“Il piano regolatore? E’ uno strumento ormai vecchio, meglio fare i progetti d’area”.
A dirlo è l’architetto Fabio Andreassi, docente all’Università di Sassarri, già professore all’Università dell’Aquila, della Calabria e della Sapienza.
Ieri Andreassi ha presentato, nella sede dell’Ance L’Aquila, il libro Riscritture urbanistiche (Aracne), volume, uscito in occasione del decennale del terremoto, che raccoglie un ingente corpus di articoli (accademici o pubblicati su riviste scientifiche e di settore) scritti dall'autore nell’arco di oltre 25 anni, dai primi anni Novanta fino ai giorni nostri.
Il libro è stato discusso insieme al presidente dell’Ance L’Aquila Adolfo Cicchetti e a Paolo Scopano, assessore comunale all’Urbanistica al tempo in cui (1975) fu varato il piano urbanistico generale del Comune dell’Aquila, tuttora vigente.
Da allora si è provato più volte a votare un nuovo Prg ma ogni tentativo è stato infruttuoso, come ha ricordato recentemente a NewsTown Francesco Karrer, uno dei consulenti chiamati negli anni dal Comune per coordinare i lavori.
Al di là dei fattori contingenti, uno dei motivi per cui non si è mai riusciti a varare un nuovo documento di pianificazione urbanistica è che, come dice Andreassi, “il Prg è ormai uno strumento vecchio, di scarsa efficacia, che impegna la città in discussioni infinite. Molto meglio i progetti urbanistici, strumenti molto più agili, perché si concentrano su singole aree problematiche. E' meglio fare un progetto d’area e portarlo alla discussione della città per risolvere un determinato problema”.
Secondo Andreassi, il terremoto ha offerto un’occasione, non colta, “per migliorare la qualità della vita. Ora dobbiamo lavorare molto sulla città pubblica, ci sono risorse e spazi, è necessario che si apra una discussione sulla ricucitura delle parti sfrangiate dal sisma. La risposta dello Stato dopo il terremoto è stata di grande efficacia nel risolvere i problemi vitali della popolazione ma è mancato qualunque ragionamento di tipo urbanistico. La localizzazione dei Progetto Case, dei Map e degli altri manufatti è stata casuale, senza una verifica preventiva della loro coerenza con la struttura generale della città”.