Domenica, 13 Ottobre 2019 18:07

Piazza Italia, 440mila euro per i terreni: transazione 'affare' di Giunta

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Alla fine di luglio, la Commissione Bilancio del Comune dell'Aquila aveva dato il via libera alla delibera di Giunta comunale 282, ad oggetto l'accordo procedimentale ai fini della cessione volontaria e dell'acquisizione a patrimonio dei terreni occupati illegittimamente dal Comune dell'Aquila quasi trent'anni fa per realizzare il 'Parco del Beato Vincenzo' e 'Piazza Italia'. 

Poco meno di tre mesi dopo, però, l'assessore delegato Vittorio Fabrizi si è trovato costretto a ritirare il provvedimento giunto a discussione in Commissione Territorio: infatti, i consiglieri di maggioranza e di opposizione si sono messi di traverso chiedendo alla Giunta, di fatto, di portare in Consiglio soltanto la delibera di acquisizione del bene a patrimonio, allorquando si sarà dato seguito all'accordo transattivo trovato col legittimo proprietario dei terreni. In sostanza, i consiglieri non hanno inteso assumere la responsabilità di approvare la transazione e, così, chiudere in un cassetto una vicenda segnata da responsabilità gravi degli uffici comunali. 

D'altra parte, parliamo di una storia emblematica del lassismo della pubblica amministrazione a scapito dei cittadini che, per l'inerzia di qualche funzionario, si ritrovano oggi a dover versare al legittimo proprietario dei terreni, Claudio Marrone, una cifra lievitata a 440 mila euro, stante l'accordo raggiunto con la società 'Prosperina srl' che aveva acquisito i terreni nel dicembre 1991 per realizzarvi un centro polifunzionale per servizi pubblici.  Con delibera 47 del 1992, però, il Consiglio comunale aveva deciso di destinare a verde pubblico attrezzato l'area, inserendo una variante al Prg per conseguire il cambio di destinazione.

E' così che ha avuto inizio la vicenda. 

Con successiva delibera del 24 giugno 1994, infatti, venne approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del 'Parco del Beato Vincenzo' e di 'Piazza Italia' nonché il relativo piano particellare di esproprio con l'assise che dispose, contestualmente, di procedere all'occupazione d'urgenza dei terreni, avvenuta in effetti l'8 agosto di quell'anno, fissando il termine limite all'espropriazione decorsi tre anni dalla approvazione del provvedimento. 

Ed invece, l'iter espropriativo non si è mai concluso ed il decreto di esproprio non è stato mai emesso, sebbene l'amministrazione comunale abbia provveduto a realizzare il verde pubblico attrezzato. Di fatto, la proprietà dei terreni non si è mai trasferita in favore del Comune dell'Aquila proprio per la mancata emissione del decreto d'esproprio entro la scadenza della dichiarazione di pubblica utilità.

Dunque, la società proprietaria dei terreni ha avviato un lungo braccio di ferro giudiziario. Vent'anni dopo, con sentenza 436 del 30 aprile 2014, il Tribunale amministrativo regionale, accogliendo il ricorso della 'Prosperina srl' ha condannato il Comune dell'Aquila a restituire i terreni illegittimamente detenuti e a risarcire il danno patito dalla società per gli anni di occupazione. Due anni dopo, con sentenza del 25 maggio 2016, il Tar ha condannato di nuovo l'Ente per non aver ottemperato, ordinando di restituire i terreni e nominando un consulente tecnico per la determinazione del danno subito dalla società proprietaria. Non solo. Il Tribunale amministrativo regionale ha ordinato che la sentenza fosse eseguita dall'autorità amministrativa. 

Soltanto a quel punto il Comune dell'Aquila si è finalmente attivato chiedendo una valutazione dei terreni all'Agenzia delle Entrate, stimata ad oggi in circa 150mila 673 euro, cui vanno aggiunti un 10% per la cessione volontaria delle aree (poco più di 15mila euro), oltre 60mila per la rivalutazione e gli interessi sul valore dei predii, e poco meno di 192mila euro come risarcimento danni al proprietario con cui, infine, si è giunti all'accordo per evitare, così, che il Comune si ritrovasse a pagare i danni per l'illegittima occupazione dei terreni e, come non bastasse, a doverli restituire, ripristinando lo stato dei luoghi al momento dell'indebita acquisizione con la perdita del valore patrimoniale e delle opere realizzate. 

Per questo, l'attuale amministrazione - costretta a mettere le pezze ad una situazione che si trascina da trent'anni - ha deciso di procedere con l'acquisizione, trovando l'accordo con la 'Prosperina srl' che, dunque, ha portato in Commissione, atto propedeutico alla definitiva approvazione in Consiglio; come detto, però, i consiglieri hanno costretto l'assessore Fabrizi a ritirare il provvedimento. A questo punto, la Giunta assumerà la responsabilità della transazione, col pagamento delle spettanze dovute, per poi portare in Consiglio il solo atto di acquisizione a patrimonio dei beni. 

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Gennaio 2020 13:40

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