Mercoledì, 07 Agosto 2019 13:20

'Cotugno', l'appello: concedeteci il musp lasciato dalle suore Pie Filippini

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Appello accorato del Consiglio d’Istituto del convitto nazionale ‘D.Cotugno’.

Stamane, i rappresentanti dei genitori, dei professori e degli studenti hanno convocato una conferenza stampa per chiedere che si proceda, velocemente, all’assegnazione al ‘Cotugno’ del musp delle suore Pie Filippini che torneranno nella loro sede storica.

Il musp in via Madonna di Pettino, dotato di 11 aule e di palestra, permetterebbe ai licei annessi al convitto nazionale, attualmente spezzettati su cinque sedi, almeno di ‘riavvicinarsi’; stante la collocazione del Liceo Classico nell’adiacente modulo occupato per anni dalla Dottrina cristiana e del Linguistico poco più in là, in via Ficara, vicino al convitto nazionale, laddove insistevano le Micarelli, al musp lasciato dalle suore Pie Filippini potrebbe insediarsi il Liceo delle Scienze umane. Certo, resterebbero fuori il Liceo Musicale e il Les, l’indirizzo economico sociale afferente alle Scienze Umane, collocati anche per il prossimo anno scolastico a Colle Sapone; si tratterebbe, però, di una utile razionalizzazione che permetterebbe ai licei, tra l’altro, di non vivere più da ‘ospiti’ di altri istituti oltre che di poter fruire di una palestra: l’anno passato, infatti, gli studenti hanno svolto attività fisica a Centi Colella, in strutture messe a disposizione dal Cus dietro pagamento di un corrispettivo di 15mila euro, una somma ingente sebbene il centro universitario sportivo abbia applicato, di fatto, una tariffa di assoluto favore. Per non parlare delle risorse assicurate per il trasporto pubblico di ragazze e ragazzi che, a fronte di uno sforzo organizzativo ed economico notevole, si sono ritrovati, però, a poter svolgere attività fisica per 50 minuti, un’ora a settimana – stante la necessità dello spostamento in autobus – rispetto alle due ore previste dall'orario scolastico.

E non si tratta dell’unico disagio che docenti, studenti, genitori e personale ATA stanno sopportando, oramai, dal 18 gennaio 2017, allorquando la sede storica di via Da Vinci venne chiusa per circa un mese a seguito delle scosse di terremoto che squassarono il centro Italia: da allora, per il ‘Cotugno’ è iniziata una vera e propria via crucis, tra doppi turni e spezzatini, fino alla soluzione individuata l'anno scorso, con i Licei annessi spalmati su cinque sedi.

Una situazione disdicevole per una delle più importanti istituzioni cittadine.

Pensate che la preside, Serenella Ottaviano, ha avuto un ufficio soltanto in febbraio, i licei annessi al ‘Cotugno’ hanno avuto la linea dati e telefonica nei musp soltanto a fine maggio, i docenti sono stati costretti a spostamenti da una sede all’altra, nelle così definite “ore di trascorrenza”, costretti a chiedere di poter utilizzare le attrezzature dei vari istituti che ospitano le aule, persino per fare una fotocopia, con i ragazzi che non hanno un’aula magna a disposizione, spazi multimediali e laboratoriali, aule destinate ad assemblee e, più in generale, a svolgere un’attività didattica degna di tal nome.

Il calvario dovrebbe protrarsi per un altro anno ancora: a settembre 2020, infatti, l’auspicio è che i licei annessi al convitto nazionale “D. Cotugno” possano tornare nella storica sede di via da Vinci, dove sono in corso i lavori di adeguamento e miglioramento sismico finanziati dalla Provincia dell’Aquila con oltre 1 milione di euro. In attesa che si definisca, finalmente, l’area dove dovrà sorgere il nuovo edificio scolastico già progettato per il ‘Cotugno’, per la cui costruzione sono stati stanziati circa 13 milioni di euro.

Intanto, l’assegnazione del musp lasciato dalle suore Pie Filippini, come detto, allieverebbe le difficoltà quotidiane. In tal senso, la Provincia ha inoltrato formale richiesta al Comune dell’Aquila affinché proceda con l’assegnazione e, a parole, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi avrebbe assicurato la disponibilità dell’Ente. Sta di fatto che, ad oggi, non si è prodotto ancora alcun atto e il 12 settembre si avvicina.

Ecco il motivo per cui i rappresentanti del Consiglio d’Istituto hanno inteso lanciare un appello affinché si faccia presto, per permettere così di adeguare gli spazi alla didattica prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.

Alla conferenza stampa di stamane hanno partecipato Vincenzo Brancadoro, presidente del Consiglio d’Istituto ed espressione dei genitori, Tommaso Cotellessa, rappresentante degli studenti in seno all’assise, e i professori componenti del Consiglio Enza Maria Ruscetta, Davide Adacher, Angela Colafarina, Giuseppina D’Ercole, Raffaella Santucci.

“Lungi dal voler rinfocolare polemiche sterili, non possiamo che sottolineare come la ricostruzione dell’edilizia scolastica, in città, sia rimasta ferma al palo”, le parole di Brancadoro; “i licei annessi al convitto nazionale ‘D. Cotugno’ sono attualmente ospitati nei musp, moduli provvisori per definizione che iniziano a mostrare i segni del tempo. Tuttavia, vogliamo ringraziare le Istituzioni e le Dirigenti scolastiche che ci hanno aiutato ad avere almeno delle aule dove fare lezione. In questo senso, il nostro appello è che il musp lasciato dalle suore Pie Filippini venga messo a disposizione il prima possibile. Crediamo alle promesse delle Istituzioni, ma la domanda è: quando ci daranno la possibilità di entrare nel modulo scolastico?”.

La battaglia che portiamo avanti da 3 anni – ha aggiunto Cotellessa – “la stiamo combattendo per il ‘Cotugno’, certo, ma anche per la città, per il mondo della scuola. Non vogliamo fare le vittime: sono tre anni, però, che viviamo la nostra quotidianità in maniera straordinaria. Rincorriamo la normalità. Ci siamo ritrovati senza una scuola e, tante volte, senza una città: in pochi si sono preoccupati di noi, se non per motivi di campagna elettorale. Ora, visto che daremo fastidio soltanto per un altro anno scolastico – vogliamo credere alla promessa che ci è stata fatta, e cioè che torneremo nella sede di via Da Vinci a settembre 2020 – speriamo davvero di poterlo vivere al meglio, tornando autonomi. Fino ad oggi, infatti, siamo sempre stati ospiti, in una situazione di costante precarietà. Dovremmo essere premiati per ciò che abbiamo passato e per come l’abbiamo affrontato, non smettendo mai di fare scuola e, anzi, mantenendo un livello d’eccellenza”.

“Confidiamo che la situazione possa sbloccarsi in tempi brevi”, ha ribadito la professoressa Ruscetta; “siamo disposti a prendere il musp così com’è, non è necessario si facciano grandi lavori. L’importante è avere la struttura il prima possibile, così da riavvicinare gli indirizzi”. D’altra parte, si tratta di un atto più che dovuto. Si faccia in fretta.

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