Nel 2010 la Direzione dei beni culturali, le Soprintendenze e il Comune dell'Aquila elaborarono una proposta per apporre, sul centro storico della città, un vincolo paesaggistico, uno strumento previsto dalla legislazione italiana per tutelare le aree di maggior pregio paesistico con la finalità di mitigare l'inserimento di infrastrutture e opere edilizie e rendere il più possibile compatibili le attività a forte impatto visivo.
La proposta, sulla quale avrebbe dovuto legiferare la Regione, arrivò fino alla seconda commissione consiliare e lì rimase, arenandosi.
Una misura come il vincolo - abbinata alla redazione di un nuovo Prg, più moderno e aggiornato - avrebbe probabilmente reso più organici gli interventi di ricostruzione, restauro e recupero nel centro storico.
Quella a cui stiamo assistendo oggi, invece, è una ricostruzione che sta viaggiando su un doppio binario: quello degli edifici pubblici e degli edifici privati vincolati (la cui ricostruzione, come ha ricordato la soprintendente ai beni archiettonici Alessandra Vittorini, è più che avviata, con 100 cantieri aperti e 700 milioni di progetti approvati) e quello degli edifici non sottoposti a tutela diretta.
Questi ultimi, anche se privi di particolari pregi architettonici, formano un tessuto connettivo importantissimo a livello urbanistico e danno al centro quella cifra particolare di nucleo storico dotato di valore d'insieme.
Secondo Carla Bartolomucci, ricercatrice del Cnr, relatrice e organizzatrice del convegno "Watch Day", svoltosi all'Auditorium del Parco, nonché autrice della proposta di inserimento dell'Aquila nella Watch List, "uno dei maggiori rischi per L'Aquila può derivare proprio dalla mancata comprensione dei valori corali del centro storico urbano e da scelte inopportune di demolizione o da interventi inadeguati di ricostruzione".
Per questo il World Monuments Fund (organizzazione indipendente votata alla salvaguardia del patrimonio architettonico dei siti con rilevanza storico-culturale in tutto il mondo) ha deciso, su proposta dello stesso Cnr, di mettere il centro storico dell'Aquila sotto osservazione speciale inserendolo nella lista dei 67 siti mondiali interessati da un rischio naturale o antropico (dovuto, cioè, a particolari cambiamenti sociali, politici o economici) nell'ambito di un'iniziativa denominata Watch.
Il progetto Watch ha lo scopo di portare all'attenzione internazionale il patriomonio culturale di tutto il mondo, sostenendone la tutela e la conservazione mediante finanziamenti provenienti da donazioni private.
Una volta inserita nella lista, infatti, una città ha la possibilità di presentare delle proposte per vedersi finanziare o cofinanziare dei progetti, riguardanti o singoli monumenti o interventi di riqualificazione e pianificazione urbana ricadenti su aree più ampie.
"Quello che di solito facciamo una volta che un sito o una città entra nel nostro radar" spiega Gaetano Palumbo, direttore del programma WMF "è ricevere delle domande di intervento più specifiche che derivano da formazioni di partnership che devono per forza coinvolgere gli enti locali. Quindi, considerato che L'Aquila è nella lista di durata biennale che abbiamo appena stilato, ci aspettiamo una formulazione più precisa di progetti comprendenti sia il tipo di intervento sia il costo, perché, essendo una piccola organizzazione, abbiamo dei problemi di fundraising e siamo costretti a cercar fondi per ognuno dei progetti che finanziamo o co-finanziamo. La presenza di un co-finanziamento sarebbe un incoraggiamento per i nostri mecenati, che non dovrebbero accollarsi tutti i costi. Le nostre attività si possono svolgere a più livelli, dal finanziamento puro e semplice alla co-partecipazione nell'organizzazione di concorsi internazionali di idee".
Nonostante l'inserimento dell'Aquila nella lista del WMF sia risalente all'autunno scorso, finora il Comune non si è mostrato particolarmente solerte nell'avanzare proposte. Tra i possibili interventi individuati dal Cnr ci sono la chiesa di S. Maria Paganica, Porta Barete e un progetto di restauro e adattamento a museo civico dell'ex convento di Santia Maria dei Raccomandati.