Ci eravamo lasciati a metà dicembre, con le parole del presidente Maurizio Sbaffo che, pur riconoscendo "posizioni dialettiche diverse, da ricomporre", aveva assicurato a NewsTown che, entro la metà di gennaio, sarebbe stata convocata l'assemblea dell'Urban Center per eleggere - o nominare per acclamazione - i cinque componenti del Comitato scientifico.
Ad oggi, l'assemblea non è stata ancora convocata e la spaccatura, resa manifesta dalla riunione del 2 dicembre conclusa con una preoccupante fumata nera e il ritiro di quattro candidature sulle sette presentate, non è stata affatto ricomposta. Anzi, stamane l'associazione 'Policentrica' ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Fibbioni, la casa del Comune dell'Aquila, per presentare alla città le proprie considerazioni sulle cause dei ritardi con il quale procede l’operatività dello Urban Center. E la decisione, ha infastidito - e non poco - Maurizio Sbaffo, eletto il 12 ottobre scorso a scapito di Antonella Marrocchi, presidente di Policentrica, che ha definito "scorretto" il modo di procedere dell'associazione.
Ma andiamo con ordine.
Come detto, l'assemblea dell'Urban center, riunita il 2 dicembre scorso, non è riuscita a trovare l'accordo sulla nomina dei cinque componenti che dovrebbero comporre il Comitato scientifico.
Sul tavolo c'erano sette candidature: Antonella Marrocchi, Donato Di Ludovico, segretario dell'Istituto nazionale di urbanistica, e l'architetto Marino Bruno, a rappresentare, oltre che Policentrica e Inu, gli ordini professionali e l'Università dell'Aquila. C'erano poi la commercialista Rita Bufalini, presidente della Onlus Social Mar, e Paolo Tella, che rappresenta le imprese - è consigliere CNA, presidente del Consorzio di imprese L'Aquila 2009 e delegato del Polo dell'Edilizia sostenibile. A completare il quadro Giulia Tomassi, presidente dell'associazione culturale 'Quinta Giusta', e Margherita Paglino, sociologa, presidente di Socioplan.
A voto segreto - con tre preferenze a disposizione per ciascun rappresentante delle associazioni che compongono l'Urban Center - l'assemblea avrebbe dovuto scegliere i cinque componenti, oltre ad un tesoriere e un segretario senza potere di voto, come recita lo Statuto, tra l'altro contestato da molte anime del nascente organismo. Si è lavorato fino all'ultimo, però, per trovare una sintesi tra le varie posizioni, un accordo tra le parti su cinque nomi che potessero essere nominati per acclamazione, come auspicato dall'assessore Fabio Pelini. L'accordo non si è trovato e, a quel punto, si sarebbe dovuto procedere con il voto segreto. E invece, Marrocchi, Bruno e Di Ludovico hanno deciso di ritirare la loro candidatura, mossa già annunciata nel documento congiunto presentato a sostegno delle singole candidature, che si volevano però unitarie. Contestualmente, ha ritirato la sua candidatura anche Paolo Tella.
Restava sul tavolo la possibilità di una modifica last minute dello Statuto, così che anche il segretario e il tesoriere potessero avere potere di voto: in questo modo, sarebbero stati subito eletti tutti e sette i candidati e due tra loro avrebbero assunto le cariche in questione.
La matassa, però, non è stata sbrogliata.
E' passato un mese e mezzo, qualche giorno in più, e l'Urban center è ancora paralizzato. Arriviamo, dunque, alla conferenza stampa convocata, stamane, da Policentrica.
"Questo stallo ci preoccupa molto", ha spiegato Graziella Cucchiarelli. Che ha poi ricostruito il lavoro svolto da Policentrica per contribuire alla nascita dell'Urban Center, sin dal marzo 2011, con i primi contatti con l'UC di Torino, passando poi per la presentazione, in Comune, di un progetto e un regolamento per un UC partecipativo, a seguito del protocollo d'Intesa che l'amministrazione aveva sottoscritto con l'INU alla fine di novembre del 2011, e alla costituzione, due anni dopo, di un comitato d'attuazione, con la partecipazione di rappresentanti dell'associazione, che ha avuto il compito di ricomporre le diverse concezioni per arrivare allo Statuto.
"Un percorso faticoso - ha sottolineato Cucchiarelli - ma che reputiamo importante perché l'Urban center è strumento essenziale per la città dell'Aquila: di fatto, dovrebbe costituirsi come un organismo di mezzo tra cittadini e istituzioni, per facilitare la partecipazione dal basso ai processi decisionali. Partecipazione - ha aggiunto - significa 'essere parte di', e non va confusa con l'informazione, come troppo spesso ha fatto il Comune dell'Aquila. Per questo, è importante che l'UC diventi subito operativo: per farlo, è necessario nominare al più presto il Comitato scientifico, l'organo di indirizzo che dovrà coordinare i lavori dell'assemblea. Non abbiamo organizzato la conferenza stampa 'contro' qualcuno, piuttosto 'a favore' del rilancio di una Istituzione necessaria alla città".
