stare".
Infine ad essere ascoltato l'imprenditore Lorenzini il quale ha dichiarato al gip di non aver mai chiesto aiuto a Riga su una pratica della ricostruzione tra l'latro oggetto di diniego.
La presunta mazzetta di 15 mila euro contestata altro non è, secondo l'imprenditore, che l'acquisto della macchina dell'ex vice sindaco.
La nuova indagine coinvolge anche l'amministratore delegato dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli, all'epoca dei fatti titolare dell'ufficio speciale per la ricostruzione dell'Aquila (Usra), indagato a piede libero per abuso d'ufficio in concorso con l'allora dirigente del settore Ricostruzione privata del Comune dell'Aquila Vittorio Fabrizi.