Mercoledì, 09 Febbraio 2022 15:06

Giorno del Ricordo: "Marsilio ignora e offende lo IASRIC"

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"L’evento promosso domani in occasione del Giorno del Ricordo dalla Regione e dal Comune dell’Aquila si presta a evidenti critiche sul rigore storico e scientifico con cui affronta questa delicata e drammatica pagina della storia nazionale e sul profilo politico degli ospiti [qui, l'approfondimento]. Ma la cosa più grave e sconcertante è la scelta da parte della Regione Abruzzo di ignorare completamente la sua struttura di riferimento, che ha esattamente lo scopo di promuovere l’approfondimento e lo studio sulla storia contemporanea: l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea".

A denunciarlo, in una nota, sono i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci (Pd), Americo Di Benedetto (Legnini presidente) e Giorgio Fedele (M5s).

L’Istituto, sorto con la Legge Regionale 14 giugno 1977, n. 27 come Istituto Abruzzese per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza, è poi diventato (con la L.R. 142/1998) Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea. L’Istituto ha il compito istituzionale di raccogliere, ordinare e divulgare documenti, testimonianze e pubblicazioni che interessano la storia dell’Italia contemporanea con particolare riguardo alle vicende connesse alla nascita del fascismo, all’antifascismo, alla resistenza e all’Italia repubblicana, oltre a promuovere lo studio e la conoscenza dell’Abruzzo contemporaneo.

"È dunque inaccettabile che il Presidente Marsilio decida di coinvolgere la Regione Abruzzo in una celebrazione di questo valore senza avvalersi delle competenze e del contributo di storici e ricercatori del proprio istituto, tutti di indubbio valore culturale e di specchiata capacità critica e analitica", l'affondo dei consiglieri regionali. "Si potrebbe sospettare che, in questo modo, si sia voluta sacrificare la qualità, la pluralità e l’equilibrio di un patrimonio di approfondimento storico istituzionale e qualificato, per far posto a posizioni politiche di parte che possono essere legittime per una forza politica, ma sono inaccettabili per una istituzione pubblica, espressione di tutti gli abruzzesi".

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