Venerdì, 26 Ottobre 2018 22:00

Si chiude 'Officina L'Aquila', Di Vincenzo: "Avviata la narrazione della città che sta nascendo"

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Teatro, sport, università, scienza, cultura: sono le mille facce della ricostruzione dell'Aquila e del suo territorio: il terremoto non ha distrutto soltanto case e chiese, ma anche il suo tessuto sociale.

L'Aquila e gli aquilani lo sanno bene; per il resto d'Italia e del mondo, però, non è facile entrare nelle dinamiche complesse della ricostruzione, soprattutto in una fase in cui il cratere 2009 è uscito dagli interessi della stampa e dalle priorità della politica nazionale. Il focus di "Officina L'Aquila – Incontri internazionali di restauro e rigenerazione urbana", promossa e organizzata da Carsa srl, in collaborazione con ANCE Abruzzo, insieme ad ANCE L'Aquila, ANCE Chieti, ANCE Pescara, ANCE Teramo, è stato tutto concentrato sulla capacità di resilienza delle comunità colpite dal sisma, che oltre a doversi rimettere in piedi, stanno ridisegnando l'identità e il futuro della città.

Una giornata cominciata con il consueto "Educational tour" alla scoperta del centro storico ricostruito, al quale hanno partecipato alcuni giornalisti della stampa internazionale (Spagna, Usa, Francia, Serbia, Venezuela, Cile, Australia, Gran Bretagna, Russia, Italia) e gli esperti della Commissione europea Fulvia Raffaelli, Antonio Paparella e Domenico Tinto (settore Costruzioni). In parallelo, si sono susseguite le visite di "Cantieri aperti": circa 300 i partecipanti, fra studenti di Ingegneria dell'ateneo aquilano, ma anche ingegneri, architetti e semplici cittadini incuriositi, per un totale di circa 700 persone nella due giorni di visite.

Un modo per conoscere le caratteristiche tecniche della ricostruzione, dell'adeguamento sismico e del restauro a contatto con i direttori dei lavori dei cantieri. I luoghi aperti sono stati, in particolare, la chiesa di San Pietro a Coppito (Scimia arte e costruzioni srl), la chiesa di San Silvestro (segretariato MiBAC), palazzo Manieri (Vittorini costruzioni) e il Teatro comunale (segretariato MiBAC). La visita nei cantieri è stata resa possibile in sicurezza grazie ai tecnici dell'Ente scuola edile e Cpt della provincia dell'Aquila che hanno accompagnato gli ospiti.

Nella sessione pomeridiana ha trovato spazio "Il racconto della ricostruzione: la città della conoscenza", con al centro il ruolo propositivo del mondo universitario e scolastico e delle associazioni nel processo di ricostruzione della comunità aquilana. Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti del sistema Ance abruzzese e del collegio dei Geometri dell'Aquila, il dibattito è entrato nel vivo con le parole, a quasi 10 anni dal sisma, della rettrice Paola Inverardi, a ricordare che "abbiamo dovuto prima di tutto fare la progettazione di noi stessi. All'indomani del sisma, ci siamo subito dovuti porre il problema dell'attrattività verso i nostri studenti. Ci siamo dovuti reinventare un modello convincente e credo che abbiamo fatto da stimolo per la città. Alla fine questo ci ha premiato in modo inatteso. Abbiamo realizzato quanto previsto nei famosi rapporti dell'Ocse". Quanto all'insediamento del rettorato in centro storico, a palazzo Camponeschi, la rettrice ha voluto rimarcare che "non c'è nulla di eroico: dovevamo farlo, ma siamo una delle pochissime funzioni amministrative ad averlo fatto e anche altre istituzioni adesso devono impegnarsi a tornare in centro, anche se vivere nel centro fra i cantieri non è facile. A chi dice che 'siamo sospesi' da quando c'è stato il sisma, io rispondo che non lo siamo, ma stiamo ricostruendo. Noi stiamo cambiando il volto della città e il suo destino".

Una città della conoscenza unica in Italia, come ha spiegato il professore onorario del Dipartimento di Ingegneria civile dell'università dell'Aquila Mario Centofanti, che ha sottolineato il ruolo del sistema dell'istruzione nel post-sisma, che ha sviluppato una funzione di supporto alla ricostruzione attraverso, per esempio, la creazione di un laboratorio di prove per supportare i processi operativi, sia sul piano della proposta culturale, sia quello quello relativo al processo di ricostruzione. Diversi i corsi d'insegnamento della nostra università che hanno poi operato in campo urbanistico, del restauro, tecnologico, architettonica operando su tematiche del centro storico". Sul piano della ricerca, Centofanti ha citato l'iniziativa interdipartimentale "Incipit" che riguarda proprio il centro storico.

Alba Formicola dei Laboratori nazionali di fisica nucleare ha aggiunto che "i Laboratori non si sono mai fermati proseguendo la ricerca sia in campo locale che internazionale", struggente per molti il suo ricordo della prima edizione della "Notte dei ricercatori", avvenuta "in un centro storico in cui c'erano soltanto i cantieri. Oggi, invece, la vita torna ed è evidente che gli edifici determinano il cammino verso un nuovo possibile progresso".

Nella seconda parte del pomeriggio, realtà associative a confronto per la tavola rotonda dal titolo "Il racconto della ricostruzione: l'universo delle associazioni" con Annalisa De Simone, presidente del Teatro stabile d'Abruzzo, Roberto Marotta, presidente dell'Accademia di Belle arti dell'Aquila, Roberto Nardecchia, presidente dell'associazione Scuola minibasket dell'Aquila, Alfredo Titani dello 'Special olympic games', Mario Di Gregorio, tra gli organizzatori della 'Gran Fondo città dell'Aquila', Francesca Aielli della 'Rugby experience school', Federico Vittorini, tra i fondatori de 'L'Aquila film festival', Veronica Santi di 'Off site art' e Igor Antonelli di 'Live your mountain'.

Un bilancio positivo quello dell'edizione autunnale di "Officina L'Aquila" per il coordinatore generale Roberto Di Vincenzo, ma ora bisogna lavorare per il futuro: "Con questa edizione 'Officina' ha avviato la narrazione della città che sta nascendo, fatta di restauri di qualità che rappresentano un'eccellenza mondiale, ma anche di nuova vitalità data dal sistema associativo in tutti i suoi settori, che è riuscita a mantenere viva l'anima sociale della città e come ha detto il giornalista nostro ospite Carlo Cambi, amico da sempre dell'Aquila, a guardare avanti avendo, però, la capacità di guardare anche indietro, come avviene nel rugby. La Commissione europea", ha aggiunto Di Vincenzo, "è rimasta sorpresa di quanto si sta facendo in questa città così duramente colpita dal terremoto e sta riflettendo sull'ipotesi di organizzare un' iniziativa con Carsa per il decennale del terremoto a Bruxelles e lavorerà per massimizzare la conoscenza di questo processo di ricostruzione che è unico nel suo genere. Il nostro sguardo adesso, è rivolto proprio al decennale: vorremmo con le strutture territoriali pensare assieme a iniziative che costruiscano futuro da un punto di vista economico, culturale e sociale".

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