Cucchiarelli, a nome di Policentrica, non ha nascosto le contrapposizioni in seno all'assemblea, "contrapposizioni becere, provinciali, inconcludenti che, in questa città, hanno spesso stoppato le nuove iniziative", e si è detta stupita dall'atteggiamento di molti che, "per invidia" del lavoro svolto dall'associazione al fianco del Comune e dell'Inu al fine di arrivare alla redazione dello Statuto - "perché loro si e noi no, si saranno chiesti, e la risposta è semplice: perché noi avevamo presentato una bozza di regolamento" -, considerano Policentrica un soggetto divisivo, piuttosto che un partner utile.
Dunque, per superare la fase di stallo e rilanciare l'attività dell'UC, l'associazione ha ribadito "il ritiro definitivo e inequivocabile della sua candidatura" e ha proposto di coinvolgere facilitatori esterni per risolvere le conflittualità.
"Se Inu e Policentrica che, obiettivamente, partivano da visioni molto diverse sull'Urban center, l'una più tecnica e l'altra più aperta e partecipativa, sono riusciti a trovare una sintesi per redigere lo Statuto - ha sottolineato Antonella Marrocchi - credo proprio che, se ci fosse la reale volontà di tutti, si riuscirebbe a superare l'impasse. D'altra parte, i soggetti che compongono l'assemblea sono 65, molti non si conoscevano, e il clima di diffidenza tipico di una certa aquilanità non ha fatto altro che acuire i conflitti. Conflitti che vanno superati subito, però, per non fiaccare la partecipazione delle associazioni che hanno risposto alla manifestazione di interesse, all'ultima riunione erano presenti solo in 38, e per favorire le realtà che vorranno partecipare in futuro".
Marrocchi e Cucchiarelli non hanno mancato di denunciare il meccanismo della delega, "alcune associazioni non hanno mai partecipato ad una riunione, soltanto lasciato la delega ad un rappresentante", e l'atteggiamento del Comune dell'Aquila che "ha ammesso tutte le associazioni, senza alcuna distinzione, abbassando il livello del confronto e della discussione". Tra l'altro, l'amministrazione non ha mai partecipato ai lavori dell'UC e non ha ancora indicato un componente del Comitato scientifico, oltre i 5 che dovranno essere nominati dall'assemblea, come previsto dallo Statuto.
Cosa fare, dunque? Come risolvere le contraddizioni e ricomporre le diverse posizioni dialettiche, per citare il presidente Sbaffo? "Chiediamo pubblicamente che il presidente convochi al più presto l'assemblea", la risposta di Antonella Marrocchi. "Così, si potranno ridiscutere i tempi e le modalità della nomina del Comitato scientifico, con la riapertura, di fatto, delle candidature".
Ad oggi, confermato il passo indietro di Policentrica, e a seguire di Donato Di Ludovico, Marino Bruno e Paolo Tella, i candidati sarebbero soltanto tre, e il condizionale è d'obbligo. Come procedere? "Questa è una responsabilità del presidente Sbaffo", ha replicato Graziella Cucchiarelli. Che ha chiarito, però, che l'associazione non ha alcuna intenzione di chiedere le dimissioni del presidente eletto.
E' difficile, in verità, immaginare cosa potrebbe fare Sbaffo, a questo punto. Il ritiro della candidatura di Policentrica, infatti, significa, senza dubbio, il passo indietro di Di Ludovico e Bruno, dunque dei rappresentanti dell'Inu, dell'Università e degli ordini professionali. Tenerli fuori dal Comitato scientifico sarebbe impensabile, al momento. E pur volendo perseguire la strada della rottura, siamo sicuri sarebbe così semplice trovare altre due candidature condivise dall'assemblea? Difficile.
La soluzione poteva essere l'allargamento del comitato scientifico a 7, come detto, con la modifica dello Statuto che avrebbe permesso anche al segretario e al tesoriere di votare. E sul punto, l'atteggiamento di Policentrica non è stato chiarissimo. Se Cucchiarelli, infatti, ha definito in un primo momento "svilente" l'idea di 'allargare' il Comitato - "sarebbe stato l'affossamento dell'Urban center" ha aggiunto - poco dopo, Marrocchi ha spiegato che si è lavorato alla proposta, naufragata però perché non si è arrivati ad un documento condiviso che disegnasse le linee guida per l'operatività dell'Urban Center.
Non solo. Molto ha fatto discutere, e farà discutere, la decisione di 'legare' le tre candidature di Marrocchi, Di Ludovico e Bruno, tutti o nessuno per intenderci, che ha spiazzato e probabilmente infastidito le altre realtà che animano l'assemblea dell'Urban Center. "Si sperava di arrivare alla composizione del Comitato scientifico non per votazione ma per designazione", hanno spiegato Cucchiarelli e Marrocchi. "Andavano individuate cinque figure che rappresentassero la varietà delle associazioni e, per questo, abbiamo ritenuto opportuno che fossero rappresentate l'Università, l'Inu, gli ordini professionali e Policentrica. Dunque, abbiamo costruito una candidatura comune, su un 'progetto' di Urban Center comune che ha coinvolto una ventina di soggetti: è chiaro che non avremmo potuto rinunciare ad una delle tre candidature, se si ritengono importanti - ovviamente - i soggetti che avevamo individuato. Non siamo al mercato a vendere patate".
A questo punto, non resta che attendere la decisione del presidente Maurizio Sbaffo: convocherà l'assemblea? Come tenterà di risolvere l'impasse?