Con la media di una slot machine ogni 83 abitanti, L'Aquila ha il triste primato di provincia italiana con più "macchinette" pro capite. Ne abbiamo scritto poco più di due mesi fa, era la fine di febbraio.
Giusto qualche giorno prima, l'Azienda sanitaria locale aveva reso noto che, nel 2015, il numero dei pazienti che si era rivolto al Sert (Servizio per le tossicodipendenze) per problemi di dipendenza dal gioco d'azzardo era salito a 36 dai 26 dell'anno precedente, il 2014. Un aumento preoccupante, si disse, e - in particolare - per la sempre maggiore diffusione del fenomeno tra giovani e adolescenti.
Per questo, la Asl ha intrapreso una campagna di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole medie, portando di fronte ai ragazzi le testimonianze dirette di persone affette da ludopatia. "Videogame, giochi on-line, slot machine, gratta e vinci fanno presto breccia negli animi dei giovanissimi, spesso in modo subdolo e inconsapevole con la prima giocata innocente", ha spiegato la dottoressa Daniela Spaziani, direttrice del Sert. "Il gioco d'azzardo, oltre a essere in continuo aumento, è un disturbo molto più ampio di quello rappresentato dai numeri perché notevolmente sottovalutato. Tanti rinunciano a curarsi sia per la vergogna di uscire allo scoperto sia per la falsa credenza che si può smettere in qualunque momento trattandosi di una dipendenza senza sostanza".
La carenza del quadro legislativo: nel 2015, lo Stato ha incassato 8 miliardi
Il settore prospera nella carenza del quadro legislativo italiano. Quando è esploso il fenomeno delle slot machine, le prime regole le ha dettate lo Stato. Lo stesso Stato che, tra licenze e tasse, ha incassato 8 miliardi di euro nel 2015. A mettere paletti alla diffusione delle slot provano, dunque, Regioni e Comuni, per arginare le conseguenze sociali dei microcasinò. Si finisce spesso, però, nelle aule dei Tribunali: nei primi due mesi del 2016, i giudici amministrativi hanno emesso almeno 12 sentenze. La tendenza - fino ad oggi - è stata quella di confermare le ordinanze che impongono limiti agli orari di apertura delle sale. Mentre quelle sulla dislocazione delle slot finiscono per essere spesso cancellate. E' successo a Bologna, dove il Consiglio di Stato ha definito "irragionevole" il divieto di gioco d’azzardo nei mille metri dai luoghi sensibili - le scuole, in primis, banche e sportelli bancomat - perché "mancano studi che dimostrino che la distanza di un chilometro sia adeguata a combattere la ludopatia".
Oltre alla miriade di ordinanze istruite dai Comuni, sono 15 le Regioni italiane che hanno introdotto norme per regolamentare il settore. La normativa approvata da Regione Lombardia, in questo senso, è tra le più complete. La legge n. 8 del 2013 (“Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”, così come modificata dalla legge n. 11 del 2015) istruisce infatti il divieto d'apertura di nuove sale da gioco entro un ambito di 500 metri dai 'luoghi sensibili' (scuole, luoghi di culto, strutture sanitarie, centri di aggregazione giovanile); il divieto di qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco; l'attribuzione di un osservatorio regionale sulle dipendenze con compiti di studio del gioco d’azzardo, di monitoraggio e proposta e di individuazione di buone prassi; la previsione di un marchio “No slot” per i circoli e gli altri luoghi di intrattenimento che scelgono di non installare nel proprio esercizio le apparecchiature per il gioco d’azzardo; contributi ad enti che svolgono attività di assistenza e sensibilizzazione sui rischi del gioco e sull’uso responsabile del denaro; la precisazione delle competenze di Comuni e aziende sanitarie con riferimento alle campagne di informazione e educazione sui rischi derivanti dalla dipendenza da gioco e le iniziative di monitoraggio nelle scuole e negli altri luoghi di formazione e socializzazione; l'istituzione di un numero verde regionale per le segnalazioni e le richieste di aiuto, i cui riferimenti sono affissi su ogni apparecchio per il gioco d’azzardo lecito; riduzione dell’Irap a vantaggio degli esercizi che provvedono volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco con corrispondente aumento dell’aliquota per gli altri esercizi con tali apparecchi.
Anche Regione Abruzzo si è dotata di una norma per regolamentare il settore, nel 2013: ha posto un limite di 300 metri dai luoghi sensibili per l'istallazione delle sale slot ma, rispetto ad altre regioni - tra le altre Lombardia, Piemonte, Basilicata e Umbria - non ha stabilito riduzioni di tassazione per gli esercizi che provvedono alla disinstallazione delle macchinette ed un corrispondente aumento per le sale con attrezzature da gioco. Né è stato istruito un apposito Osservatorio sul gioco d'azzardo.
In altre parole, Regione Abruzzo ha una normativa vigente che appare, tuttavia, piuttosto debole in un contesto che, come detto, è di totale deregolamentazione per l'inerzia dei vari Governi che si sono succeduti alla guida del Paese.
La Conferenza Unificata è convocata per il 5 maggio
In questo senso, giovedì 5 maggio alle 15 si terrà la Conferenza Unificata che, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016, dovrebbe riorganizzare il sistema della vendita e della rivendita di azzardo legale sui territori tenendo conto dei principi inderogabili e costituzionalmente garantiti di tutela della salute, ordine pubblico e sicurezza per tutti i cittadini.
