Ennesima inchiesta della magistratura dell'Aquila su presunte irregolarità nei lavori del post sisma. A coordinare il nuovo filone sono il procuratore capo Fausto Cardella e il pm David Mancini.
Le indagini, portate avanti dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo sono culminate con quattro richieste di custodia cautelare e diversi indagati ai quali viene contestato, tra gli altri, il reato di corruzione.
Le misure restrittive ai domiciliari sono state firmate dal gip Giuseppe Romano Gargarella e riguardano l'ex vicesindaco Roberto Riga, dimissionario a seguito dell'inchiesta 'Do ut Des' del gennaio 2014 [leggi gli articoli], con l'accusa di corruzione, e l'imprenditore edile Massimo Mancini (vice presidente dell'Aquila Calcio), con l'accusa di concorso in corruzione.
Risultano indagati anche l'ex titolare dell'Ufficio speciale per la ricostruzione, ora amministratore delegato dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli, e Vittorio Fabrizi, dirigente del settore Ricostruzione privata da poco reintegrato dopo una lunga sospensione. Per entrambi, l'accusa è abuso d'ufficio.
Inoltre, sono state notificate due misure interdittive del divieto temporaneo dell’esercizio d’impresa per il periodo di un mese nei confronti di ulteriori due imprenditori locali che operano nel settore edile, Simone Lorenzini e Sandro Martini, anch’essi accusati di corruzione nei confronti dell’ex assessore.
L'inchiesta ha a che fare con i lavori di ristrutturazione nell'oratorio Don Bosco dei Salesiani, all'Aquila, eseguiti proprio dalla ditta Impresa Mancini srl e finanziati, in parte, da donazioni del quotidiano Libero e di Enel Cuore.
GdF: a Riga appartamenti e auto di lusso in cambio di agevolazioni sui lavori
In particolare a Riga, che aveva anche la delega all'Urbanistica, gli inquirenti contestano il reato di corruzione mentre all'imprenditore quello di concorso.
Inoltre, sono state notificate due misure interdittive del divieto temporaneo dell'esercizio d'impresa per il periodo di un mese nei confronti di ulteriori due imprenditori locali operanti nel settore edile, anch'essi accusati di corruzione nei confronti dell'ex assessore: come detto, Simone Lorenzini e Sandro Martini.
La Finanza ha sequestrato beni nella disponibilità dell'ex amministratore pubblico per circa 58mila euro, pari all'illecito profitto connesso al presunto reato di corruzione.
I provvedimenti giudiziari giungono al termine di un'articolata e complessa attività di polizia delegata dalla locale autorità giudiziaria che ha preso spunto dalla verifica, attraverso indagini di natura patrimoniale e bancaria, dei rapporti tra l'ex vice sindaco del Comune e l'impresa operante nel settore edile al fine di riscontrare l'esistenza di possibili interventi del primo volti ad agevolare l'impresa nell'aggiudicazione di lavori nell'ambito della ricostruzione post-sisma.
Le indagini bancarie hanno consentito di riscontrare alcuni rapporti attestanti l'acquisto da parte dell'ex assessore e di sua moglie di due unità immobiliari site a L'Aquila nonché la successiva locazione, di una di tali abitazioni, a favore della stessa impresa ad un canone di molto superiore ai valori medi di mercato; di rilevare numerosi ed ingenti versamenti nelle casse della impresa disposti dall'Opera Salesiana Don Bosco riferibili a pagamenti di lavori di riparazione e ricostruzione della sede dell'Ente ecclesiastico danneggiata dal sisma.
I conseguenti approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare l'effettivo affidamento all'impresa degli interventi di riparazione e ricostruzione post-sisma dell'Oratorio Don Bosco e, successivamente, di quelli relativi all'intero complesso edilizio di proprietà dell'Opera Salesiana, di cui l'Oratorio faceva parte integrante.
Lo sviluppo delle indagini consistite in acquisizioni documentali, escussione a sommarie informazioni di persone informate sui fatti nonché perizie elaborate da tecnici incaricati dalla Procura della Repubblica, hanno fatto emergere numerose e gravi irregolarità tali da privare di legittimità i provvedimenti adottati in quanto presi in palese difformità alle norme vigenti in materia di ricostruzione.
Aggregato dei Salesiani: da 80mila a 28milioni e 500mila di contributo grazie a Riga
E' stato in definitiva accertato che il procedimento burocratico relativo alle due pratiche era stato connotato dall'adozione di provvedimenti illegittimi in ragione del fatto che l'aggregato dei Salesiani, costituendo in realtà una struttura ad "uso misto", non avrebbe che potuto beneficiare di un contributo pari al massimo a 80 mila euro a fronte dei 28 milioni e 500 mila euro circa effettivamente erogati.
L'impresa oggetto di indagini, d'altronde, già insediatasi nel complesso edilizio in forza di un precedente contratto d'appalto sottoscritto con l'Opera Salesiana relativo ai lavori di riparazione e ricostruzione della sola porzione del Don Bosco adibita ad oratorio, finanziato con donazioni private, aveva intanto creato le premesse per estendere tale appalto all'intero complesso edilizio, finendo per beneficiare, indebitamente, del contributo complessivo di 28 milioni e 500 mila euro circa.
Nel perseguimento di tale proposito, l'impresa veniva agevolata dall'intervento dell'ex assessore all'Urbanistica del Comune dell'Aquila che si era adoperato per il rilascio di un permesso a costruire, in deroga, relativo alla realizzazione proprio di quella struttura, il nuovo Oratorio danneggiato dal sisma, che gli aveva consentito l'ingresso nell'"affare" della ricostruzione dell'intero plesso ecclesiastico.
