Mercoledì, 22 Maggio 2019 15:30

Fondo Etico, Mancurti riconosce le difficoltà: "Lavoriamo ad un progetto"

di 

“Ho espresso sempre un giudizio molto positivo sulla ricostruzione dell’Aquila; ho vissuto da vicino altre ricostruzioni, da giovane ingegnere iniziai col terremoto del Friuli: ebbene, posso dirvi che il modello L’Aquila non è stato raccontato bene”.

Parole di Aldo Mancurti che ha seguito da vicino le vicende del cratere in questi dieci anni, da capo dipartimento del Ministero dello Sviluppo economico prima, poi da coordinatore della Struttura tecnica di missione e, infine, da presidente in carica del 'Fondo Etico per la Ricostruzione', l’iniziativa solidaristica promossa dal sistema Ance in Abruzzo e che avrebbe dovuto essere sostenuta dalle imprese impegnate nella ricostruzione post sisma per contribuire alla realizzazione di opere utili alle popolazioni del cratere nonché per contribuire a iniziative di carattere sociale, culturale e sportivo.

“Il modello L’Aquila non può definirsi virtuoso: d’altra parte, nulla è perfetto. E’ un buon modello, però. Si era fatta una stima di 15 anni per concludere i processi di ricostruzione, e verso i 15 anni stiamo andando; si era fatta una stima delle risorse necessarie che ammontava a circa 15 miliardi: l’importo è lievemente cresciuto con gli anni, com’è naturale che sia, ma non adremo lontano. Ecco il motivo per cui il giudizio sulla ricostruzione è molto buono”.

Non altrettanto la valutazione sul 'Fondo Etico', e Mancurti non fatica a riconoscerlo. Ne abbiamo scritto diffusamente negli anni scorsi: stante la contribuzione volontaria in funzione dei fatturati, al Fondo hanno aderito soltanto 13 imprese e, di queste, 5 hanno versato il 75% della somma totale raccolta che supera di poco i 110 mila euro. Una parte delle risorse – 80 mila euro – sono state impegnate per contribuire all’acquisto di un robot per operazioni chirurgiche ad altissima tecnologia donato alla Asl 1, costato 240 mila euro con la Fondazione Carispaq che ha coperto i restanti 160 mila euro.

In cassa restano circa 35 mila euro. “Abbiamo subito una pausa”, spiega il presidente del Fondo; “in questo periodo, però, 24 o 25 imprese hanno chiesto di entrare, di sottoscrivere l’adesione per contribuire: mi è sembrato corretto, tuttavia, non far affluire altre risorse sul conto corrente, almeno fino a quando non avremo deciso come investirle. Individuiamo un progetto e, ne sono certo, le imprese non faranno mancare la loro disponibilità”.

Il 'Fondo Etico' era stato pensato, inizialmente, in particolare per i colossi delle costruzioni venuti da fuori Regione che, in questi anni, hanno ottenuto appalti milionari – si stimano almeno 2 miliardi e mezzo di euro – ma non hanno colto l’invito a restituire una parte dei lauti guadagni al territorio; da parte loro, le imprese che fanno riferimento all’Ance della provincia dell’Aquila hanno ribadito, in più occasioni, di avere ciascuna un proprio fondo. I costruttori della provincia stimano di aver donato almeno 5 milioni di euro per eventi sociali e culturali, alle società di calcio e di rugby.

Sta di fatto che, ad oggi, il 'Fondo Etico per la Ricostruzione' non può che definirsi un fallimento. Staremo a vedere se davvero, intorno ad un progetto condiviso, si possa trovare un maggior sostegno delle imprese. Da questo punto di vista, Mancurti pare avere le idee chiare: “bisogna parlare di futuro. Tra 5 anni avremo concluso la ricostruzione: cosa ne faremo del patrimonio ricostruito? Siamo convinti che L’Aquila e il suo territorio abbiano una straordinaria attrattività, come pochi altri in questo momento: penso all’antisismicità del costruito, per fare soltanto un esempio. Ecco, se dovessimo parlare come le agenzie di rating potremmo dire che L’Aquila ha diverse A da ‘spendere’ sul mercato nazionale e, soprattutto, internazionale. C’è bisogno, però, di una operazione di marketing territoriale”. E' su questo che potrebbero essere investiti i soldi che il fondo, si spera, raccoglierà nel prossimo futuro: "Un grande progetto di comunicazione del post-sisma aquilano - ha aggiunto Mancurti - che individui un brand territoriale attraverso cui veicolare l'immagine della nuova L'Aquila, una città capoluogo che in dieci anni ha rimesso in piedi gran parte del suo 'scheletro' architettonico e soprattutto la sua 'anima' sociale e comunitaria".

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Maggio 2019 17:26

Articoli correlati (da tag)

Chiudi