"A Roma, nel rione Monti, una gang di odiatori ha divelto e vandalizzato le 'pietre d'inciampo'. Si tratta di piccole targhe in ottone della dimensione di un sampietrino con cui in moltissime città italiane si ricordano gli ebrei deportati e uccisi durante il nazismo che, solitamente, vengono poste vicino quelle che erano le loro abitazioni. Sono pietre che contribuiscono a disegnare nelle città una mappa della barbarie passate, a monito per le generazione future e ricordo per la discendenza di quelle famiglie".
Pietro Di Stefano, già assessore alla ricostruzione della giunta Cialente, cogliendo l'occasione di denunciare il vile gesto compiuto a Roma, ha ricordato che anche all'Aquila, il 12 gennaio 2012, in Piazza Duomo, davanti Palazzo Betti, venne posta una 'pietra d’inciampo' dedicata a Giulio Della Pergola, deportato dall'Aquila, dove lavorava, ad Auschwitz.
"Con l'avvio dei lavori del palazzo - sottolinea Di Stefano - mi recai di persona al cantiere e feci togliere la pietra che ho sempre conservata in Comune, nel cassetto di quella che era la mia scrivania. Ero in contatto con l'Arch. Sara Coen dell'Università di Ferrara, pronipote di Della Pergola e le proposi di consegnare la pietra d’inciampo a lei stessa o altro familiare perché venisse restaurata e conservata per il tempo di recupero di Palazzo Betti, e successivamente rimetterla al suo posto con una cerimonia commemorativa. L'anno scorso, a seguito di un intervento dell'Anpi, ho telefonato al nuovo assessore Luigi D'Eramo per sincerarmi che la pietra d'inciampo fosse ancora al suo posto e da lui ho avuto la conferma e anche la rassicurazione che avrebbe continuato a conservarla per il tempo della sua ricollocazione. Ho anche suggerito all'Anpi di prenderla in custodia dal Comune, ma non so se questo ha avuto seguito".
Ebbene, l'auspicio è che la pietra d’inciampo di Giulio Della Pergola torni al suo posto il prima possibile, "considerato che Palazzo Betti e il marciapiede che la ospitava sono entrambi oramai recuperati e restituiti alla città", ha chiarito Di Stefano. "La pietra, però, ancora non c'è".
Ci uniamo all'appello: si faccia in fretta.