Giovedì, 12 Dicembre 2013 14:38

La raffinata malinconia della morte in 'Still Life'

di 

Avere a che fare quotidianamente con la morte può rappresentare il paradosso dell’evasione alla solitudine. C’è chi, con devozione e rispetto, restituisce dignità a quelle morti senza identità, di cui non si sarebbe accorto nessuno.

Costui è John May, impiegato comunale con il compito di cercare conoscenti o parenti del defunto in questione, che sistematicamente gli comunicano di non volerne sapere niente di esequie e ultimi saluti. John, altrettanto sistematicamente, si occupa di ogni dettaglio: dalla musica della funzione, al discorso che non ascolterà nessuno, alla sepoltura. I tagli incombono e il Signor May è costretto ad occuparsi di un ultimo caso che farà quanto mai suo, al quale si dedicherà con particolare dedizione, intraprendendo un cammino più personale che lavorativo denso di conoscenze e riflessioni silenziose.

Non è un film sulla morte ma sul rispetto per la vita, anche e soprattutto quando questa non c’è più. Il regista Uberto Pasolini nasce come produttore – Full Monty, I vestiti nuovi dell’imperatore e Bel Ami sono alcuni titoli – e, dopo l’esordio alla regia con Machan – La vera storia di una falsa squadra, torna a parlare di questioni di rilevanza sociale con “un film sulla società moderna che si dimentica delle persone più deboli, più facilmente dimenticabili. Però non è un film triste, c’è una vena malinconica ma è un film che vuole essere molto positivo, sul valore della vita, della nostra vita rispetto alla vita degli altri”.

E il protagonista, interpretato impeccabilmente da Eddie Marsan, è infatti un personaggio che riempie la sua esistenza con la vita degli altri. Un’esistenza monotona, metodica ai limiti dell’accettabile, raccontata negli 87 minuti di questa pellicola sobria, controllata e raffinata ma mai piatta. Ad accompagnarlo la deliziosa Joanne Froggatt, star della serie TV Downtown Abbey, che afferma di essersi avvicinata al progetto in maniera appassionata e rispettosa e lo dimostra in ogni scena.

Insomma un film delicato ed estremamente misurato che fa suo punto di forza la sensibilità e la bravura di una produzione attenta e di un cast in sintonia con i ruoli. In uscita oggi, il film è stato presentato in concorso all’ultima Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti, se ne aggiudica la statuetta per il film più meritevole e ci avvicina a temi collettivi osservati da una prospettiva inconsueta ma analizzata in maniera accurata e consapevole. Still Life non ha la presunzione dei grandi film di denuncia sociale ma assolve il ruolo con un’eleganza discreta, cercata ed evidente, scava a fondo senza impressionare e analizza senza disturbare.

Articoli correlati (da tag)

Chiudi