Lunedì, 18 Gennaio 2021 10:18

L'Aquila non ce l'ha fatta: Procida è la Capitale italiana della cultura 2022

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L'Aquila non ce l'ha fatta: a sorpresa, sarà Procida la Capitale italiana della cultura 2022.

Lo ha appena annunciato il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini. 

Procida si è candidata con un dossier dal titolo "La cultura non si isola": la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo, si legge nel progetto vincente; "potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali".

Il percorso che ha portato alla creazione e consegna del dossier di candidatura di Procida è una significativa esperienza di innovazione sociale, per la centralità di un modello di vita urbana attiva, orientata alla cultura e ai desideri della comunità. 

Per questi motivi è stato premiato all'unanimità, per la capacità - ha spiegato il presidente della Giuria, il professor Baia Curioni - di "coniugare lo slancio ideale, la concretezza, la capacità di essere un laboratorio di idee, l'attrattività, l'impulso a promuovere un profondo cambiamento, il cuore e la mente".

La Capitale italiana della cultura è stata istituita nel 2014 e ha tra gli obiettivi quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico. "Dal 2014 - ha sottolineato il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini - da quando abbiamo avuto l’idea di istituire anche in Italia il titolo di Capitale della cultura, ogni edizione ha avuto effetti concreti e positivi sullo sviluppo turistico e sulla fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale dei territori e delle città vincitrici".

Il titolo di Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un anno: Procida riceverà un milione di euro. Negli anni precedenti il titolo è stato assegnato alle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015; Mantova nel 2016; Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018; nel 2019 il riconoscimento non è stato conferito essendo stata Matera la Capitale europea della cultura.

Parma è la Capitale italiana della cultura 2020, prorogata al 2021 per l'emergenza covid-19.

Il professor Baia Curioni ha espresso "rammarico per aver dovuto condurre una selezione severa. Fin dall'inizio ci è stato chiaro che il lavoro non sarebbe stato facile, ogni anno diventa più difficile. Siamo stati sfidati dalla qualità dei dossier presentati dalle 10 città finaliste che si sono affidate alla cultura per sviluppare la loro capacità di resilienza". 

Ogni città ha portato le proprie gemme e i propri demoni, ha sottolineato Baia Curioni: "si è partiti dalle fragilità. L'idea di sviluppo economico e sociale a base culturale sta diventando patrimonio comune del nostro paese, una pratica progettuale concreta. La Costituzione qui vive".

L'idea di sviluppo a base culturale ha preso forma negli ultimi vent'anni in ristretti circoli accademici: non è un caso che tra i direttori del dossier vi siano studiosi che su questi temi si sono esercitati a lungo. "Possono essere orgogliosi del lavoro fatto", ha sottolineato la giuria. "Ognuno dei 10 progetti andrebbe promosso, finanziato e monitorato come buona pratica: sarebbe uno degli investimenti pubblici con più ampio respiro" ha aggiunto Baia Curioni. 

Delusione per L'Aquila che, tuttavia, se l'è giocata fino all'ultimo.

Il capoluogo abruzzese ha avanzato la propria candidatura con un dossier dal titolo "La cultura lascia il segno", curato dal direttore Pier Luigi Sacco [qui l'intervista di NewsTown]; il lavoro tracciava il percorso per raggiungere quattro precisi obbiettivi: ripopolare la città e il territorio e riannodarne il tessuto sociale; promuovere un nuovo modello di sviluppo e benessere a base culturale; diventare il centro di competenze di riferimento a livello europeo sulla resilienza post-catastrofe a base culturale; formulare una strategia di sviluppo scalabile alle altre realtà simili delle aree interne italiane.

"La candidatura dell'Aquila è nata per dare un'anima alla ricostruzione fisica dei luoghi", aveva spiegato il sindaco Pierluigi Biondi nel corso dell’audizione della delegazione aquilana davanti alla giuria del Mibact.

Biondi, in quell'occasione, aveva chiarito che il progetto originava "dalla consapevolezza che nessun monumento, per quanto bello che sia, nessuna casa, per quanto accogliente che sia, nessuna piazza, per quanto evocativa sia, può fare a meno di un impulso in grado di ‘risanare’ le ferite di una comunità e ricostruire una qualità del vivere che vada oltre l'approccio materiale e la tangibilità delle cose". Il sindaco dell’Aquila ha dunque specificato che l’idea della candidatura aveva preso corpo grazie alla consapevolezza di superare il concetto della città "inchiodata all'immagine del dolore, delle macerie e delle lacrime", precisando ancora che l’assegnazione del titolo di Capitale italiana della cultura rappresenta dunque, tra le altre cose, "un completamento di un percorso faticoso e avventuroso" e che fornisce un anche un senso compiuto alla rinascita della città e del territorio.

Ora l'auspicio è che il lavoro fatto non resti fine a sé stesso. Come ha spiegato Sacco ai nostri microfoni, "questa è una occasione straordinaria per far partire un ciclo di sviluppo basato sulla cultura: ci sono le condizioni per realizzare almeno alcune parti del dossier; credo che questo porterebbe grandi benefici al tessuto culturale, e non solo, del territorio".

L'Aquila, però, deve concentrarsi - e citiamo ancora Sacco - "su come la cultura permette di innovare": uno dei temi sui quali l’Europa spenderà tante risorse, d'altra parte, è il rapporto tra cultura, benessere psicologico, salute e coesione sociale. "Se L’Aquila provasse a porsi come capitale ideale delle aree interne, rappresentativa di tanti altri territori italiani, e cominciasse a sviluppare progetti innovativi in queste direzioni, non semplicemente continuando ad organizzare il solito calendario di attività culturali tradizionali – per quanto di altissimo livello – ma esplorando nuove modalità attraverso cui la cultura possa creare impatto sociale e migliorare la qualità della vita dei cittadini, questo sì che sarebbe un passo avanti importante per diventare una delle città della cultura italiana".

Ultima modifica il Lunedì, 18 Gennaio 2021 11:37

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