Scrivere una carta con le linee guida per una nuova politica pubblica della ricostruzione, dello sviluppo e del rilancio economico dei territori colpiti dai terremoti, valorizzando il ruolo e il diritto alla partecipazione dei cittadini.
Parte dall’Aquila un percorso che mette insieme, per la prima volta, i protagonisti degli eventi sismici degli ultimi 40 anni.
Le prime esperienze e le prime proposte sono state messe a confronto al Festival della Partecipazione, in un workshop a numero chiuso - le cui conclusioni sono state poi presentate in un evento pubblico svoltosi all’Auditorium del Parco - al quale hanno partecipato rappresentanti di comitati e associazioni, cittadini, sindaci ed ex amministratori provenienti da Friuli Venezia Giulia, Irpinia, Umbria, Marche, Abruzzo, Emilia Romagna e Lazio.
A dirigere e coordinare i lavori, il comitato scientifico del Festival – composto dall’ex ministro Fabrizio Barca, direttore del Forum Diversità Disuguaglianze; da Giovanni Moro e Emma Amiconi di Fondaca (Fondazione per la cittadinanza attiva) – e Sara Vegni, responsabile resilienza per ActionAid Italia.
“Dopo una catastrofe” afferma Vegni “c’è sempre un enorme attivismo civico. La sfida è quella di far rimanere questo impegno costante nel tempo. Come si fa? E’ quello a cui vogliamo provare a rispondere, partendo dalla consapevolezza che non si possono ricostruire dei territori senza avere cittadini e cittadine dentro i processi decisionali. Sono loro, i cittadini, che devono essere i reali protagonisti dei cambiamenti che si trovano a vivere dopo una catastrofe. Oggi” prosegue la responsabile resilienza di ActionAid Italia “è stata una giornata importante, storica: per la prima volta, dei testimoni privilegiati dei sismi degli ultimi 40 anni hanno accettato l’invito a sedersi intorno a un tavolo per dar vita a un confronto alla pari sui diritti che devono essere riconosciuti a tutti coloro che hanno vissuto questo trauma. L’idea, ambiziosa, è di iniziare a scrivere delle linee guida dal punto di vista dei cittadini su quello che deve essere il loro ruolo”.
Il punto di partenza è uno studio comparativo sugli ultimi sei grandi terremoti succedutisi dal 1976 a oggi (Friuli, Irpina, Umbria/Marche, L’Aquila, Emilia, Centro Italia) redatto dall’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere (Usrc) e dal Gran Sasso Science Institute. “Abbiamo messo a confronto” spiega l’ingegnere Raffaello Fico, Responsabile dell’Area ricostruzione privata del Cratere sismico dell’Usrc “i diritti dei cittadini prendendo in considerazione tre criteri: governance, pianificazione urbanistica e i parametri della ricostruzione privata, ad esempio il tipo di contributo concedibile o la sua titolarità. Abbiamo messo tutti questi dati dentro alcune tabelle senza dare, però, giudizi valutativi, lasciando che fossero i lettori a trarre le conclusioni e a fare le loro riflessioni. Si tratta, ovviamente, solo di un primo passo. Ci sarà un’ulteriore evoluzione di questo studio in vista del decennale del terremoto”.
“L’assenza di una metodologia codificata” dichiara Fabrizio Barca “o di un ufficio per la ricostruzione e lo sviluppo, così come esiste un ufficio di Protezione civile per le emergenze, fa sì che ogni volta che c’è un terremoto i diritti dei cittadini vengano soddisfatti in modo diverso”.