"All'interno delle proposte per il Masterplan del Sud, depositata in Regione Abruzzo, c'è anche una Scheda Tecnica molto importante che riguarda il futuro e lo svilupposostenibile delle nostre aree interne, ovvero di quei territori nell'aquilano attraversati dal tratturo magno".
Si legge in un comunicato stampa firmato dall'associazione 'Salviamo la Piana'. La scheda si chiama: "Il Tratturo Magno come infrastruttura socio-economica delle Aree Interne". Parla di "interventi infrastrutturali che favoriscono la messa in rete e la fruizione sostenibile delle risorse delle aree montane e rurali interessate dal sistema costituito dal Tratturo Magno e dal complesso di bracci tratturali e vie interpoderali che dalla Piana di Campo Imperatore e dalla Valle Subequana confluiscono sul Regio Tratturo. Di messa in sicurezza e miglioramento della viabilità di montagna e intercomunale; del recupero di edifici di proprietà pubblica per una nuova offerta turistico-culturale; di opere per la valorizzazione e l’accesso alle emergenze archeologiche e storico-culturali; del recupero di emergenze architettoniche e tratturali; della realizzazione di opere ex-novo per una via verde peri-urbana su demanio tratturale".
Obiettivo dell'intervento è dare riconoscibilità unitaria ai beni comuni presenti lungo il Tratturo Magno e nei Comuni del Tratturo per favorire una migliore vivibilità del territorio da parte degli abitanti e un’efficace 'narrazione' turistica della storia millenaria dell’Abruzzo Interno dall’epoca pre-romana al rinascimento, fino ai giorni nostri.
"Questa scheda - sottolinea Salviamo la Piana - fu elaborata a valle della straordinaria partecipazione alla IX edizione di Tratturo Magno, discussa e condivisa il giorno 30 Settembre 2015, dalle associazioni, dalle pro-loco e dai Sindaci dei Comuni che hanno patrocinato l'evento e partecipato alle prime due tappe del cammino lungo il Tratturo Magno. In questo baillame politico, ci chiediamo quanto pesano le proposte di progettualità che provengono dal territorio dei comuni del cratere e chi le fa valere?".
Non è una questione politica, aggiunge l'associazione, "ma una questione che riguarda il futuro del nostro territorio e il creare opportunità perché possa essere più facile restare piuttosto che andare via di qui. Nei prossimi mesi torneremo insieme a discutere la proposta, e a ribadire la nostra comune convinzione che un altro sviluppo è possibile, uno sviluppo che trasformi quelle che sono attualmente risorse comuni passive, in risorse attive intorno alle quali creare nuovi posti di lavoro e nuova occupazione, soprattutto per i giovani".