Domenica, 13 Dicembre 2015 06:29

"Senza destinazione": viaggio tra gli spazi sottoutilizzati dell'Aquila / 5

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Si avvicina il Natale. La città tra le impalcature si agghinda di luci, in una strana atmosfera tesa tra la speranza e la rassegnazione. In ogni caso, una cosa è certa: in prossimità del Natale, nessuno rinuncia ad una passeggiata in centro. Il centro storico dell'Aquila era e resta, almeno idealmente, l'unico, vero cuore pulsante della città.

Come è noto, la periferia ha sempre avuto un ruolo prettamente secondario nella socialità aquilana: tutto si svolgeva entro le mura. E' naturale, dunque, che nel post-sisma la quotidianità abbia accusato ancora più duramente il colpo. D'altro canto, non si è spenta la voglia di rivivere il centro storico, seppur in maniera sconclusionata. Da teatro della tragedia popolato solo di turisti e fotografi, il centro storico ha ripreso quasi subito il suo ruolo di polo di aggregazione: dagli anziani che posizionavano dei tavolini per giocare a carte sotto la fermata del bus, alla Fontana Luminosa, ai giovani che sono tornati a ripopolare chiassosamente le sue piazze, anche se circondate da militari e macerie.

Purtroppo la ricostruzione si è mossa con lentezza e solo adesso l'odore di muffa sta lasciando il posto a quello della calce, così come il silenzio assordante è stato finalmente coperto dal pedante rumore dei cantieri, che stanno lì a ricordarci che qualcosa sta - e deve - cambiare.

Negli ultimi tempi stanno riaprendo diverse attività commerciali, oltre ai già presenti locali notturni. Tabaccaio, alimentari, farmacia, fotografo, libreria: uno spiraglio di normalità che tenta, facendo lo slalom tra i cantieri e gli ingombranti camion, di riportare vita anche nelle ore diurne. Vi sono però piccoli e grandi spazi, abbandonati ancor prima del sisma, che costituiscono un altro tassello da includere nel progetto di una città che sta confusamente riaprendo le sue porte.

Un problema antecedente alla ricostruzione, sia chiaro, ma che in un quadro carente di spazi e luoghi di aggregazione potrebbe costituire una risposta concreta alle esigenze di giovani ed associazioni o, per lo meno, un segnale di ripresa. Il lento processo di una normalizzazione della nostra vita in questa città non può che partire dal vivere e ri-vivere quelli che sono stati i nostri luoghi per tutta la vita. In questo senso, il primo passo è guardarci intorno: smettere di adattarci a questa decadenza e a questo spirito lascivo che fa accettare brutture di ogni genere. In questa quinta puntata di "Senza destinazione" - il viaggio tra gli spazi sottoutilizzati della città dell'Aquila - torniamo in centro storico, a pochi passi dalla Fontana Luminosa, per parlare di una piazza che avrebbe un grande potenziale in termini urbani: Piazza San Basilio. [Qui tutte le puntate di Senza destinazione]

Piazza San Basilio (L'Aquila)

La piazza si apre di fronte alla facciata snella ed alta della chiesa di San Basilio, consacrata nel 1112. Il monastero adiacente passò dalle suore Benedettine alle Celestine, nel XVII secolo, assumendo l'aspetto architettonico visibile oggi. L'edificio si contraddistingue per il suo carattere di palazzo-convento, essendo stato destinato a collegio e a zona di rappresentanza, più che a residenza delle monache: un caso unico di commistione tra edilizia residenziale e religiosa. I lavori di restauro sono iniziati lo scorso 30 luglio e dovrebbero terminare nel 2018.

Un altro edificio della piazza che quasi tutti ricorderanno è l'ex-ospedale San Salvatore. Il complesso è stato acquistato dall'Università dell'Aquila per 7 milioni 968 mila 950 euro, il 26 settembre del 2013, come ultimo atto dell'allora rettore Ferdinando Di Orio. Lì è sorto il Dipartimento di Scienze Umane, che racchiude le facoltà umanistiche dell'Univaq. Una struttura ricercata nella sua estetica fatta di bianco e luce, un po' meno nella sua funzionalità: non tutti gli spazi risultano infatti usufruibili, ci sono già stati dei piccoli cedimenti e manca ancora una mensa per gli studenti. Aldilà di queste doverose premesse, il Dipartimento - anche grazie agli intenti di programma della rettrice che ha ribadito più volte di voler consolidare il rapporto tra città ed università - è effettivamente diventato un polo culturale in cui si sono succedute diverse e interessanti iniziative che esulano dal confine accademico.

La vivibilità dello spazio antistante resta, tuttavia, discutibile. Nella piazza, tra gli alti alberi e le macchine parcheggiate, sono nascosti tre chioschi abbandonati ormai da anni. Uno di questi, il Bar S. Salvator, è completamento aperto e cade letteralmente a pezzi tra marciume, sanitari distrutti e vetri. Viene da chiedersi come sia possibile che si provveda a realizzare un'opera tanto grande e bella come l'università, senza provvedere a fare qualcosa per un piccolo ma significativo esempio di degrado, che si può ammirare proprio accanto ad essa.

Lo scorso anno sarebbe stata approvata una delibera di giunta con la quale si accoglieva il "progetto definitivo redatto da privati per la riqualificazione e modifica dei chioschi esistenti in Piazza S. Basilio" ma, attualmente, nulla è cambiato. Rivalorizzare l'area era negli intenti dell'amministrazione già nel 2012, come si può vedere dal piano strategico ma l'operazione, seppur notevole per aver saputo re-inserire una realtà culturale in centro storico, non ha ancora attuato le "connessioni della struttura (l'università, ndr.) con gli spazi pubblici limitrofi".

Negli ultimi tempi, spinte fresche e concrete sono arrivate da piccole realtà locali. L'associazione di giovani ingegneri, ViviamolAq (su inziativa di Art Village) ha provveduto, nel corso della Perdonanza Celestiniana, a realizzare un arredo urbano permanente, trasformando due aiuole in spazi ricreativi per studenti: luoghi per sostare nei momenti di pausa, per pranzare all'aperto nelle belle giornate e per il book-sharing. Un altro buono esempio arriva dal vicino Asilo Occupato che organizza concerti e attività culturali, tra cui cineforum, incontri, laboratori e mostre.

La zona si è rivelata, inoltre, punto di interesse nella scorsa edizione della Perdonanza Celestiniana, grazie all'associazione Art Village che ha dato vita a concerti e spettacoli, portando centinaia di persone in piazza. Gli stessi, nell'ambito del progetto Re-Uses, hanno proposto un'idea per il recupero dell’area verde di San Basilio e per la sua illuminazione, in modo da renderla fruibile anche nelle ore notturne. Quest'ultimo sarebbe un vero cambiamento per la piazza, se si considera che, di notte, l'area è utilizzata solo come parcheggio.

La fotogallery

Senza Destinazi...
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Ultima modifica il Lunedì, 04 Gennaio 2016 09:16

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