Sabato, 09 Dicembre 2017 14:09

'Io prometto': quattro donne e la volontà di restare nella propria terra. Da L'Aquila a Ussita passando per Campotosto: crowdfunding per il documentario

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Patrizia Vita aveva un bed and breakfast a Ussita, nel cuore del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Un posto speciale. É arrivato il terremoto, e il bnb non esiste più. Ma Patrizia c’è ancora, eccome se c’è, ed è quello che più conta. “Non lasceremo mai sola questa terra – dice – non c’è un altro posto in cui vorremmo stare. Io qui mi sento a casa”; sia chiaro, “non siamo né eroi né reduci. Qualcuno doveva pur rimanere”. Perché casa è veramente quel posto che ti porti dentro, e l’importante è che con te ci siano le persone giuste.

A L'Aquila, Antonietta Centofanti ha partecipato a tantissime lotte cittadine, dal 2009 in avanti. È stata un punto di riferimento importantissimo per tutti quelli che volevano restare, ma anche lottare. Contro le “deportazioni forzate”, contro la “militarizzazione della città”, per una ricostruzione partecipata e trasparente. Tante delusioni, ma anche tante storie da raccontare, tante persone con cui si è creato un legame indistruttibile. Una donna che non si è mai arresa, con convinzione e la giusta dose di arroganza, quella necessaria a fare rumore, a farsi quantomeno sentire. Tanti anni spesi alla ricerca di giustizia per la vicenda della Casa dello studente, ad oggi Antonietta è attiva in molti comitati cittadini, e continua la sua lotta, che poi è quella di tutte e tutti.

Assunta Perilli aprì la sua bottega di tessitura dopo il ritrovamento di un antico telaio in legno della tradizione tessile del paese di Campotosto. Da subito partì l’idea di non lasciare estinguere l'antico mestiere, che ha rappresentato per molte generazioni del paese motivo di sostentamento economico. Assunta, tornata a vivere nel suo paese dopo aver frequentato l’università fuori, si conquista la fiducia delle donne anziane del paese, che le insegnano i segreti di questa raffinata arte. E così da tutto il Centro Italia vengono per visitare la “Fonte della Tessitura”, per comprarne i tessuti e i vestiti unici fatti a mano da lei. Ma il terremoto ha messo in pericolo tutto questo. Assunta non ha lasciato il suo paese, ormai cumulo di macerie e sprovvisto di una rotta da seguire. Lotta ogni giorno per ottenere una sede provvisoria per la sua attività, che, lei dice, “deve continuare a vivere a Campotosto”. “La tessitura a mano di alta montagna deve restare nei suoi luoghi unici, alla sua propria altitudine, nel suo proprio clima” afferma con orgoglio.

Valentina Valleriani fa parte del “Comitato Donne Terre-Mutate” nato a L’Aquila nell’ottobre del 2010 per organizzare un incontro nazionale di donne che si sarebbe tenuto nel capoluogo abruzzese il 7 e 8 maggio 2011: “ben vengano le donne a Maggio. Mani-festiamo, siamo tutte aquilane”, lo slogan. L’Associazione Donne TerreMutate per la Casa delle Donne a L’Aquila si è poi costituita nel maggio del 2013. Passo dopo passo, sono state fatte tante conquiste per portare avanti i loro progetti di solidarietà, e per ottenere lo spazio dove costruire la sede della Casa delle Donne dell’Aquila, ad oggi ancora solo un sogno.

Quattro donne e una promessa: restare nella propria terra, nonostante i terremoti, i cambiamenti e le perdite.

Patrizia, Antonietta, Assunta e Valentina sono le protagoniste del lungometraggio documentario “Io prometto”, girato nelle zone del Centro Italia colpite dai terremoti attraverso una campagna di finanziamento dal basso, attualmente in corso e lanciata sulla piattaforma ProduzioniDalBasso per sostenere i costi di produzione e distribuzione.

Scritto e diretto da Cecilia Fasciani, documentarista aquilana formatasi alla London Film Academy, la crew è formata da Giovanni Fania, direttore della fotografia, Matteo Mabilia, assistente alla regia e alla produzione, Valérie Hubert, operatrice di ripresa, e Giovanni Sfarra, tecnico del suono. I giovani filmmakers hanno viaggiato il centro Italia in autobus, da L'Aquila a Campotosto, fino a Ussita. "Ad oggi, la situazione nelle zone colpite dai terremoti nel Centro Italia è disastrosa, con molti piccoli paesi che rischiano di non tornare più quello che erano prima delle scosse", spiegano gli autori. "Passata l’ondata mediatica, sembra che questa situazione non interessi più il nostro paese. Quando vari politici si recano 'in visita', le macerie vengono coperte o spostate, affinché le telecamere non riprendano e non testimonino le tragiche condizioni di quelle zone dimenticate. Ma ci sono tante persone che, rimaste sul territorio, si impegnano ogni giorno per far sì che la loro terra torni a vivere. Per questo pensiamo sia importante raccontare tutto ciò attraverso un documentario".

“Io prometto” appunto, la storia di quattro donne, di come hanno reagito e continuano a reagire alla tragedia: perché hanno deciso di restare, come hanno lottato e continuano a lottare ogni giorno, come hanno creato reti di solidarietà tra i paesi e le città colpite, come vengono promossi incontri, raccolte fondi, dibattiti. Le esperienze che verranno raccontate sono iniziate anni fa, oppure solamente l’anno scorso, ma sono tutte in continuo divenire. La resistenza di queste donne, la loro memoria, la loro amicizie e le loro speranze è ciò che verrà raccontato attraverso le immagini. Inoltre, verrà esplorato il rapporto di ciascuna di loro con la natura circostante: una natura, gli Appennini, montagne tra le più vecchie d’Europa, che è stata la culla delle loro vite sin da bambine, ma che improvvisamente ha tradito. Allora sarà anche una storia di travaglio e riconciliazione con essa, terra sempre amata e che per tutte loro ha sempre avuto quel sapore unico di casa .

“Io prometto” è un progetto indipendente e completamente autofinanziato. Non ha ancora ricevuto alcun patrocinio o sostentamento economico da parte di enti o istituzioni. Ma vuole essere di più. Vuole essere un documentario coraggioso, con alla base il coinvolgimento e la partecipazione del pubblico. “Per questo motivo abbiamo bisogno del supporto delle persone che, direttamente o indirettamente, possano essere coinvolte e credere in questo progetto”, chiarisce la produzione.

Come sostenere il progetto? Basta collegarsi alla piattaforma ProduzioniDalBasso e contribuire: ad oggi, 76 sostenitori hanno garantito quasi 4mila euro; l'obiettivo è arrivare a 15mila.

Qui i link utili: 

www.ioprometto.com

https://www.produzionidalbasso.com/projects/16100/support

 

Ultima modifica il Sabato, 09 Dicembre 2017 22:53

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