L’oggetto della Conferenza unificata dovrebbe essere proprio quello di definire le caratteristiche dei punti di vendita e raccolta del gioco pubblico in ogni sua forma, ordine e grado, al fine di interventire sui livelli di criticità identificati.
Criticita legate tanto alla distribuzione territoriale ritenuta da tutti, almeno a parole, eccessiva rispetto alla presenza su tutto il territorio italiano di offerta di gioco, in particolare offerta di gioco tramite "macchinette", quanto alla concentrazione territoriale di quella distribuzione. C'è dunque un doppio livello di problema: l'azzardo è diffuso in ogni tipo e ordine di locale, dai bar alle tabaccherie, e questa diffusione - che fa problema in sé - diventa ancora più problematica quando si concentra su alcuni territori.
Staremo a vedere cosa accadrà.
A L'Aquila, la sala slot da 1500 metri quadri, sotto le mura urbiche
Intanto, in una delle Regioni con la maggior diffusione di slot machine, l'Abruzzo, nella città che detiene il triste primato italiano della diffusione di 'macchinette' per numero di abitanti, L'Aquila, aprirà, alla fine del mese, il nuovo locale di Timecity.it, l'azienda leader nel settore del gioco, il colosso delle slot.
A darne notizia - nei giorni scorsi - è stato 'Il Capoluogo.it'.
Timecity aprirà su viale della Croce Rossa, nello storico edificio che fu il caseificio Cabbioni e, poi, Agriservice. Un locale di 1500 metri quadri, con parcheggio sotterraneo.
Investimento da 1 milione di euro che, evidentemente, i responsabili del colosso contano di far rientrare in breve tempo. Con le scommesse degli aquilani. Il locale sarà aperto tutti i giorni dalle 9 del mattino alle 3 di notte. Orario continuato insomma, altre che limiti. E sarà a breve distanza da alcuni istituti scolastici cittadini. Poco conta, in questo senso, se il locale sia a più di 300 metri, è comunque raggiungibile a piedi.
"Sono 15 le regioni che si sono schierate contro il dilagare del gioco d’azzardo patologico e delle slot machine, dotandosi di una legge regionale contro la ludopatia e per prevenire i danni, spesso devastanti, che il gioco d’azzardo compulsivo provoca su fasce di popolazione poco difese, come giovani ed anziani, per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, contrastare il crimine organizzato ed eventuali frodi, oltre che per regolare i profili di carattere fiscale", ha ricordato in una nota il circolo aquilano di Legambiente.
Invece, "in una città come L’Aquila preda della crisi, della disoccupazione, del post sisma, che arranca verso una ricostruzione sociale oltre che materiale, con una popolazione afflitta da problemi sociali aprirà a fine maggio il nuovo locale di Timecity.it, l’azienda leader nel settore del gioco".
"Il Comune - ha aggiunto il presidente del circolo, Enrico Stagnini - ha presentato un primo progetto per la riqualificazione di Viale della Croce rossa, una delle aree urbane più carenti di progettazione urbanistica di sempre". Ebbene, "l’urbanistica - la disciplina che si occupa dell'analisi e della pianificazione dello sviluppo delle città e del territorio - è uno dei campi su cui si decide lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita degli abitanti di una città come la nostra, in via di ricostruzione. Evidentemente, il concetto di riqualificazione ha sfaccettature diverse per la nostra amministrazione".
In effetti, su Viale della Croce Rossa insistono, al momento, 2 mila e 500 metri quadri di superfici commerciali di cui solo 807 (il 10%) pienamente legittimi. Il restante 90% è, invece, oggetto di condono sospeso grazie ad un vecchio piano di riqualifica. A tutto questo vanno aggiunte le ricollocazioni commerciali del post sisma, "temporanee" nella misura in cui sarebbe possibile per loro tornare nel centro storico, altra piccola incognita.
"Secondo il progetto - sottolinea Stagnini - è prevista la destinazione dell'area verde dal lato delle mura a parco attrezzato, riqualificandola dal punto di vista ambientale e ricreativo, con un percorso pedonale, come da Piano di Ricostruzione del Comune dell'Aquila. Il progetto prevede e consiglia anche forme, dimensioni ed altezze e detta tecnologie e materiali avveniristici, per le nuove strutture, ma non ha evidentemente ragionato sulla qualità e sull’opportunità di far nascere determinate attività, come la sala giochi che sta per aprire con slot machine, video lottery e bingo, in un'area che a rigor di logica sarà frequentata da ragazzi, bambini, anziani e turisti".
"Ci auguriamo che il Comune faccia un passo indietro su questa decisione", ha dunque aggiunto Stagnini.
La sala giochi, una piccola 'Las Vegas' come è stata ribattezzata dalla stampa, sorgerà sotto le mura urbiche appena restaurate con un importantissimo investimento economico, a due passi dall'area pedonale immaginata a ridosso delle mura, in un'area che si vorrebbe di pregio alle porte del centro storico cittadino. Se sia il posto più adatto, dovrebbero essere i cittadini a dirlo, e a loro voce il Comune dell'Aquila che, al momento, non ha abbozzato neppure una specifica tassazione per le sale che propongono slot machine, con premialità per chi decida invece di dismetterle. E a quanto si apprende non ha imposto limiti orari all'apertura delle sale.
Ricostruzione sociale, si diceva.