Un articolo sulla 'Fotografia miope', invenzione del fotografo aquilano Roberto Grillo ed oggi sua espressione artistica, è stato pubblicato stamane sull'inserto "domenica" de "Il Sole 24 Ore".
La pubblicazione segue quella avvenuta, tre settimane fa, sull'"Atlante dell'Arte Contemporanea" edito dalla casa editrice De Agostini, nel quale Roberto Grillo è l'unico fotografo artista-matrimonialista tra gli 800 artisti pubblicati.
"Un di più di sofferenza. L'insostenibilità di una situazione che ha modificato le condizioni di vita di decine di migliaia di persone. La progressiva difficoltà nel continuare a testimoniare attraverso le immagini la tragedia del terremoto. Nasce da qui la 'Fotografia miope' di Roberto Grillo", scrive Giacomo Bagnasco sull'inserto del Sole. "Una tecnica originale e codificata che per il professionista aquilano, attivo dagli anni '80, costituisce un linguaggio artistico".
Nella sua carriera - leggiamo ancora dall'articolo - "Grillo ha portato la macchina fotografica sulle scene musicali e teatrali, sui campi da rugby (rivisitati a volte in una dimensione onirica), concentrandosi pure sull'ambiente e sull'architettura, realizzando progetti, mostre e reportage in Italia e all'estero. Il tutto affiancato all'attività di fotografo per matrimoni e altre cerimonie".
Il terremoto del 6 aprile 2009 è stato uno spartiacque drammatico per la popolazione dell'Aquila, continua Bagnasco. "Grillo ha documentato la 'cronaca' del sisma con immagini che hanno fatto il giro del mondo, ha allestito una mostra che ha girato l'Italia ferita, dall'Irpinia a Gemona del Friuli e naturalmente (oltre che al Vittoriano di Roma) all'Aquila: solo nel capoluogo abruzzese è stata visitata da 22mila persone. Anche gallerie di New York, Los Angeles e Osaka hanno esposto le sue opere".
La ricerca è proseguita con una serie di primi piani accentuati, "dove le rughe di chi aveva subìto perdite del terremoto diventavano righe di un quaderno. Sul quale gli stessi soggetti scrivevano i loro sentimenti. 'Con queste foto - ha spiegato Grillo al giornalista del Sole 24 Ore - sono entrato nel dolore delle persone e a questo punto mi sono arreso, non trovando altre strade davanti a me. Poi ho avuto l'intuizione. Il gesto concettuale è stato: io, miope, tolgo gli occhiali e non riconosco più le crepe, reali e morali, provocate alla mia città. Il risultato è stato ottenuto piazzando davanti all'obiettivo una lente da quattro diottrie, come quella che corregge la mia miopia, in modo da produrre un'immagine sfuocata. Mi pongo in contrasto con quanto la tecnica mette ora a disposizione di tutti, e punto a sviluppare la mia realtà espressiva'".