La delibera relativa al permesso straordinario a costruire a vantaggio dell'impresa di cui si faceva promotore l'ex amministratore pubblico rappresentava pertanto la premessa e l'impulso di ulteriori aggiudicazioni di lavori avvenute, stando alle indagini, in violazione delle norme in materia di ricostruzione privata.
Le attività di polizia giudiziaria svolte individuavano quindi nell'affidamento dei lavori di riparazione e ricostruzione del complesso edilizio di proprietà dell'Opera Salesiana a favore dell'impresa il fondamentale motivo di riconoscenza del titolare della stessa nei confronti dell'ex assessore.
La riconoscenza dell'imprenditore: affitti e auto di lusso
Riconoscenza che sfociava nella stipula, in data 11 ottobre 2013, di un contratto di locazione della durata di dodici anni di un immobile acquistato dall'ex amministratore pubblico al prezzo di 115 mila euro euro il 18 dicembre 2013.
Il contratto impegnava l'imprenditore indagato al pagamento di un canone mensile pari a 1.200 euro a fronte di una quota che, secondo stime di mercato, sarebbe dovuto essere pari al massimo a 550 euro.
L'intendimento delle parti e, quindi, la reale sostanza dell'accordo illecito era che l'imprenditore di fatto acquistasse, in segno di riconoscenza per l"opera" prestata a suo vantaggio dall'ex assessore, l'immobile in favore di quest'ultimo.
Ma le indagini bancarie svolte dai finanzieri hanno permesso di intercettare e ricostruire ulteriori episodi corruttivi che vedevano coinvolto sempre l'ex assessore nonché vicesindaco.
Tra i molteplici acquisti di autovetture da parte dell'ex vice sindaco ve n'era uno, in particolare, che ha attirato l'attenzione degli inquirenti: quello di una Bmw al prezzo di 24 mila e 800 euro per il cui pagamento è stato utilizzato anche un assegno di 15.000 euro tratto su un conto corrente di un imprenditore locale.
Nonostante le dichiarazioni dell'imprenditore che, sentito in atti, ha giustificato la transazione quale prestito personale a favore dell'ex assessore, sarebbe secondo gli inquirenti emersa ben presto la natura corruttiva dell'accordo tra i due.
L'imprenditore, a seguito della dazione di denaro, aveva infatti ottenuto in cambio l'interessamento dell'assessore per la pratica di richiesta di rimborso dei danni subiti dalla sua azienda a seguito del sisma, ammontanti a circa 62 mila euro.
La comunicazione del positivo esito dell'istruttoria da parte del Comune dell'Aquila è avvenuta il 2 luglio 2010, vale a dire solo 13 giorni prima del "prestito" a favore dell'amministratore pubblico.
Ancora, sempre dalle indagini finanziarie, sarebbe emerso che l'ex assessore aveva ricevuto da altro imprenditore impegnato nelle attività edilizie di ricostruzione post-sisma la somma di 14 mila euro in tre tranches, mediante l'emissione di altrettanti assegni bancari.
Anche in questo caso seppure i pagamenti fossero stati giustificati quali prestiti personali, in realtà, in base alle risultanze delle indagini, celavano il tentativo da parte dell'imprenditore di ottenere la "benevolenza" dell'assessore per avvantaggiarsi nelle attività di ricostruzione che lo vedevano impegnato in ben 17 appalti.
Indagati Paolo Aielli e Vittorio Fabrizi per abuso d'ufficio
Tra gli indagati, c'è anche Paolo Aielli, per abuso d'ufficio in concorso con il dirigente del settore Ricostruzione privata Vittorio Fabrizi.
Avrebbero considerato il complesso dell’Opera salesiana una "abitazione privata" invece che una struttura religiosa, permettendo, così, l'aumento del contributo concedibile, da 80mila euro a 28milioni e mezzo. Stando al lavoro degli inquirenti, Aielli e Fabrizi avrebbero "violato norme di legge e regolamento intenzionalmente procurando un ingiusto vantaggio all’Opera salesiana e all’impresa Mancini Srl, consistito nella percezione di un indebito contributo a favore della stessa impresa altrimenti non spettante o spettante in misura notevolmente inferiore".
In particolare, Aielli "avrebbe dovuto disciplinare la sola ricostruzione della parte strutturale dell’Opera salesiana, adibita esclusivamente all’esercizio dell’attività religiosa e sociale, e per la quale sarebbe stato concedibile al massimo un contributo di 80 mila euro".
Lupisella: "Sul libro paga delle imprese, funzionari comunali, tecnici ed ex amministratore"
Proprio stamane, erano emerse nuove, clamorose, rivelazioni dell'imprenditore teramano Lupisella, il grande accusatore che, con le sue testimonianze, ha fatto scattare l'inchiesta Redde Rationem su presunte tangenti nei lavori di puntellamento.
La Procura della Repubblica dell'Aquila ha aperto un altro fascicolo sullo stesso filone d'inchiesta, proprio sulle ultime dichiarazioni di Lupisella, che risalgono allo scorso mese di settembre.
A scriverlo è Giampiero Giancarli, su 'Il Centro'.
Ricorderete che l'imprenditore edile teramano, parte offesa in un procedimento su presunte tangenti per affidare i lavori di puntellamento dell’ex prefettura e della chiesa di San Marco, aveva parlato di un vero e proprio sistema di mazzette pagate a vari esponenti politici per ottenere i lavori. Stando a quanto racconta ora, sul libro paga delle imprese c'erano anche un paio di funzionari comunali, un tecnico dei beni ambientali, un ex amministratore municipale, un addetto della protezione civile, un progettista e un tecnico privato.
Lupisella, inoltre, ha indicato almeno una decina di lavori privati di ricostruzione con computi metrici fittizi.