Venerdì, 25 Aprile 2014 03:42

#25aprile, L'Aquila ricorda l'anarchico Fantini: una storia mai raccontata

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La notte del 23 dicembre, Riziero Fantini era stato arrestato insieme al figlio Adolfo […] Adolfo stava dormendo nel sottoscala quando cinque soldati delle SS gli avevano piantato in faccia una torcia e lo avevano portato in cucina. Legato a una sedia, c'era suo padre tutto coperto di sangue: pareva Cristo tirato giù dalla croce. Sdraiato bocconi sul tavolo, Adolfo era stato frustato con un nerbo di bue e portato all'ufficio matricole di Regina Coeli […] Il 30 dicembre Adolfo incontrò di nuovo suo padre. Erano in una saletta del carcere ma non lo avrebbe riconosciuto se non glielo avessero indicato i compagni. Riziero Fantini era stato massacrato di botte, non riusciva più a muovere le braccia. “Farò la domanda di grazia” aveva detto a suo figlio. Pareva sereno. Sua moglie aveva preso il suo posto e collaborava alla lotta clandestina trasportando volantini e armi nascosti nella borsa delle verdura. Adolfo riceveva i suoi messaggi segreti su pezzettini di carta oleata infilati nei rigatoni.

Nella sterminata letteratura dedicata alla Resistenza, la figura di Riziero Fantini, anarchico e antifascista nato a Coppito nel 1892 e morto a Roma nel 1943 fucilato dai nazisti l'ultimo dell'anno, aveva fatto capolino poche volte. Giusto qualche apparizione fugace in qualche libro “minore”, come quello da cui è tratto il brano che avete appena letto, Uno dei tanti, scritto dalla giornalista Edgarda Ferri. Un volume che racconta la strage delle Fosse Ardeatine attraverso la storia di una delle vittime, uno studente, Orlando Orlandi Posti.

Eppure Fantini fu uno dei protagonisti assoluti della Resistenza romana, personaggio atipico e fuori dagli schemi ma sempre e instancabilmente dedito alla lotta per la libertà e la giustizia sociale.

Protagonista di una vita avventurosa, tanto ricca di accadimenti da prestarsi bene a diventare il plot di un film, Fantini fu uno dei gappisti che animò e organizzò le bande partigiane che operavano a Roma. Catturato dai nazifascisti, fu una delle prime vittime della Resistenza capitolina.

A colmare il vuoto bibliografico su questa straordinaria figura di combattente, giunge un saggio appena pubblicato, Riziero Fantini, la vita e il martirio di uno stravagante sognatore, scritto dagli storici Walter Cavalieri e Francesco Marrella e edito dalla Pro Loco di Coppito.

Il libro, corredato anche da un ricco apparato fotografico, verrà presentato oggi pomeriggio alle 18 a Murata Gigotti, a Coppito, il paese natale di Fantini, alla presenza degli autori, del professor David Adacher dell’Istituto abruzzese per la storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea e del giornalista Giosafat Capulli.

Abbiamo chiesto a uno degli autori del libro, il professor Walter Cavalieri, di raccontarci la storia di questo sognatore ribelle.

Riziero Fantini nasce a Coppito nel 1892 da genitori di umili origini. Nel 1910 emigra negli Stati Uniti. Di formazione socialista, negli Usa conosce Luigi Galleani e si lega alle leghe di protezione e mutuo soccorso anarchiche, diventandone ben presto uno dei leader più importanti, a Boston come in altre città americane”.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rifiuta di servire sia l'esercito italiano, che lo richiama dall'Italia, sia quello americano. Per sfuggire all'arresto che colpiva tutti i disertori, emigra nel Centro America, in Messico per la precisione, dove conduce una vita molto avventurosa nelle campagne insieme ad altri anarchici italiani, tra cui Sacco e Vanzetti. In particolare, diventa molto amico di Nicola Sacco. Nel corso della nostra ricerca, abbiamo rinvenuto, tra le carte personali di Fantini custodite a Roma, una fitta corrispondenza proprio con Nicola Sacco”.

Nel 1921 viene espulso dagli Stati Uniti, dove nel frattempo è rientrato. Tornato in Italia, si fa promotore di una campagna a sostegno dei due amici anarchici arrestati dopo essere stati ingiustamente accusati di omicidio. L'aspetto originale è che Fantini rientra in Italia, da anarchico, proprio mentre molti antifascisti stanno raggiungendo la Francia o altre località straniere per sfuggire ai rigori del regime fascista”.

In Italia Fantini si stabilizza definitivamente a Roma e comincia a scrivere su molti giornali anarchici, come La Frusta e Umanità Nuova. Entra in contatto con Malaparte e diviene un punto di riferimento piuttosto importante sia a livello nazionale che internazionale”.

Negli ani Trenta continua la sua attività a Roma, anche se in maniera più nascosta, per via dei controlli della polizia fascista. Questo fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1942 entra nel PCI e anche questo è un elemento di grande originalità perché la guerra di Spagna, finita pochi anni prima, aveva visto una durissima lotta intestina tra anarchici e comunisti. Nonostante questo, Fantini antepone gli interessi del Paese alle sue convinzioni ideologiche e aderisce al PCI, che è l'unico partito rimasto strutturato anche durante gli anni del fascismo”.

Dopo l'armistizio si mette a capo di una cellula comunista nella zona nord di Roma e conduce azioni di gappista fino a quando viene scoperto, per l'azione di tre spie fasciste italiane. Viene catturato, torturato, processato e condannato a morte, insieme a due suoi compagni. Viene fucilato a Forte Bravetta il 31 dicembre 1943, a 51 anni. E' una delle prime vittime della Resistenza romana. Mi sembra giusto che la comunità coppitana, al di là di un fatto strettamente locale, abbia deciso di onorarne la memoria”.

 

Ultima modifica il Venerdì, 09 Maggio 2014 13:39

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