Martedì, 10 Aprile 2018 10:37

Centro Italia, terremoto 4.6 a Muccia. Moretti: "Parte della sequenza iniziata a L'Aquila e non ancora conclusa". E sul sisma ad Ocre: "Evento isolato"

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All’alba, la terra è tornata a tremare in centro Italia.

Un terremoto di magnitudo 4.6 è stato registrato alle 5:11 con epicentro a Muccia, in provincia di Macerata, a 9 km di profondità [qui]. L'evento sismico, a cui hanno fatto seguito decine di repliche tra cui due di magnitudo 3.5, alle 5:46 e alle 6:03, è stato avvertito anche in Umbria, Lazio e Toscana. A Muccia la scossa "ha fatto crollare il piccolo campanile della Chiesa del '600 Santa Maria di Varano", ha spiegato il sindaco Mario Baroni sottolineando che sono in corso accertamenti per verificare se vi siano ulteriori danni sulle poche case rimaste agibili in paese: su 920 abitanti, 550 sono sistemati nelle Sae, 120-130 persone sono in case agibili e il resto è in sistemazione autonoma o da parenti. Il primo cittadino ha parlato di "grande paura e insicurezza tra le persone. È uno stillicidio contino - ha aggiunto - che ci sta snervando e che non si ferma: le scosse si ripetono da svariati giorni, anche con un'escalation nell'intensità".

Ha riferito di "ulteriori danni rispetto a quelli già avuti" dal forte terremoto del 2016 anche il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci. "La situazione è drammatica. Stiamo evacuando tre famiglie e siamo di nuovo proiettati in quella che era la situazione dell'agosto 2016", ha spiegato il primo cittadino. "La gente è preoccupata e allo stremo - ha continuato Gentilucci - abbiamo chiuso le scuole precauzionalmente, il problema non sono le strutture portanti ma quelle accessorie. Vanno fatte verifiche prima di far rientrare i bambini".

Il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, ha bloccato tutti gli accessi alla zona rossa, "tranne quelli delle ditte specializzate che stanno lavorando". Divieto in particolare per i cittadini che ancora oggi "vanno a recuperare oggetti personali dalle case inagibili". Ha poi aggiunto, ricordando le scosse dei giorni scorsi: "mi sembra che questo fenomeno sismico stia andando a crescere, non a diminuire".

Ed in effetti, a seguito del forte sisma dell'agosto 2016, nella zona di Muccia la terra è tornata a tremare con frequenza e intensità già da alcuni giorni. In particolare, il 4 aprile si sono registrate due scosse, una di magnitudo 4 alle 4.19 e una di magnitudo 3.6 alle 20.41. Ne abbiamo parlato col professor Antonio Moretti dell’Università degli Studi dell’Aquila che, ai nostri microfoni, ha chiarito come la scossa di stamane, in un qualche modo, fosse attesa, considerati gli eventi recenti. “Ci preoccupa che la zona interessata sia proprio all’apice della via di rottura delle falde appenniniche”, spiega a newstown.

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Se si analizza la mappa degli eventi oltre la soglia di magnitudo 2 registrati nell’ultimo anno [immagine in alto, clicca per ingrandire], si nota come i terremoti siano più rarefatti nell’aquilano e “sempre maggiori verso nord est: il più forte è l’evento di stamane, con magnitudo 4.6. Ad approfondirne il meccanismo focale [immagine in basso, clicca per ingrandire], che fornisce indicazioni sul campo di stress, è evidente come sia perfettamente coerente con le strutture che hanno determinato gli ultimi grandi eventi sismici, a partire dall’aprile 2009: è all’interno di quel campo – ribadisce Moretti – all’estremità, nella zona sommitale; stando alla mia teoria della rottura che si propaga, come lo strappo dei pantaloni per intenderci, non si può escludere, dunque, che da quelle parti ci sia un rilascio di energia maggiore. Per fortuna, in zona non si sono mai verificati terremoti oltre il grado sesto della scala Richter”.

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Insomma, l’evento di stamane “fa parte a pieno titolo della sequenza iniziata con il terremoto dell’Aquila e non ancora esaurita verso nord”; per questo, non è improbabile un proseguimento dell’attività verso i settori settentrionali, “verso la valle di Camerino che arriva fino a Fabriano, una valle tettonica, delimitata da due sistemi di faglia – come la valle aquilana – faglie che ribassano la parte centrale che, collassando, produce l’energia elastica che avvertiamo come terremoto”. Tuttavia, in zona non si sono mai registrati terremoti di forte intensità, “medi eventi sì, però, fastidiosi certo, ma da cui ci si può difendere con le dovute precauzioni”.

Stamane, si è registrato un evento sismico anche nell’aquilano, ad Ocre, un terremoto di grado 3.3 sulla scala Richter, magnitudo successivamente ricalcolata dall'Ingv in 3.5, a 9 km di profondità [qui]. “Una rondine non fa primavera”, sottolinea però Moretti; “al momento attuale, non possiamo dire nulla: si tratta di un evento isolato. Mi preoccupano di più, a dire il vero, i ripetuti terremoti – per fortuna, esauriti al momento – che hanno interessato la zona di Prata d’Ansidonia”.

Ultima modifica il Martedì, 10 Aprile 2018 23:27

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