Nel più grande cantiere d'Europa, quello della ricostruzione post-sisma, la sicurezza è la parola d'ordine; nei centinaia di cantieri aperti all'Aquila e in tutto il cratere sismico del 2009 gli infortuni sono inferiori alla media nazionale. In quasi 10 anni di ricostruzione non ci sono state morti bianche nei luoghi in cui le maestranze sono impegnate a ricostruire, aspetto che rende L'Aquila un caso studio, un esempio da seguire anche a livello nazionale. Ed è proprio sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e in particolare nell'edilizia che si è concentrata l'ultima giornata di "Officina L'Aquila, incontri internazionali", la rassegna dedicata al restauro e alla rigenerazione urbana ma anche alla rinascita sociale ed economica dei luoghi colpiti dal sisma del 2009 promossa e organizzata da Carsa srl (in collaborazione con ANCE Abruzzo, insieme ad ANCE L'Aquila, ANCE Chieti, ANCE Pescara, ANCE Teramo).
Un'edizione che, dopo i terremoti che hanno colpito il Centro Italia negli ultimi due anni, esce dai confini locali avviando un dibattito con il nuovo cratere sismico nell'ambito del tema "L'Aquila e l'Appennino" e diventa "Officina Italia".
Tecnici ed esperti si sono confrontati nella tavola rotonda dal titolo "Rigenerazione dei territorio colpiti dal sisma: sicurezza, formazione e legalità". L'asticella della sicurezza è stata sempre molto alta nei cantieri, sia nella fase emergenziale che in quella della ricostruzione. A ribadirlo è stato il presidente dell'Ente scuola e Cpt dell'Aquila Giovanni Cirillo. "Fortunatamente, rispetto alla grande mole di lavoro che abbiamo avuto sin dalle prime fasi della ricostruzione, non abbiamo avuto grossi infortuni. Fatti di cronaca forti infatti non si registrano, grazie a impegno delle istituzioni (Asl, Inail e Ispettorato), sia delle imprese, il Cpt, l'Ance, i sindacati che tutti insieme hanno fatto fronte unico sulla sicurezza nei cantieri". L'Aquila in tal senso può essere presa a esempio, a modello per l'intero Paese: "Siamo un territorio che fa scuola dal punto di vista della sicurezza – ha aggiunto Cirillo - infatti molti colleghi vengono qui da tutta Italia per capire come viene gestita la sicurezza nel più grande cantiere d'Europa".
Tuttavia lavorare nei centri storici dell'Aquila, delle sue frazioni e dei piccoli Comuni del cratere non è facile. I cantieri spesso sono costretti a condividere spazi molto stretti, e in alcuni casi, come ha ribadito anche la soprintendente Alessandra Vittorini nei giorni scorsi, se si apre un cantiere per un aggregato o un monumento, non si riesce ad aprire per quelli di fronte, o a pochi metri di distanza. Il direttore generale dell'Ente scuola edile e Cpt della provincia dell'Aquila Lucio Cococcetta ha specificato che "la presenza di strutture emergenziali ancora presenti nei luoghi della ricostruzione crea difficoltà nella gestione dei cantieri da parte delle imprese perché ancora impattanti. C'è, poi, il limite di una viabilità ridotta e il poco spazio di manovra per i mezzi che operano in cantiere". Dal rapporto dei tecnici che visitano i cantieri emerge, inoltre, la difficoltà delle imprese nell'organizzare il cantiere tra apprestamenti e logistica. "A guardare i dati – ha spiegato il direttore dell'Inail Abruzzo Nicola Negri – abbiamo fatto bene a investire in formazione. Infatti per quanto riguarda gli infortuni nel settore edile in generale, c'è stato un calo del 4%: siamo arrivati nel 2016 a 1.700 infortuni in tutta la provincia. Per quanto riguarda le morti sul lavoro in tutta la regione registriamo un calo notevole, da 11 incidenti mortali del 2015 siamo arrivati a 5. Nella provincia dell'Aquila ne sono stati registrati due".
Il dirigente del settore Ricostruzione privata del centro e delle frazioni del Comune dell'Aquila, Vittorio Fabrizi, ha ricordato che attualmente ci sono "250 cantieri attivi con oltre 3.000 operai che li popolano. Un piccolo esercito". Una ricostruzione entrata subito nel vivo, ha ricordato Fabrizi: "A quattro mesi dal sisma del 2009 abbiamo rilasciato il primo buono contributo per la riparazione e il miglioramento di un edificio. Ciò nonostante una ricostruzione ha bisogno di lustri per concludersi". Fabrizi ha rilevato che "andrebbe fatta una cornice nazionale valida per tutti gli eventi catastrofici per poi essere declinata con provvedimenti agili per i singoli casi". Giustino Vallese dell'Ordine degli Architetti dell'Abruzzo e del Molise, ha aggiunto che "l'esperienza che si sta facendo all'Aquila e ciò che mi auguro avvenga per le altre zone colpite dai sismi dev'essere la base per costruire una strategia per il futuro. Le riflessioni di 'Officina L'Aquila' non devono cadere nel dimenticatoio".
Tra gli interventi anche quello del docente della facoltà d'Ingegneria dell'Università dell'Aquila Pierluigi De Bernardinis (Dipartimento Diceaa) e Giovanni Carapella direttore del Formedil. Al termine dei lavori sono stati consegnati gli attestati di frequenza ai giovani coordinatori della sicurezza a conclusione del progetto "Borse di studio per la sicurezza nei cantieri edili della provincia dell'Aquila per l'anno 2017", promosso dall'Inail Abruzzo e dall'Ente paritetico unificato per la formazione, la sicurezza e la salute della provincia dell'Aquila (Ese-Cpt L'Aquila).
Un bilancio positivo quello dell'edizione primaverile di "Officina L'Aquila" per il coordinatore Roberto Di Vincenzo: "Una delle migliori edizioni perché ha portato nuovi stimoli per rappresentare il presente e raccontare il futuro della città. Questi tre giorni di dibattito hanno di fatto sancito la nascita di 'Officina Italia', ovvero la valenza nazionale di 'Officina L'Aquila'. Sarà a questo punto una nostra priorità lavorare sin dalla prossima edizione di ottobre (23, 24 e 25) per allargare la partecipazione alle regioni del Centro Italia e porre con forza e convinzione dall'Aquila il tema dell'Appennino, delle sue città e dei suoi abitanti".