Una volta in Abruzzo si parlava solo di "cantine aperte", adesso con "Officina L'Aquila", la nuova versione del fu "Salone della ricostruzione", si parla di "cantieri aperti". Ovviamente a L'Aquila, la città in ricostruzione dove un enorme numero di ditte, operai e tecnici sono all'opera.
Giusto quindi per l'ex salone, non rinchiudersi in un capannone periferico, ma fare del centro storico stesso il playground dell'evento. E' qui infatti, come in nessun altra parte che si può vedere la ricostruzione, le sue tecniche, gli uomini, insomma la materia viva di un cantiere-città (o di una città-cantiere se si preferisce) unica in Europa.
Così come un gruppo di turisti 'giapponesi', ci siamo messi in marcia per questo tour di "cantieri aperti", la parte "pratica" rispetto a quella più teorica dell'Officina, "che si tiene invece dentro l'auditorium" racconta Oscar Buonamano, direttore editoriale di Carsa, la società di comunicazione pescarese fondata dal Presidente Roberto Di Vincenzo che, insieme ad Ance Abruzzo, organizza Officina L'Aquila.
Carsa dunque ha un legame con l'impresa Di Vincenzo Dino & C spa, ditta che a L'Aquila ha circa 40 lavori, "venti già terminati ed altrettanti in corso d'opera" come ha spiegato Giovanni Di Vincenzo. "Per questo - ha proseguito - abbiamo spostato su L'Aquila una parte significativa dell'ufficio tecnico e delle strutture d'impresa al fine di presidiare nel miglior modo possibile il gran numero di cantieri".
Questa d'altronde è sicuramente anche la ricostruzione delle imprese: ti volti guardando i palazzi in ricostruzione e pensi "questo è un Cingoli, quest'altro un Di Vincenzo (le due ditte in assoluto con più commissioni), quest'altro un Chiodi, quest'altro ancora un "Edilfrair".
Ed è interessante ascoltare - nel loro evento - il punto di vista delle imprese, dove per esempio si elogia la spesso criticata norma privata alla base della ricostruzione, che "permette con velocità di ricostruire dando ai consorzi di cittadini direttamente la possibilità di incaricare l'impresa e gestire il contributo", come ha affermato durante il tour Giovanni Tavano, amministratore delegato Carsa.
Tavano ha voluto anche ribadire la quantità enorme di competenze e tecniche che si stanno sviluppando a partire dalla situazione, davvero unica, che è il laboratorio ricostruzione. Una ricchezza che è certamente anche economica e che va sicuramente il più possibile rimessa in circolo sul territorio vittima della catastrofe.
Interessante grazie al tour (che si ripeterà ogni giorno per tre volte), inoltre, poter girare tra le vie ancora "chiuse", come via Sallustio, in cui non ci sono più sampietrini ma solo terra, e il paesaggio è sconosciuto perché al posto dei luoghi che si conoscevano, tutto è in trasformazione, popolato da operai e mezzi, sopra e sotto terra.
Un gran caos che dà finalmente speranza agli aquilani, dopo l'immobilismo durato in centro storico per troppi anni.
La fotogallery di Luca Bucci per old.news-town.it
